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Conferenza annullata. De Benoist replica alla Feltrinelli: "Caccia alle streghe"


Alain de Benoist risponde alla Fondazione Feltrinelli che lo informa di aver annullato la sua conferenza dopo un appello internazionale di 23 intellettuali di sinistra impegnati nella ricerca sulla destra. Il testo della lettera dello studioso francese è stato diffuso dal Foglio:
Non avevo alcuna intenzione di immischiarmi nella campagna elettorale italiana! Mi sembra che lei abbia ceduto alle pressioni della piccola bolla che fomenta l’odio che vi ha indirizzato una grottesca ‘lettera aperta’ e intimato di non darmi la parola. Peccato. Non ho chiesto di essere invitato a questa conferenza. La fondazione Feltrinelli mi ha contattato la scorsa estate per invitarmi. Mi dissero che volevano organizzare un ciclo di conferenze sulla questione Destra-Sinistra. Era l’argomento di uno dei miei ultimi libri, che è anche stato tradotto in italiano: ‘Populismo. La fine della destra e della sinistra’ (Arianna, Bologna, 2017). Ho accettato l’invito, che poi è stato confermato più volte lo scorso gennaio. Pochi giorni fa, ho sentito parlare di una ‘lettera aperta’ alla Fondazione Feltrinelli nella quale si diceva, per ragioni non chiare, che questo invito era in qualche modo scandaloso e si chiedeva di cancellare l’annunciata discussione. Questa lettera è stata firmata da italiani di cui non ho mai sentito parlare e da quattro o cinque studiosi francesi completamente sconosciuti, a eccezione di Eric Fassin, un sostenitore estremista dell’ideologia gender, lo stesso Eric Fassin che qualche mese fa aveva dibattuto con me abbastanza normalmente alla radio pubblica France-Culture.
Secondo me non è solo incredibilmente intollerante e pieno di odio, ma anche estremamente stupido. Prova ad attribuirmi tesi che non sono mai state le mie, e prova a stabilire una connessione tra me e Florian Philippot, che non ho mai incontrato una sola volta in tutta la mia vita (in 45 anni inoltre non ho mai votato per il Front national)”.
De Benoist ha così commentato con il Foglio la questione del free speech: “Mi pare che ci sia un grosso problema. Non sono membro di nessun partito politico. Sono uno scrittore e un filosofo, specializzato in filosofia politica e nella storia delle idee. Ho pubblicato 110 libri, inclusi tre libri contro il razzismo e la xenofobia, 2000 articoli e fatto più di 700 interviste. Oltre 45 di questi libri sono stati tradotti in Italia. Ma mi sembra abbastanza evidente che le persone che hanno firmato la lettera non hanno la benché minima idea di ciò che ho scritto. Non mi leggono. Hanno chiesto la soppressione della conferenza perché hanno sentito questo o quello, o solo per ragioni collegate alla politica italiana. Questo tipo di persone ha un problema reale con le idee e il free speech. Non sanno che cos’è un dibattito intellettuale (o forse sono semplicemente incapaci di dibattere, a causa delle loro modeste abilità cognitive). In ogni caso è un peccato. La storia recente ha dimostrato che quando uno comincia a impedire le discussioni intellettuali, poi arriva un momento in cui i libri vengono bruciati, poi arriva un altro momento in cui le stesse persone vengono bruciate. È la logica base della caccia alle streghe”

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