Header Ads


C'è un "nero" condannato per Mattarella: è Angelo Izzo. Calunniò Fioravanti


Izzo comincia a respirare aria di libertà: gode delle prime licenze e avendo ra­schiato il fondo del barile delle affabulazioni carcerarie decide di allar­gare le competenze alle cose di “Cosa Nostra”. Malde­stra­mente si inseri­sce in un tentativo di depistaggio: Giovanni Pellegriti, un picciotto catanese, comincia a strologare sui delitti eccellenti dopo che è stato messo in cella ad Alessan­dria con Izzo. Il 7 ottobre 1989 Pellegriti, sbugiardato da Falcone, confessa: “Fu Izzo a darmi i particolari sul­l'omicidio Mattarella e ad istigarmi a fornirli al giudice Mancuso. Lo stesso Izzo mi aveva fatto il nome di Lima come man­dante e il giudice me lo suggerì ma io mi rifiutai di verbalizzarlo. Dopo il mio inter­rogato­rio Mancuso chiamò nella sua stanza Izzo”. Mancuso non aveva competenza né su Mattarella né sugli altri delitti eccellenti. Falcone arresta entrambi per ca­lunnia. Il primo esito giudiziario della vicenda è una condanna a 4 anni per calunnia nel processo contro il vertice di Cosa Nostra e l’assoluzione dei neofascisti accusati da Izzo: Va­lerio Fioravanti e Cavallini. L’incidente rallenta la sua “battaglia di libertà”.

Un pezzo importante della narrazione sul delitto Mattarella e la pista nera è il depistaggio organizzato dall' "infame" Izzo che accusa appunto Fioravanti del delitto, che io così ricostruivo nella prima edizione di Fascisteria. E viene appunto condannato per calunnia. Perché, come ricorda "Il Dubbio" che alla vicenda dedica un lungo e dettagliato reportage, 
« il processo sui delitti eccellenti poi c’è stato. E gli stessi pubblici ministeri hanno chiesto l’assoluzione degli ex-Nar Fioravanti e Cavallini. Saranno infatti assolti definitivamente anche in Cassazione. Mentre verranno condannati Totò Riina assieme ai sei mafiosi. Compreso Izzo e Pellegritti per calunnia».
«D’altronde tutti i pentiti mafiosi ascoltati durante il processo hanno confermato che gli esecutori appartenevano alla Cupola». E' quindi il caso di ricordare la deposizione di Tommaso Buscetta in Commissione Antimafia : «Le garantisco che i fascisti in questo omicidio non c’entrano. Quei due sono innocenti. Glielo garantisco. E chi vivrà, vedrà».
«Credo – dirà ancora Buscetta – che Mattarella, in special modo, volesse fare della pulizia in questi appalti».
«Se andate a vedere a chi sono andati gli appalti in tutti questi anni, con facilità voi andrete a scoprire cose inaudite – avvertì Buscetta smentendo chi puntava il dito sui “neri” – Non avevano bisogno di due fascisti. La Cosa nostra non fa agire due fascisti per ammazzare un presidente della Regione. È un controsenso. In un passaggio sui delitti eccellenti, così risponde Falcone: ‘(…) né è poi pensabile, conoscendo le ferree regole della mafia, che un omicidio “eccellente”, deciso al più alto livello della Commissione, venga affidato ad altri che a uomini dell’organizzazione di provata fede, i quali ne avrebbero dovuto preventivamente informare solo i capi del territorio in cui l’azione si sarebbe svolta».

PS: Ovviamente Izzo non perse occasione di lanciare nuove polpette avvelenate su fascisteria e terrorismo mafioso. Come questa.

Nessun commento:

Powered by Blogger.