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5 maggio 1945, Trieste. La polizia di Tito spara: 5 morti, decine di feriti

Ci sono tante storie tragiche nei giorni che seguono la fine della guerra civile nel 1945. E se aprile resta il più crudele dei mesi, anche maggio è stato assai duro. Questa storia, un massacro titoista nella Trieste appena occupata, ce la racconta la pagina Facebook di Avanguardia Trieste. Colgo l'occasione per ringraziare tutti quanti ci aiutano, con le loro notizie, ad alimentare il flusso informativo di questo blog e per scusarci con i lettori se qualche volta arriviamo in ritardo ...


5 MAGGIO 1945, a Trieste, un corteo con bandiere italiane procedeva per via Imbriani. La polizia comunista di tito, prima tentò invano di disperdere i manifestanti, poi sparò sulla folla tra corso Italia e via Imbriani uccidendo Claudio Burla, Giovanna Drassich, Carlo Murra, Graziano Novelli, Mirano Sancin e ferendo altre decine di persone, che furono ricoverate all'Ospedale Maggiore.

Anche le bandiere italiane ai balconi furono crivellate di colpi I partigiani, corsero dietro a chiunque si trovasse a tiro, persino dentro gli edifici privati. Alcuni salirono sui tetti per meglio controllare la situazione. Nel frattempo i prelevamenti di italiani a scopo di arresto, deportazione o infoibamento si accentuarono. Per giunta i dimostranti italiani non erano armati se non di qualche bandiera e di tanta speranza. La loro falcidie fu dunque assolutamente gratuita.Purtroppo la notizia della strage non ebbe vasta eco in Italia. Eppure i tragici eventi del 5 maggio 1945 davano un quadro molto preciso della situazione: la città era occupata da truppe straniere, che non esitavano a sparare sulla folla che osava manifestare pacificamente e gioiosamente la sua volontà di tornare all'Italia. Ma forse in Italia l'ordine del nuovo potere , nato dalla resistenza, alleata dei comunisti iugoslavi come degli anglo-americani ,era di dimenticare questi sventurati e ingenui fratelli in previsione della rinuncia a quei territori sacri per l’Italia!

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