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23 marzo 1974: il sanbabilino Pastori uccide un passante scambiandolo per poliziotto

La sera del 23 marzo 1974 due sambabilini, Alessandro Danieletti e Marco Pastori vanno, verso le undici, a un appuntamento con dei ricettatori, nella boscaglia del parco Lambro. Pastori, allora diciassettenne, appena evaso dal riformatorio Beccaria, è molto nervoso. Mentre aspettano, qualcosa si muove dietro un cespuglio. Pastori spara tre colpi e ferisce a morte un impiegato di banca. E' un passante ma il giovane fuggitivo lo ha scambiato per un poliziotto in borghese. La mattina del 25 marzo, i "neri" si rivedono: "Devi sbarazzarti della pistola", disse Danieletti a Pastori. "Sì, ma ho ancora qualche colpo. Andiamo a spararlo ai ' rossi' ". Così i due saltano su una Fiat 128 per un improvvisato raid contro le roccheforti della sinistra a Città Studi. Era mezzogiorno; passano veloci davanti alla facoltà di Architettura sparando tre colpi, poi altri cinque contro la Casa dello studente (nella foto): feriscono un passante e una bambina di nove anni, Chiara. Pastori è arrestato subito dalla polizia, Danieletti è invece catturato due mesi dopo, a Pian del Rascino, al termine della sparatoria in cui viene ucciso il capo militare delle "bande nere", Gianluigi Esposti
Quando Danieletti e Pastori si reincontrano in carcere Pastori lo rassicura: "Non dobbiamo preoccuparci per il parco Lambro, un amico ha cambiato la canna della pistola". Dopo il raid di Città Studi, la Beretta 22 era finita, per coincidenza, in mano allo stesso perito balistico che si stava occupando del delitto del parco. Nessuno ricollegò la calibro 22 usata per l' attacco all' Università con l' arma del delitto di Parco Lambro, dal momento che un perito corrotto aveva cambiato la canna della pistola. Per ricostruire i due delitti sarà necessario il pentimento di Danieletti, arrestato per droga nel 1985. E due anni dopo arriverà la condanna per omicidio per 9 anni e sei mesi a Pastori. 
Pastori però è già fuggito nuovamente dal "Beccaria" e, da allora e fino al luglio 1994, si è dato alla latitanza. Munito di falsi documenti italiani, da almeno dieci anni Pastori conduceva una vita lussuosa. La sua casa è stata circondata mentre era in corso una festa e l' uomo è stato bloccato mentre tentava di allontanarsi a bordo di un motorino. "Sono stanco, sapevo che prima o poi mi avrebbero arrestato" ha detto agli agenti che lo hanno catturato.

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