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Strage di Bologna, dalle macerie emergono pezzi di valigie

Dalle macerie della stazione iniziano ad emergere «elementi interessanti» per i periti chiamati a esaminare i reperti 38 anni dopo la bomba che il 2 agosto 1980 uccise 85 anni e ne ferì più di 200. 
Questa mattina, sono iniziati nell'ex caserma San Felice ai Prati di Caprara i lavori dei consulenti della Corte d'Assise, capeggiati dal professor Danilo Coppe e delle parti.
Erano inoltre presenti anche alcuni legali, sia della difesa dell'unico imputato in corso, Gilberto Cavallini, sia delle parti civili., fra cui l’avvocato Andrea Speranzoni.

“L’esame dei primi blocchi di materiale secondo l'avvocato Speranzoni, che assiste i molti familiari delle vittime , che in vista della perizia è stato tutto spostato all’interno di un hangar sterile (per 38 anni è rimasto all’aperto, esposto alle intemperie, ndr), ha evidenziato alcuni frammenti, probabilmente di cinghie di valigie o provenienti dagli effetti personali delle circa 300 persone che si trovavano in sala d’attesa al momento dell’esplosione’’. Da questi elementi, auspica il legale, “speriamo, grazie ai metodi di indagine scientifica e alle apparecchiature all’avanguardia di cui si dispone ora, che possa emergere qualche risposta in più’’.
I reperti saranno esaminati con le più sofisticate tecnologie alla ricerca di  eventuali tracce dell’esplosivo usato dai terroristi. Quanto ai tempi necessari per ‘setacciare’ le macerie, Speranzoni conferma quanto già annunciato dall’Università di Bologna nei giorni scorsi, vale a dire che “ci vorranno almeno due o tre settimane, lavorando mattina e pomeriggio, anche se in base alla quantità di materiale che verrà trovato questi tempi potrebbero allungarsi”.
Resta invece perplesso sull’effettiva utilità dell’analisi delle macerie il legale di Cavallini, Alessandro Pellegrini, anche lui presente ai Prati di Caprara: “Mi sembra difficile poter ricavare qualcosa di utile da materiale rimasto lì, senza protezione, per 38 anni, e su cui, non trattandosi di reperti sottoposti a sequestro, nel corso del tempo è stato gettato anche altro materiale”.
Nel frattempo, alla ripresa del processo, previsto per il 19 settembre potrebbe essere sentito Carlo Maria Maggi, in qualità di testimone.
Il medico veneziano, leader veneto di Ordine Nuovo, condannato in via definitiva lo scorso anno come mandante della strage di piazza della Loggia a Brescia è uno dei tre testimoni citati dai legali di parte civile.
Gli altri due sono Alberto Volo, siciliano, militante all'epoca di Terza Posizione, e Rosaria Amico, moglie di Francesco Mangiameli il leader siciliano di Terza Posizione ucciso dai Nar nel settembre del 1980.
Maggi potrebbe anche non presentarsi in aula, vista la sua età avanzata ed i suoi problemi di salute.

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