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25 novembre ricordiamo le donne vittime della violenza dei goumiers in Ciociaria

Il 25 novembre si celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, indetta dall'Organizzazione delle nazioni uniti al fine di sensibilizzare su un fenomeno tutt'altro che sradicato, anche nelle società più sviluppate e progredita.

Nel nostro paese, dall'inizio dell'anno ad oggi ci sono stati ben 32 omicidi ai danni di donna, mentre per fortuna sono in calo i cosiddetti reati spia come maltrattamenti in famiglia, stalking, percosse, violenze sessuali.

Nella giornata di ieri tanti donne hanno dato vita ad una colorita manifestazione a Roma, sfilando per le vie della città eterna, anche alcuni giocatori della serie A sono scesi in campo, negli anticipi di ieri, con il volto segnato in segno di solidarietà con l'iniziativa.
Anche questo blog celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne ricordando le donne vittime nel maggio del 1943 delle "Marocchinate" termine con il quale vengono definiti tutti gli episodi di violenza sessuale e violenza fisica di massa, ai danni per lo più di donne di qualsiasi eta commessi dai goumier francesi nquadrati nel Corpo di spedizione francese in Italia (Corps expéditionnaire français en Italie - CEF) riproponendo una lettera dell'ex senatore Ferdinando Signorelli, pubblicata su Tuscia Web.

“La vergognosa inerzia dello Stato sulle marocchinate”, esordisce così Signorelli.
“E’ stata richiesta l’istituzione della memoria delle ‘marocchinate’ e la locuzione di ‘crimine contro l’umanità’, senza alcun risultato. Come pure sono stati interessati i vari governi per conoscere la sorte toccata alle 60 mila pratiche presentate dalle donne violentate per l’accertamento finalizzato al loro riconoscimento di vittime civili di guerra, ma senza nessun apprezzabile riscontro da parte della burocrazia, nelle cui agghiaccianti voragini si sono lasciate spegnere le speranze di un riscatto”

Ma cosa successe davvero quel giorno?
“Nei giorni che seguirono la caduta di Esperia, avvenuta il 17 maggio 1943, 7000 ‘goumiers’ marocchini devastarono, rubarono, razziarono, uccisero e violentarono circa 3500 donne, di età compresa tra gli 8 e gli 85 anni. Vennero sodomizzati circa 800 uomini, tra cui alcuni ragazzi e anche un sacerdote, don Alberto Terrilli, parroco di Santa Maria di Esperia, che morì due giorni dopo a causa delle sevizie. E molti uomini che tentarono di proteggere le loro donne vennero impalati”.
In una relazione degli anni Cinquanta si legge poi che “su 2mila donne oltraggiate, il 20 per cento fu riscontrato affetto da sifilide, il 90 per cento da blenorragia; molti i figli nati dalle unioni forzose. Il 40 per cento degli uomini risultarono contagiati dalle mogli. Senza contare la distruzione dell’80 per cento dei fabbricati, la sottrazione di gioielli, abiti, denaro e del 90 per cento del bestiame”.
“E, cosa ancora più triste – conclude Signorelli- le truppe omicide furono fatte sfilare, come “marcia premiale” il 4 giugno 1944 a Roma, in via dei Fori Imperiali.

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