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Livorno: aggrediti due militari in un locale perché votano CasaPound

"Seconda aggressione antifascista in pochi giorni a Livorno, dopo quella che ha visto protagonisti un paracadutista della Folgore e la sua compagna incinta. Ancora una volta bersaglio degli antagonisti due militari, assaltati sabato sera in un locale. Una decina di antifascisti li hanno aggrediti perché li avevano sentiti parlare del voto a CasaPound. Uno delle due vittime ne ha scritto alla pagina Facebook di CasaPound, spiegando: 'Ci hanno attaccato in dieci, e noi eravamo solo due, dandoci dei fascisti e dei sostenitori di CasaPound'.
Contattato da Cpi, il giovane ha spiegato di non aver sporto denuncia ma di voler far sapere l'accaduto per spiegare che queste azioni non intimidiscono chi vuole impegnarsi per migliorare il paese ed esprimere liberamente il proprio voto". Ne dà notizia il movimento in una nota, ricordando come negli ultimi giorni ci sia stata anche a Taranto una gravissima aggressione nei confronti di un 62enne candidato al Senato e di un simpatizzante 70enne, oltre a decine di episodi di danneggiamenti di sedi in tutta Italia.
"Abbiamo chiamato il militare per esprimergli la nostra solidarietà - afferma Eugenio Palazzini, coordinatore di CasaPound in Toscana - Per fortuna i due ragazzi non hanno riportato gravi ferite, solo qualche contusione. Eppure questo non rende meno grave quanto avvenuto: oramai non si tratta nemmeno più di un attacco nei confronti dell'avversario politico, ma di un pestaggio intimidatorio nei confronti di un semplice elettore, neanche fossimo dentro Gomorra. Per l'ennesima volta chiediamo al governatore Rossi di prendere le distanze da quanto sta accadendo e di intervenire per ripristinare la legalità a Livorno e in Toscana. Lui, come Grasso e Boldrini, non dimentichino che prima di pensare al piccolo interesse del loro partito, dovrebbero pensare al benessere degli italiani, visti i loro incarichi istituzionali. Stesso discorso per il sindaco Nogarin: va bene prendere le distanze, ma Livorno non può essere terra di nessuno dove non solo non è garantita l'agibilità politica di tutti ma nemmeno i cittadini possono più parlare liberamente senza rischiare".

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