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Le leggi razziali, Forza Italia e l'uso politico della storia

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"Nel 1938 vennero approvate dal regime fascista una serie di norme antiebraiche che condussero allo sterminio di oltre ottomila persone. Il 5 settembre, in particolare, furono annunciati i provvedimenti di espulsione degli ebrei italiani dalle scuole. Nella memoria di tutti questa data resta impressa come un marchio doloroso, perché la scuola è il luogo dell'uguaglianza e della creazione di una coscienza civile condivisa. Per gli italiani di fede ebraica essere espulsi dalla scuola significò un'umiliazione e un' emarginazione indelebile che hanno segnato le vite di tutti coloro che sono stati vittime di questi infami provvedimenti. Noi ricordiamo oggi questo anniversario, ottant'anni dopo, perché il monito di quello che e' stato venga custodito dalle coscienze e trasmesso alle generazioni future, e affinché mai più accada che il nostro Paese sprofondi nel buio dell'antisemitismo e del razzismo, dimenticando i fondamenti della civiltà e dell'umanità".
L'uscita odierna della vicepresidente della Camera Mara Carfagna è un buon esempio dei rischi dell'uso strumentale della storia in politica. Perché qualcuno, invece di commuoversi per la tragedia degli studenti ebrei, potrebbe invece porsi una domanda: perché tanta sensibilità antifascista non è mai stata espressa quando Forza Italia era la forza egemone del centrodestra e Berlusconi il 25 aprile sistematicamente banalizzava o minimizzava l'importanza della Resistenza e le negatività del fascismo?

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