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Con Salvatore Francia se ne va uno degli ultimi dirigenti del Movimento Politico Ordine Nuovo


L'annuncio sulla sua pagina facebook, da parte di un antico sodale: si è spento in Puglia, dove si era ritirato da tempo, Salvatore Francia, l'unico sopravvissuto del gruppo dirigente di Ordine nuovo che, rifiutando l'ombrello del Msi, aveva dato vita alla breve esperienza del Movimento politico Ordine nuovo, sciolto per decreto dopo la condanna in primo grado per ricostruzione del partito fascista. 
Una storia così ricostruita dallo stesso Salvatore Francia nel suo blog dedicato alla storia di Ordine Nuovo: 

Il nostro gruppo si enucleò all'interno del M.S.I. negli anni che vanno dal 1950 al 1954, man mano che la cosiddetta "corrente giovanile" era assorbita negli incarichi direttivi o si frantumava in rivoli diversi, perdendo comunque quella che era stata la sua possente unità operativa, la quale aveva fatto credere possibile un rinnovamento integrale dei "vertici missini". Lo chiamammo "Ordine Nuovo" per sottolineare la visione globale e strategica che indicavamo al M.S.I. che stava scadendo irrimediabilmente sul piano del riformismo. Dopo il Congresso di Milano del '54, uscimmo dal Movimento Sociale Italiano iniziando -attraverso la rivista "Ordine Nuovo"- un'opera di approfondimento culturale e dottrinario, che ritenevamo indispensabile premessa per ulteriori iniziative. Poi, verso il 1960, cominciammo ad articolare una nostra embrionale struttura organizzativa, basata sulla selezione degli aderenti e sulla loro preparazione ideologica. Successivamente, a seguito di un raduno tenuto a Roma nell'estate del 1965, entrammo in una fase contrassegnata da un più organico sviluppo organizzativo e da un crescente impegno politico, propagandistico e proselitistico. Pur restando immutati i caratteri basilari della nostra organizzazione, "Ordine Nuovo" sta così gettando le premesse di un’iniziativa politica a vasto respiro che sappia fronteggiare le conseguenze sempre più gravi dello scadimento organizzativo, politico e psicologico, diremmo della vera e propria "degradazione" alla quale sono stati e sono soggetti tutti i partiti, i movimenti e i gruppi cosiddetti di destra. E ciò proponendo dal "Paese reale", un’alternativa rivoluzionaria al fatiscente sistema dei partiti.
Reggente torinese del Movimento Politico Ordine Nuovo, Salvatore Francia, insieme alla sua compagna Adriana Pontecorvo e altri militanti piemontesi sarà condannato per cospirazione politica in un processo promosso dal giudice Violante che mette insieme le attività del Mpon piemontese e di ex attivisti toscani, a partire da un campo estivo nell'estate nel 1972, che in realtà era stato gestito dal Msi. Intanto però Francia è dovuto rifugiarsi all'estero per sottrarsi alla grande ondata repressiva scatenata contro il MPON. E proprio il fermo, nell'estate 1974, di un militante torinese che funge da agente di collegamento tra il leader riparato Oltralpe, e la Pontecorvo che regge in sua vece il gruppo dei militanti piemontesi, innesca l'inchiesta Violante: 
Il 23 novembre 1973, rendendo esecutiva una sola sentenza di primo grado, il Ministro dell'Interno Paolo Emilio Taviani, contro il parere del Consiglio dei Ministri, che considerava anticostituzionale una simile misura, impose un Decreto Legge con il quale il Movimento Politico Ordine Nuovo era messo fuori legge, anche se in assenza di valide motivazioni. La repressione più feroce aveva inizio: perquisizioni, sequestri, licenziamenti, carcere, esilio, mandati di cattura a getto continuo, senza fondamento alcuno, perseguiteranno militanti e dirigenti in Italia ed all'estero. Elio Massagrande, fra i fondatori del M.P.O.N. morirà in esilio, come il Segretario Nazionale -anch'egli fra i fondatori- l'indimenticabile e mai dimenticato Clemente Graziani. Le richieste d'estradizione richieste a Grecia, Inghilterra, Spagna saranno rifiutate, mettendo in ridicolo il Governo italiano. Solo la Germania la concederà, ma solo perchè il Governo italiano mentì spudoratamente, falsificando la documentazione inviata alla Magistratura tedesca, che inizialmente riteneva ridicole le motivazioni addotte. Inutili i ricorsi ad Amnesty International: occorreva avere qualche "padrino" che, evidentemente, non solo non c'erano ma nessuno avrebbe mai voluto avere. Inutili i ricorsi all'A.C.N.U.R. : la risposta - ridicolmente assurda- fu che gli ordinovisti erano stati costretti ad uscire dall'Italia non "per ragioni politiche", ma "per sottrarsi ad un procedimento giudiziario"...! Contrariamente alle assurde fole diffuse dai "media". mai nessuna "Internazionale Nera" è mai esistita, e gli ordinovisti dovettero affrontare tutte le difficoltà dell'esilio in solitudine e miseria, braccati dalle Autorità italiane, in collaborazione con le polizie dei Paesi in cui erano localizzati. Non fu facile sopravvivere, come non fu facile per le famiglie e le persone care rimaste in Italia, in ansia per i propri congiunti dei quali solo raramente riuscivano ad avere notizia.Gli ordinovisti, rimasti in carcere o liberi in Italia, e quanti scelsero di continuare la difesa delle posizioni in esilio, ressero la prova con dignità ed onore. Era e rimane la cosa più importante, per poter essere d'esempio alle generazioni future.
Dal rientro in Italia, estradato dalla Germania, si impegnerà nei numerosi processi in cui compare come testimone a difendere il MPON dalle accuse di terrorismo e a contestare le tesi storiche e giudiziarie che asserivano la contiguità tra ordinovisti e avanguardisti. Nel volume "Radici storiche e ragioni della strategia della tensione", edito vent'anni fa da Società editrice Barbarossa, per la prima volta trova sistematica esposizione la tesi controcorrente che la strategia della tensione sia stata funzionale alla crescita del Pci e non finalizzata alla sua esclusione dal legittimo gioco democratico.

3 commenti:

  1. qualcuno sa se si trova ancora il libro di Salvatore Francia "La Repubblica Sociale Italiana e il contesto internazionale" (Società Editrice Barbarossa)? grazie

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