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Europee 2019, la strategia di Musumeci: né con Salvini né con Meloni


“Abbiamo il dovere di non prendere posizione per nessuno, non svendiamo la nostra autonomia. Chiedo quindi al congresso la neutralità”. Né Lega, né Fratelli d'Italia, né Forza Italia.
Parole chiare, dirette, che non lasciano dubbio ad interpretazione alcuna quelle pronunciate da Nello Musumeci, governatore della Sicilia e leader di Diventerà Bellissima nel corso dell'ultimo congresso del movimento che si è svolto a Catania.
L'obiettivo del governatore siciliano è quello di evitare di diventare carne da macello di altri.
Sui temi inerenti la politica nazionale, Musumeci si sofferma di più. Matteo Salvini è il 
il destinatario di fin troppi distinguo, a partire dal tema delle grandi opere: “Nessuna gelosia, anche noi siamo per la Tav. Vorrei però che la stessa passione che mette nel dire che la Torino-Lione si farà, la mettesse anche per il Ponte. Vorrei che dicesse ai calabresi e ai siciliani che l’opera si può fare”. Persino sul tema dell’immigrazione, tema caro alla destra, pone delle differenze destinando una nota di solidarietà verso i naufraghi della Sea Watch 3. Sul tema dell’autonomia di Veneto, Lombardia e Emilia Romagna, Musumeci va di rasoio: “Mi sta bene il regionalismo differenziato, il nostro codice genetico è autonomista. Ma senza il Sud, il Nord non va da nessuna parte”.
Resterà probabilmente delusa Giorgia Meloni, che dopo l’accordo con gli ex Mpa, avrebbe voluto che Diventerà Bellissima aiutasse Fratelli d’Italia a concorrere più agevolmente all’obiettivo dello sbarramento alle Europee. Musumeci ha tuttavia in mente un’altra agenda che supera il voto per il rinnovo del parlamento di Bruxelles.
L’idea è di lavorare alla costruzione di un soggetto politico nuovo e ben saldo nel campo del centrodestra, con dentro anche l’analogo ligure, Giovanni Toti


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