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Il giallo verde unisce rossi e neri

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Il nuovo governo del cambiamento Lega Movimento Cinque Stelle comincia a produrre inedite convergenze contro l'establishment.
Miracoli" della post-ideologica Terza Repubblica o, più semplicemente, un po' di sana comprensione dell'interesse nazionale da preservare come piano orizzontale per lo sviluppo dell'elementare dialettica sociale? A questa domanda, prova a dare una risposta, il collega Antonio Rapisarda, con un interessante articolo, pubblicato da Il Tempo, storico quotidiano romano.

Articolo che rilanciamo per intero.

Che ci fanno insieme l’ex direttore di Rai4 Carlo Freccero, il post-comunista Stefano Fassina e i fascisti del terzo millennio di CasaPound? Semplice: applicano alla lettera la «benevolenza critica» - copyright di Giovanni Toti ma formula entrata un po’ in crisi proprio in Forza Italia – nei confronti del governo Legastellato o giallo-verde (dipenderà dalle sfumature che assumerà la strana alleanza) che dir si voglia. No, non è l’incipit di una barzelletta ma uno dei “miracoli” o degli effetti collaterali, questione di prospettiva, della post-ideologia sotto la cui ala sembra proprio voler nascere questa Terza Repubblica. A fronte delle chiusure polemiche di network come Confindustria e dei media legati all’establishment e di un’opposizione che si dividerà fra quella europeista targata Pd, quella “popolare” di Forza Italia e quella sovranista di Fratelli d’Italia, l’intesa Lega-5 Stelle proprio per la sua natura bi-populista sembra destinata a mettere in discussione il caro vecchio asse destra-sinistra nel nome della frattura sempre più concreta: quella del popolo contro élite. Il risultato è che sul tema dei temi del «governo del cambiamento» – quello del rapporto con il “superstato” Ue e i suoi vincoli – si stanno già registrando degli smottamenti, delle inedite corvergenze tra opposti: a partire da quelle tra esponenti della destra alternativa e politici ed intellettuali di matrice progressista.
Di adesione sostanziale al “salvinismo” si può parlare ad esempio nel caso di Carlo Freccero, consigliere di amministrazione della Rai nominato in quota 5 Stelle, per il quale non solo «è iniziato il cambiamento» ma questo lo ha coinvolto in prima persona: «Sono diventato patriota, per abbattere la Germania – ha spiegato -. Dobbiamo prenderci la rivincita su questa Germania che ha dominato. Per questo da sinistra sono diventato sovranista e patriota». Se la posizione di Freccero può essere interpretata come quella di un pensatore fuori dagli schemi che auspicava questa opzione già da tempo, la conferma di una rimodulazione delle categorie arriva da un ortodosso di sinistra come Stefano Fassina. Per il deputato di LeU – che ufficialmente sarà all’opposizione, a maggior ragione sul tema dell’immigrazione e della sicurezza - quello Legastellato non è si presenta di certo come «il governo che sognavamo». Detto ciò, però, è evidente a suo avviso un fatto: «Non giriamoci intorno, M5s e Lega hanno raccolto le domande di chi è colpito dal quadro dato», ossia dall’austerità di marca Ue. Se chi li attacca allora, per un capovolgimento dei vecchi schemi dialettici, «oggi è per lo più per la conservazione, noi, da forza che non fa parte di quel perimetro, dobbiamo riconoscere, se arriveranno, le misure che affrontano gli interessi che noi, la sinistra, non abbiamo rappresentato». Da quello che si legge, dunque, i giallo-verdi hanno finalmente riacceso un dibattito sui temi sociali a sinistra. 
Ma anche a destra sta succedendo qualcosa di analogo, dato che esistono degli osservatori interessati e pronti a scommettere sulla Terza Repubblica. «Sì, il governo Lega-5Stelle ha grandi potenzialità per fare cose molto interessanti», ha affermato Simone Di Stefano, segretario di CasaPound. Certo, la distanza ampia su temi considerati centrali dalle tartarughe frecciate «come l’Italexit e l’uscita dall’euro» c’è tutta, ma «gli interventi scorretti e scomposti di Mattarella, la reazione ignobile che tutti i media stanno orchestrando mi fanno pensare che in qualche modo stiano andando nella direzione giusta, e noi non ci metteremo certo ad attaccare il nuovo governo insieme a questi poteri antinazionali e anti-italiani».

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