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Verso le Europee 2019/l'assalto democristiano alle liste di Fratelli d'Italia


di Giuseppe Parente.

"Costruiamo insieme il grande movimento dei conservatori e dei sovranisti italiani, che parta dall’esperienza di Fratelli d’Italia ma che sappia anche aprirsi alle tante esperienze in cerca di una casa e di una causa. Un grande contenitore, plurale e coraggioso, per difendere la libertà, l’identità, la tradizione e l’interesse nazionale italiano". Parole chiare che non lasciano dubbi ad equivoci quelle pronunciate da Giorgia Meloni, d'altronde l'obiettivo politico di Fratelli d'Italia, nonostante gli ultimi sondaggi dicano diversamente, è quello di raggiungere e superare quota 4% alle prossime europee. 

Per evitare il flop delle europee del 2014 quando, da unico partito di destra presente sulla scheda elettorale, senza la spietata concorrenza della Lega, conquistò il 3,66% dei consensi grazie al voto di poco più di 1 milioni di elettori, occorre, nei 5 collegi elettorali, organizzare le liste con candidati forti, conosciuti, radicati sul territorio, che vantano pacchetti di migliaia di preferenze. meglio se provenienti da altre storie e culture politiche, come per esempio  Raffaele Fitto, figlio del politico democristiano Salvatore, presidente della Regione Puglia dal 1985 al 1988, anche egli governatore regionale dal 2000-2005 , in una coalizione di centro destra, poi Ministro degli Affari Regionali nel governo Berlusconi IV dal 2008 al 2011, parlamentare europeo di Forza Italia eletto nel collegio Italia Meridionale grazie al consenso di oltre 284 mila elettori, leader di Noi per l'Italia, la cosiddetta quarta gamba democristiana del centro destra, non eletto alle scorse politiche perché travolto dall'onda dei consensi conquistati dal Movimento Cinque Stelle, tra i presenti, in qualità di relatore, ad uno dei convegni promessi nella tre giorni di Atreju.
Tra gli ospiti, in qualità di persone interessante ad un avvicinamento politico al movimento politico guidato da Giorgia Meloni c'erano anche due esponenti di primo piano del centro destra in Campania: la sannita Nunzia De Girolamo ed il consigliere regionale casertano Domenico Zinzi.




Nunzia De Girolamo è stata una fedelissima del cavaliere di Arcore, eletta alla Camera dei Deputati nel 2008 nella lista del Popolo delle libertà, riconfermata alle politiche del 2013.
Da fine aprile 2013 è stata Ministro delle Politiche Agricole, alimentare e forestali. Successivamente, con la morte politica del Popolo delle Libertà, aderisce al Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, 
Nel gennaio del 2014, prima che la Camera voti una mozione di sfiducia nei suoi confronti, presentata dal Movimento Cinque Stelle, si dimetta dalla carica di ministro del governo Letta. Dimissioni che vengono accolte.
Nel settembre del 2015, in polemica con il suo partito appiattito, a suo dire, sulle posizioni del Partito Democratico, annuncia la sua fuoriuscita dal Nuovo Centro Destra per ritornare in Forza Italia.
Alle politiche di domenica 4 marzo si ricandida alla Camera dei Deputati come capolista nel collegio Bologna Imola poiché nel suo storico collego, quello di Avellino Benevento sarebbe seconda dietro Cosimo Sibila e per questo motivo accusa il coordinatore regionale Domenico De Siano ma non viene eletta.
Gianpiero Zinzi, avvocato casertano è figlio di Domenico, navigato politico casertano di cultura democratico-cristiana, già Presidente della Provincia di Caserta, deputato dell'Unione di Centro nella XV e XVI legislatura.
Consigliere regionale eletto nelle file di Forza Italia, a furor di popolo, nel collegio di Caserta, lo scorso 31 maggio si è visto revocare l'incarico di responsabile provinciale del partito guidato da Silvio Berlusconi. Il secondo schiaffo dai vertici azzurri perché alla 
vigilia della presentazione per le politiche si era visto sfilare il posto da capolista. Ed oggi in consiglio naviga solitario, senza più casacche.
Diceva Agatha Christie: «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova»

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