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Antisemitismo: un italiano su tre nega o ridimensiona la Shoa

I sentimenti  popolari sull'antisemitismo seguono nel medio periodo lo stesso trend del razzismo: aumentano i negazionisti e i ridimensionatori della Shoa, cala la percezione della pericolosità degli episodi antisemiti, per la maggioranza circoscritti a casi isolati. C'è anche questo  nella 32esima edizione del "Rapporto Italia" dell’Eurispes.

Il 15,6% degli italiani nega la Shoah (nel 2004 era il 2,7%). E il 16,1% (era l'11,1% oltre quindici anni fa) ridimensiona la portata dell’Olocausto, sostenendo che avrebbe determinato un numero di vittime inferiore a quanto documentato dai libri di storia. Sono alcuni dei dati choc del sondaggiosull’antisemitismo dell'Eurispes.
L’affermazione secondo la quale gli ebrei controllerebbero il potere economico e finanziario non trova d’accordo tre italiani su 4 (il 76%) ma non manca chi condivide l’idea (23,9%). Gli ebrei controllerebbero i mezzi d’informazione a detta di più di un quinto degli italiani intervistati (22,2%), mentre i contrari arrivano al 77,7%. Nel 2004, gli ebrei controllavano in modo occulto il potere economico e finanziario nonché i mezzi di informazione per oltre un terzo (34,1) del campione.
Secondo la maggioranza degli intervistati (61,7%), i recenti episodi di antisemitismo sono casi isolati, non indice di un reale problema di antisemitismo nel nostro Paese. Al tempo stesso, il 60,6% ritiene che essi siano la conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo. Per meno della meta’ del campione (47,5%) gli atti di antisemitismo avvenuti anche in Italia sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno; per il 37,2% sono "bravate" messe in atto per provocazione o per scherzo. 
I giovani sono meno propensi a giudicare isolati gli episodi di antisemitismo: meno della metà dei 18-24enni (46,7%) ed il 50,8% dei 25-34enni. Oltre la meta’ (il 57,1%) dei 18-24enni ritiene che certi episodi siano il segnale di una recrudescenza del fenomeno.
Al campione è stato chiesto anche quali affermazioni esprimono al meglio l’anima politica della maggioranza degli italiani. Trova un discreto consenso l’affermazione secondo cui "molti pensano che Mussolini sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio" (19,8%). Con percentuali di accordo vicine tra loro seguono "gli italiani non sono fascisti ma amano le personalità forti" (14,3%), "siamo un popolo prevalentemente di destra" (14,1%), "molti italiani sono fascisti" (12,8%) e, infine, "ordine e disciplina sono valori molto amati" (12,7%). Oltre un intervistato su quattro (26,2%) non condivide nessuna delle opinioni presentate. Prendendo così del tutto le distanze da una certa immagine dei cittadini del nostro Paese.

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