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Gli skinhead veneti: ma quale caccia allo straniero, in Sassonia risposta alle violenze


Riceviamo e volentieri pubblichiamo nota dell'associazione culturale Veneto Fronte Skinheads sugli avvenimenti recenti che hanno interessato la Sassonia e che hanno riacceso l'allarme circa l'esistenza di una onda nera che avrebbe dato vita alla caccia allo straniero.
In realtà, secondo il comunicato del Vfs tutto nasce come risposta alle violenze degli immigrati nei confronti dei cittadini tedesci come nel caso dell'omicidio di un cittadino tedesco avvenuto a Chemnitz per mano di due immigrati.

Gli avvenimenti recenti che hanno interessato la Sassonia e in particolare la città di Chemnitz hanno riacceso la miccia dell'allarmismo e dei titoloni sui giornali di mezza Europa e del nostro paese in particolare. I soliti hanno ovviamente cavalcato la trita e ritrita favola dello “si scatena la caccia allo straniero", ma in realtà bisognerebbe capire cosa sia realmente accaduto. In primis la manifestazione di protesta ha radici nell' OMICIDIO di un tedesco (peraltro di origini cubane) avvenuto nella città di Chemnitz per mano di due immigrati, uno siriano e uno afgano, giunti in città in quanto richiedenti asilo. Questo episodio è stato solo l'ultimo di una serie di violenze brutali che hanno visto la città della Sassonia tristemente protagonista negli ultimi sessanta giorni: il 31 Maggio (fonte: Bild) una quindicenne è stata orrendamente stuprata da un cittadino siriano, il 26 Luglio (fonte: Bild) due ragazzine dodicenni sono state abusate sessualmente in una piscina comunale da due richiedenti asilo, un episodio simile si era già verificato lo scorso 29 giugno (fonte : www. freipresse. de ). Lo stesso episodio scatenante parrebbe che sia stato causato dalla volontà della vittima di difendere la propria fidanzata da un tentativo di abuso da parte dei due omicidi. La situazione esplosiva, aldilà degli episodi, è l'ennesima polveriera che si palesa nel cuore della nostra amata Europa. Qualche mese fa scendemmo in piazza proprio a Chemnitz, in occasione della locale manifestazione del primo Maggio, per ribadire la nostra opposizione alla logica capitalistica della disgregazione delle nazioni e dei popoli. Ebbene oggi possiamo vedere a Chemnitz quali sono realmente i frutti marci di questa logica: l'esasperazione della gente di Chemnitz e la loro volontà di reagire viene bollata come cieca violenza o come "frutto di fake news" (cit. Michael Kretschmer, governatore della Sassonia) e immediatamente vengono mobilitate le "truppe cammellate dell'accoglienza" per dare vita ad un' insensata e provocatoria contromanifestazione. Bene. Noi invece in quella volontà di reazione vediamo, tra le nebbie dei lacrimogeni, il cuore d'Europa che batte ancora al grido di “Il popolo siamo noi”. Un grido che rimbomba dall' Atlantico agli Urali, diritto nello stomaco di coloro che l'Europa la hanno svenduta per anni e che ora come topi la rodono dall'interno per disintegrarla e dall'esterno per distruggerla. Da una scintilla nasce un fuoco e da un battito nasce un rombo: 

GIU' LE MANI DALLA NOSTRA GENTE

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