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Delitto del Circeo, il "mostro" Izzo consulente per una fiction

Alla fine la Cattleya non ha rispettato l'impegno. Quando sei mesi fa il produttore Riccardo Tozzi aveva annunciato la realizzazione di una serie breve (6-8 puntate di 35-40 minuti) sul delitto del Circeo, era stato tranciante con il cronista del Messaggero che lo intervistava

nessun avvicinamento sarebbe stato tentato con Angelo o con la sua famiglia, mentre «per delicatezza e rispetto» saranno presto contattati i parenti delle vittime. «Ci bastano gli atti del processo - dice Tozzi - abbiamo attinto a materiale pubblicato e atti processuali consolidati, non faremo voli pindarici sul tema. 

Apprendiamo invece, dal Tempo di oggi, che alla fine il "mostro del Circeo" è stato consultato. Riferisce il suo avvocato che una delle domande che gli sono state poste è una ricostruzione precisa della scena dell'atroce delitto: la villa di Punta Rossa, all'epoca di proprietà della famiglia Ghira, è passata per un paio di mani e gli ultimi proprietari, una famiglia tedesca, l'ha anche ristrutturata.
Evidentemente la voglia di realismo (una cifra distintiva nelle maggiori crime story, da Romanzo criminale a Gomorra), ha finito per prevalere, in pochi mesi, sull'originario progetto. All'epoca Tozzi sostenne che sarebbe stato «incentrato non sul fatto di cronaca in sé, ma sul processo che si svolse a carico degli imputati e sulle tante cose che gli sono girate intorno. Un racconto che faccia luce sugli enormi cambiamenti di costume che attraversarono gli Anni Settanta, cambiamenti accelerati da un processo che mise in campo tutto il peggio e il meglio della cultura sessuale del momento». 

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