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Piano di Sorrento: bocciata la mozione antifascista. Le accuse del Pd: vigliacchi

 A Piano di Sorrento, comune di oltre 13 mila abitanti della città metropolitana di Napoli, da diverso tempo, il consigliere del Partito Democratico Antonio D'Aniello sta cercando di presentare, in consiglio comunale, la cosiddetta mozione antifascista.
Una mozione presenta in diversi comuni d'Italia, del nord, del centro e del sud del paese, isole comprese, in virtù della quale chiunque richieda, come associazione culturale e movimento politico spazi o contributi pubblici deve sottoscrivere una certificazione contro fascismo, razzismo e qualsiasi altra forma di discriminazione e intolleranza.
Una mozione, presentata dal consigliere di minoranza del Partito Democratico,  che è stata finalmente votata dal consiglio comunale di Piano di Sorrento e respinta, senza esitazione alcuna, dalla maggioranza, con una motivazione dal sapore diplomatico.
"Oggi l'apologia del fascismo in Italia è punita dalla Legge Scelba del 1952, che proibisce la ricostituzione, sotto qualsiasi forma, del partito fascista. Infatti la legge Scelba punisce chiunque fa propaganda o esalta pubblicamente esponenti, principi, fatti, metodi del fascismo o le sue finalità antidemocratiche, ricorda il capogruppo di maggioranza Alberino.
Nel quadro normativo si inserisce anche la Legge Mancino che punisce i reati di odio e di discriminazione razziale, pertanto conclude Alborino, la materia è già ampiamente disciplinata da leggi nazionali che nessun regolamento comunale può modificare o ampliare.
Il Partito Democratico, dopo la sconfitta della mozione antifascista, presentata da un suo esponente si infuria. La segreteria cittadina si scaglia contro il sindaco e la maggioranza con queste parole:  francamente inconsistenti sono le argomentazioni della maggioranza, che hanno tentato di nascondere la propria "tiepida" adesione ai fondamenti della democrazia repubblicana. Hanno provato a ripararsi dietro leggi esistenti, hanno balbettato la non necessità di approvare un atto già adottato in centinaia di comuni in tutta la nazione.
Come è stato detto durante il consiglio, è stata persa un'occasione, forse per vigliaccheria, per ignoranza o per opportunità politica. Non è stato compreso che il punto non era la necessità di questa dichiarazione ma l'opportunità di affermare che la nostra città p pienamente democratica, pienamente tollerante, pienamente antidiscriminatoria come è scritto nell'articolo 3 della costituzione.

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