Header Ads


10 gennaio 1979-2019. Oggi pomeriggio a piazza Mirti il presente per Giaquinto


Oggi è il quarantesimo anniversario dell'omicidio di Alberto Giaquinto, il giovanissimo attivista del Fronte della Gioventù ucciso dalle forze dell'ordine negli scontri di Centocelle, corteo per commemorare i caduti di Acca Larentia. Oggi pomeriggio concentramento alle 17 a piazza Mirti per il rito del presente che sarà celebrato alle 18.

L’ala del FUAN che ha ancora un rapporto con il partito decide di commemorare la strage di Acca Larentia con un corteo di attacco a Centocelle,il 10 gennaio.Promuovono la manifestazione il segretario del Fuan romano, il romualdiano Biagio Cacciola,il senatore Michele Marchio, Bartolo Gallitto. Si succedono le riunioni preparatorie alla libreria Atlantide. L’ultima, la mattina degli incidenti, è un intergruppo,con i rappresentanti territoriali (i tre nuclei giovanili che animano i Nar: Monteverde, Prati ed Eur) e le due anime del FUAN,i “moderati”e gli spontaneisti. Emergono dissensi e diffidenze: Valerio Fioravanti, Gabriele De Francisci e Paolo Lucci Chiarissi temono i ragazzini con le pistole,incontrollabili e si chiamano fuori. Scelgono di partecipare i leader di via Siena e i FASCISTI PROLETARI di Prati. La testa del corteo, tenuta dai “pischelli” armati, assalta la DCdi piazza dei Mirti a colpi di molotov. La polizia spara. Un agente in borghese uccide il diciassettenne Alberto Giaquinto,colpito alla nuca.Al suo fianco,tra gli altri,c’è Massimo Morsello, il cantautore noto come “Massimino”: un protagonista dei primi campi Hobbit. La sua testimonianza solitaria è trasformata dai giudici in una confessione e gli procurerà una severa condanna per devastazione e incendio. La guerriglia si consuma in 5 minuti. Si formano altre barricate, sono infrante vetrine, incendiati pullman. Centocelle segna il punto di non ritorno tra il FUAN romano e il MSI: molti,a cominciare da Pedretti,si indignano per la strumentalizzazione cinica e irresponsabile. Quando la direzione nazionale,arresasi all’impossibilità di normalizzare la situazione,decide la serrata, nessuno si preoccupa: con i “salti del bancone”si pagherà l’affitto. I “pugili”mandati a eseguire lo sfratto sono costretti a ripiegare, di fronte alla superiore “strumentazione”dei ribelli. Il 10 gennaio scende in campo anche la guerriglia rossa che a Talenti uccide Stefano Cecchetti, 18 anni.La sua colpa:stazionare davanti a un bar frequentato dai “fasci”indossando stivali Camperos,un must nel look“nero”.Da un’auto in corsa i COMPAGNI ORGANIZZATI PER IL COMUNISMO sparano nel mucchio ferendo altri due diciottenni. La sua morte insensata scatenerà un dibattito appassionato tra i giovani di sinistra. Cominciano ad affiorare voci di dissenso su una violenza cieca e che spara nel mucchio.
FONTE: Naufraghi/umt

Nessun commento:

Powered by Blogger.