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Da delfino a tonno, la triste parabola di Gianfranco Fini,che sognava un ritorno in politica

Da delfino di Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale Italiano e storico segretario a tonno, da leader della coalizione di centro destra a imputato prossimo venturo.
Chi ha visto Gianfranco Fini? Quasi nessuno, a parte i parenti, gli avvocati e i magistrati della Procura della Repubblica di Roma.
Eppure solo qualche anno fa, era il Presidente della Camera dei Deputati, la terza carica della Repubblica ed era lanciato verso Palazzo Chigi. D'altronde era l'unico politico capace di raccogliere l'eredità di Silvio Berlusconi, mantenendo in vita la coalizione di centro destra.
Oggi è un signor nessuno. Le sue truppe sono disseminate ovunque, l'indice di gradimento è precipitato e i suoi interventi pubblici sono diventati una rarità, per davvero pochi intimi.
Ed ora pure il rinvio a giudizio per riciclaggio. Non un'accusa da poco, povero Fini.
Non bastavano gli errori politici commessi, negli ultimi anni, a raffica, la capacità di fare sempre la mossa sbagliata nel momento sbagliato, l'isolamento politico ed il tracollo, ora anche il rinvio a giudizio.
Ma al di là della casa di Montecarlo e delle connesse vicende giudiziarie, sulle quali, da garantista autentico, bisognerà aspettare le sentenze dei tribunali, è dal punto di vista politico che la vita di Gianfranco Fini ha subito un tracollo verticale.
Dalla lite con Berlusconi e la nascita di Futuro e libertà non ne più azzeccata una. E cosi l'uomo che aveva sdoganato la destra italiana del Movimento Sociale Italiano, creando Alleanza Nazionale e portandola al governo della nazione per la prima volta nel 1994, ha avuto l'infelice idea nel 2013 di virare al centro e presentarsi con Scelta Civica il movimento politico fondato dal banchiere Mario Monti, che dopo aver dissanguato gli italiani, non era proprio al massimo della popolarità.
Futuro e libertà alle elezioni del 24 e 25 febbraio del 2013 conquista solo lo 0,47% dei consensi alla Camera dei Deputati non eleggendo nessun rappresentate.
Da quel momento, complici anche i risvolti giudiziari e le attività dei Tulliani, Gianfranco Fini è diventato un personaggio davvero marginale sulla scena politica italiana.
Ogni tanto ha provato a tornare nel giro, con pessimi risultati. Comizi per pochi intimi, sedie vuote.
Pochi mesi fa, Gianfranco Fini ritornò in Parlamento per assistere alle solenne celebrazioni dei sessant'anni dei Trattati di Roma sull'Europa.
Che faccia di bronzo, commentò feroce il suo ex sodale di partito Maurizio Gasparri che dichiarò: chissà, forse ha scambiato Montecitorio per Montecarlo.
Negli ultimi tempi, nonostante l'inchiesta giudiziaria che lo vedeva coinvolto, Gianfranco Fini stava preparando il grande ritorno per fare l'allenatore di una nuova destra governativa anti sovranista.
In questa prospettiva, era stato intervistato da Radio Cusano Campus ed aveva ricordato al premier Conte che quando si parla di Russia non bisogna scherzare.
Bisogna ricordarsi, sosteneva Fini, che la Russia è una grande potenza che non ha mai conosciuto una democrazia analoga a quelle occidentali. Oggi c'è la democrazia autoritaria di Putin prima c'era il comunismo di Stalin, ancor prima c'era lo zar.
Insomma, caro Conte, non ti fidare di Putin, della Russia e dai retta ad uno che di politica ne mastica.


3 commenti:

  1. Analisi più che giusta e reale Fini ha commesso gravi e irreparabili errori, una cosa però Gasparri non si può sentire proprio

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  2. Aveva lo spessore da statista ma non il coraggio di farlo..poi le amicizie compromettenti e compagne sbagliate hanno fatto il resto.

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  3. Tira più un pelo di f.. che un carro di buoi. Doveva rimanere con la moglie che lo aveva reso padre. Il pusillanime ha dimostrato che prima come uomo non vale nulla con il mettersi con l'ex concubina del bancarottiere latitante a Santo Domingo Gaucci, l'arrampicatrice sociale Elisabetta Tulliani, poi anche come politico. Un fallito, ripeto prima come uomo, poi come politico. Ripeto merita solo di essere ricoperto di sputi. Ultima considerazione finale ma i suoi ex colonnelli non sono stati capaci di aprirli gli occhi in tempo, che razza di femmina era la Tulliani, che nel giro dei vip romani era molto ma molto conosciuta.Anche Sgarbi l'aveva conosciuta, ma Sgarbi evidentemente non è Fini.Pusillanime.

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