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Da Livorno a Bologna: continua la campagna elettorale dell'estrema sinistra antifascista


"Minniti, Boldrini, Grasso, Renzi, Gentiloni. Dove siete, anime belle della democrazia, che non vi abbiamo visto? A questi signori non avete nulla da dire?" Giorgia Meloni, leader di fratelli d'Italia, è circondata dai militanti dei centri sociali livornesi, che le impediscono di svolgere il suo tour elettorale tra i commercianti del centro, ma se la prende con i vertici delle istituzioni. Il ministro degli Interni risponde immediatamente all'appello. Le telefona, le esprime solidarietà, le assicura un maggior impegno delle forze dell'ordine per garantire tutti gli spazi di democrazia in campagna elettorale. Il problema è serio e Minniti se ne rende perfettamente conto.
Non passa giorno, ormai, da quando è iniziata la campagna elettorale senza un episodio di violenza politica dell'estrema sinistra. Sfogliamo a ritroso l'agenda dei giorni che hanno preceduto gli incidenti odierni di Bologna, con gli antagonisti che si scontrano con la polizia per impedire il comizio elettorale di Roberto Fiore:
Martedì 13. Livorno. Dopo la contestazione in strada assaltata l'auto di Giorgia Meloni.
Domenica 11. Cosenza. Forza Nuova costretta a cambiare location per il suo meeting elettorale per la contestazione dei centri sociali
Sabato 10. Piacenza. Corteo dei centri sociali contro l'apertura della sede di CasaPound. Attaccati i carabinieri: uno finisce a terra e viene pestato violentemente. feriti altri 4 militari. Torino. Corteo antifascista contro la commemorazione di Forza Nuova per le foibe. Scontri con le forze dell'ordine.
Venerdì 9. Trento. Corteo anarchico contro CasaPound che commemora le foibe. Vandalismi contro la sede di Fratelli di Italia e di un attivista di destra condannato per tentato omicidio di un avversario politico
Giovedì 8. Massarosa (Lucca). Antagonisti contestano raduno elettorale di CasaPound, si scontrano con la polizia (alcuni contusi) e poi occupano per protesta la sezione del Pd. Padova. I centri sociali contestano un'iniziativa di Fratelli d'Italia sulle foibe invocando la strage di Acca Larentia. cariche della polizia 
Mercoledì 7. Macerata. Gli antifascisti occupano la piazza prenotata da Forza Nuova per la manifestazione proibita dal prefetto. Seguono scontri tra forze dell'ordine e neofascisti che violano il divieto
Martedì 6. Macerata. CasaPound costretta a cambiare sede per la sua presentazione elettorale poiché gli antagonisti hanno assaltato con lancio di fumogeni il bar del centro che doveva ospitare l'evento.
Piccole cose, a basso tasso di violenza, ma questo stillicidio quotidiano dà il senso di un disegno politico preciso. L'estrema sinistra che non partecipa alla kermesse elettorale marca la sua presenza negando il diritto di parola a tutte le organizzazioni neofasciste (comprendendovi anche i Fratelli d'Italia che di quella tradizione sono oramai lontani eredi). Questa spirale, innescata dal raid terroristico a Macerata del fascista Luca Traini, non deve essere sottovalutata ma neanche enfatizzata. Non reggono ovviamente le analogie e i suggestivi richiami agli anni di piombo: la violenza che scandiva la vita quotidiana dell'epoca era diversa per qualità e quantità. La campagna elettorale del 1972 fu aperta dalla morte in un attentato fallito dell'editore Giangiacomo Feltrinelli e chiusa dalla tragica fine dell'anarchico Serantini, pestato dalla polizia durante gli scontri per un comizio del Msi e non curato in carcere. Poi dal 1974 irruppero sulla scena terrorismo rosso e nero: il sequestro Sossi, la morte di Mara Cagol, l'omicido del giudice Coco, l'assalto alla sede della Dc romana con due poliziotti da una parte, la strage di Brescia, l'omicidio di Jolanda Palladino e del giovane De Rosa per cui furono condannati esponenti del Msi dall'altra. 
UN SEGNALE DI SPERANZA
il confronto duro ma corretto, nel primo duello televisivo, tra Laura Boldrini e Matteo Salvini, i campioni dei due schieramenti su un nodo caldo e divisivo come l'immigrazione e il razzismo, è un segnale di speranza che si possa tenere lo scontro sul terreno della dialettica politica, ma il compito delle forze dell'ordine resta impegnativo e fa bene il ministro degli Interni ad aumentare l'impegno e la vigilanza

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