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Flavio Pagano(Fronte Identitario) con Salvini premier per ricostruire la destra

(G.p)Giovedì 7 dicembre, con inizio alle ore 17, alla stazione marittima di Napoli dalla sinergia tra il Fronte Identitario, il Movimento Nazionale per la sovranità e la Lega si getteranno le basi per la nascita di un polo sovranista.
In esclusiva per i lettori del nostro blog intervisto Flavio Pagano responsabile regionale della Campania del Fronte Identitario.


Il Fronte Identitario si allea con il Movimento nazionale per la sovranità di Gianni Alemanno e Francesco Storace e sostiene le ambizioni di Matteo Salvini aspirante premier per la coalizione di centrodestra. Su quali temi si fonda questa alleanza, in particolar modo nel sud Italia?

Sui temi che sono comuni a tutte le formazioni identitarie d’Europa: la difesa della sovranità nazionale, la tutela delle fasce sociali più deboli travolte da una crisi economica figlia della speculazione finanziaria. E, non ultimo per importanza, sulla convinzione che un’immigrazione di massa e senza controllo come quella sostenuta dalla sinistra sia un pericolo per il nostro Paese. Centrale, inoltre, è la convergenza sulla necessità di mettere in campo politiche attive per la difesa del lavoro italiano, tanto nel senso della difesa dei diritti dei lavoratori che di tutela delle nostre imprese strategiche dalle “campagne acquisto” messe in atto da gruppi imprenditoriali stranieri.

La destra italiana si è sempre caratterizzata per le battaglie meridionaliste, non ritieni che una alleanza con la Lega sia difficilmente proponibile al Sud?
L’attenzione per i territori, la possibilità di favorire una maggiore vicinanza ai cittadini attraverso l’assegnazione alle amministrazioni locali ed alle Regioni di nuove competenze, se inserite in un quadro di salda unità nazionale, non sono distanti dalla sensibilità della Destra. Ecco, l’abbandono delle velleità secessionistiche proprie della Lega bossiana da parte di Matteo Salvini ha reso possibile un incontro con la Destra. Unità nazionale e valorizzazione delle realtà locali non sono in contrasto, tutt’altro. Del resto l’Italia è il Paese degli ottomila campanili: la ricchezza delle sue identità locali – ed il legame degli italiani con le proprie città e i propri borghi d’origine - è uno degli elementi costitutivi della nostra identità nazionale. Sul piano pratico: le regioni del Mezzogiorno puntando ad acquisire maggiore autonomia – e dimostrando di saperne fare buon uso! – potranno anche avere modo di ottenere maggiori risorse da investire sui territori.

L'alleanza con la Lega verrà sancita a Napoli, perché?
Proprio per sottolineare il superamento di una fase politica della Lega. E per richiamare l’attenzione su un dato di fatto ineludibile: questo Paese o si salva tutto intero o va in malora nel suo insieme. Chi immagina di potersi rifugiare in una micropatria, magari asservita in tutto e per tutto alla Germania o alla Francia, è fuori dalla storia. Oggi l’interlocutore, spesso l’avversario, è a Bruxelles. Partire da Napoli, poi, è anche un modo per sottolineare con forza la centralità del Mezzogiorno ed il ruolo che deve rivestire all’interno del Paese: vogliamo archiviare definitivamente il Sud “piagnone”, sempre teso a scaricare su altri la responsabilità di ritardi e problemi, per costruire finalmente un Mezzogiorno attivo, pronto a dire la sua ed a giocare un ruolo da protagonista in Italia ed in Europa.

Leggendo con la massima attenzione il Talebano, vostro sito on line di riferimento, parlate di valori di destra e di ricostruzione della destra politica in Italia, perché avete preferito una alleanza con la nuova Lega, finalmente a carattere nazionale, di Matteo Salvini e non anche con Fratelli d'Italia?

Per dialogare bisogna essere in due. In occasione del recente congresso di Trieste da Fratelli d’Italia sono arrivati più veti e chiusure che aperture al confronto. Un paradosso per chi ha sempre criticato l’atteggiamento “padronale” tenuto da Berlusconi all’interno della coalizione di centrodestra. Le uniche aperture che abbiamo visto sono quelle fatte a vecchi transfughi che hanno scelto Fdi nella speranza di ottenere una candidatura che forse altrove gli sarebbe stata negata. Mi riferisco, giusto per fare qualche esempio, a Daniela Santanché ex Fi e Bruno Mancuso ex Ap.

Alle prossime elezioni politiche, nell'area del centro destra avremo ancora due destre, distinte e distanti quella incarnata dalla Lega, dal Fronte Identitario e dal Movimento nazionale per la sovranità e quella dei Fratelli d'Italia mi spieghi il perché di questa divisione?

Ripeto, per dialogare è necessario essere in due. Inoltre fino a poco fa anche la linea politica di Fdi è stata abbastanza altalenante: Giorgia Meloni riusciva a passare con grande disinvoltura dal vedere nel Ppe l’orizzonte politico di Fdi al sostenere Marine Le Pen. Se dopo Trieste Fratelli d’Italia ha scelto con convinzione una linea sovranista ed identitaria non possiamo che esserne contenti. E’ una base su cui in futuro, magari superata la convulsa fase elettorale, sarà possibile avviare una riflessione comune.

Quindi, in conclusione la manifestazione del 7 dicembre a Napoli sancirà la nascita di un sorta di partito unico dei sovranisti con Matteo Salvini premier?
A Napoli nascerà un’alleanza fra uomini e donne liberi, fondata sulla convinzione che è indispensabile un cambio radicale delle politiche seguite dagli ultimi governi a guida Pd. Un momento di rottura con le politiche dettate da Bruxelles – spesso imposte da Berlino - che tanto danno hanno fatto al Paese, quasi che il rigore contabile sia l’unico valore da tenere in considerazione. Noi pensiamo che prima dei conti in ordine venga il benessere dei cittadini, inteso come possibilità di accedere a servizi essenziali come la sanità, la scuola, il trasporto pubblico; servizi che devono essere efficienti. Avere i conti in ordine è importante, ma più importante ancora è ridurre la sacche di povertà che invece crescono nel Paese, ridurre la disoccupazione giovanile. La Grecia punta ad avere i conti in ordine, ma sulla pelle dei suoi cittadini: oggi il Paese è un campo di macerie. Occorre una proposta politica di rottura, che sappia guardare oltre gli schemi del politicamente corretto. Ed è quello che la destra ha sempre fatto. Matteo Salvini è il leader che oggi consente a forze diverse di ritrovarsi unite per portare avanti questa alternativa per il Paese.




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