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CasaPound a Sesto San Giovanni? Scatta la contromanifestazione antifa

Il Comitato antifascista di Sesto San Giovanni, città Medaglia d’oro al Valor militare della Resistenza, chiede al sindaco Roberto Di Stefano, al Questore di Milano Marcello Cardona e al Prefetto di Milano Renato Saccone di non concedere la sala comunale a CasaPound, forza che si richiama in maniera esplicita al fascismo». 
L'appello lanciato dagli antifascisti sestesi su Change.org, la grande piattaforma di petizioni online, ha raccolto in pochi giorni più di duemila firme contro la presenza di CasaPound a SpazioArte il 18 gennaio. La petizione ricorda i «570 cittadini e lavoratori deportati nel 1944 dal complesso di fabbriche di Sesto San Giovanni-Bicocca, 233 dei quali non hanno fatto più ritorno a casa». Un tributo enorme, assieme ai «340 morti sestesi tra deportati e partigiani durante la Resistenza». «Chiediamo con convinzione di non concedere spazi pubblici ai fascisti del terzo millennio».
Sesto San Giovanni è una ferita aperta nel cuore di quello che resta nella sinistra italiana: alle ultime elezioni amministrative, infatti, il centrodestra ha conquistato la Stalingrado d'Italia. L’amministrazione ha perciò detto sì alla richiesta dell’ultradestra per l’uso del salone di via Maestri del Lavoro (500 posti di capienza) per una convention. Uno sfregio a cui Anpi, Aned, sindacati, associazioni, partiti di centrosinistra e non solo, hanno risposto subito. Il cartello antifascista ha organizzato proprio il 18 gennaio «una grande e pacifica manifestazione di democrazia e libertà» per un presidio contro la manifestazione autorizzata dalla giunta.

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