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Lo striscione di CasaPound al Sacrario di Redipuglia contro i lavori nel centenario della Grande Guerra

I militanti goriziani di CasaPound Italia hanno esposto all'esterno del Sacrario Militare di Redipuglia uno striscione : 1918 oltre il filo spinato, 2018 dentro la recinzione per protestare sul come vengono onorati gli eroi che riposano al Sacrario a cent'anni dalla fine della prima guerra mondiale.Per i militanti della tartargua frecciata sono idegni i lavori al Sacrario nell'anno del centenario della fine della Grande Guerra, non è cosi che si celebrano gli eroi che hanno combattuto per l'Italia, precisa Gabriel Porta, responsabili di CasaPound nella provincia di Gorizia.“Chi ha deciso la manutenzione del Sacrario proprio nell’anno delle celebrazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale, ha deciso di prendersi gioco dei nostri caduti - spiega il responsabile della tartaruga frecciata isontina - visto che i lavori termineranno appena a marzo 2019: una mancanza di rispetto incredibile oltre che ai caduti anche alle loro famiglie; dopo anni che il Sacrario dava segni di necessità di manutenzione, è stato scelto proprio l’anno nel quale si sarebbero dovute tenere le celebrazioni dei cent’anni dalla guerra, che saranno così monche e dimostreranno la bassezza culturale della classe politica che ha attivato i lavori”.

“Solo sei mesi fa si gridava allo scandalo perché Simone Di Stefano, segretario di CasaPound Italia, aveva girato un video celebrativo in cima al sacrario - sottolinea Porta - rendendo onore con parole semplici agli eroi che riposavano sotto di lui: quelle stesse persone oggi decidono di minimizzare le celebrazioni con una manutenzione che renderà inaccessibile il monumento fino a al prossimo marzo”.
“Noi cercheremo sempre - continua Porta - di tenere viva la memoria di chi ha dato la vita per la propria Patria, contrastando chi, come in questo caso, ne sporca la dignità: la Prima Guerra Mondiale ha dimostrato il valore, la tenacia e il coraggio degli italiani e deve essere esempio per tutti di attaccamento alla propria Patria, valore oggi ormai in decadimento. Coloro che riposano oggi al Sacrario di Redipuglia si sono sacrificati per permettere che in città come Trieste e Gorizia potessero tornare a sventolare i tricolori - conclude Porta - mentre oggi, a cent’anni dalla fine della guerra, quel tricolore sventola, pur fiero, oltre ad una rete arancione che manca di rispetto a chi per l’Italia diede la vita”.
Lo striscione, per dovere di cronaca, è stato celermente rimosso da una pattuglia dei Carabinieri e l'atto è stato segnalato all'autorità giudiziaria.

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