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Meloni apre ad Alfano solo se si nasconde

(G.p)Il collega Francesco Pacifico dalle colonne de Il Mattino di venerdì 11 agosto intervista Giorgia Meloni, leader indiscussa di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale sui temi dell'attualità politica, tra cui le prossime elezioni amministrative siciliane, dove Meloni pensa ad un centro destra unito e coeso con Alfano in coalizione se e solo se rinuncia al proprio simbolo.
Intervista che riportiamo per intero.



Soltanto in Sicilia e senza presentare il simbolo. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia pone le sue condizione per raccogliere Angelino Alfano nel centro destra. Ma soltanto per le prossime amministrative. "Io non credo nella chimica delle alleanze, ma nella serietà della politica. Alle scorse elezioni amministrative a Roma si volle allargare la coalizione. Bene quell'alleanza guidata da Marchini arrivò al 10 per cento, io con un progetto chiaro presi il 21
Senza Ap perdete la Sicilia e regalate i centristi al Pd.
Non vedo Alfano e Renzi vincere nell'isola o a livello nazionale. E' per certi aspetti un passaggio simile farebbe solo chiarezza. Qui non è una questione di nomi, il problema per me è che alcuni si ritengono interscambiali, credono normale stare da una parte o dall'altra diametralmente opposta. Io mi considero tutto il contrario di quello che ha fatto Renzi e che Alfano ha appoggiato.
Davvero Forza Italia e Pd non sono tanto diversi?
Io penso di si. Ricordo ancora quando nel 2013 Berlusconi, che aveva dalla sua il voto popolare, fu fatto fuori da certi poteri forti.
In Lombardia state con Alfano
Io guarderei al modello ligure, con liste civiche d'ispirazione alfaniana senza simbolo, sulle quali non porrei alcun problema, lasciando l'ultima parola al candidato governatore, che per me in Sicilia dovrebbe essere Nello Musumeci.
Ma questo percorso non dovrà portarci a un accordo nazionale con Ap, con chi ha contribuito allo sbarco di 500 mila immigrati
Anche Alfano pone paletti.
No, lui tratta contemporaneamente con il Pd. Ognuno fa quello che ritiene giusto a casa sua, ma nessuno si permette di mettere bocca in quel che dico io.
Un'intesa con Ap rafforzerà il proporzionale?
Spero di no, perché il proporzionale ha come vero obiettivo l'inciucio. Noi viviamo in un sistema maggioritario, serve il premio di maggioranza per governare. E nelle ultime riunioni del centro destra, dove si è deciso di lavorare a una proposta comune, ci stiamo indirizzando verso questa direzione

Brunetta è per il tedesco.
Il vento sta cambiando, in Forza Italia si sono resi conto che Renzi è bollito. Con Berlusconi ci vedremo a settembre per il programma. Decideremo anche sulla Sicilia? Io ho già deciso.
Intanto sulla Sicilia, parlate di candidati e non di programmi.
Non noi di Fratelli d'Italia. Stiamo lavorando ad un seri progetto per la Sicilia, base per una più ampia piattaforma per il Mezzogiorno. Nelle ultime settimane ho girato tutta l'isola per avere conferma che qui esistono questioni che, in piccolo, sono rappresentative di tutto il meridione. Per esempio il tema degli sbarchi,. che colpisce maggiormente questa regione: è curioso che i nostri governi si siano occupati di Sud del mondo e non di Sud Italia. Che lasciano scappare i nostri figli per occuparsi di quelli fuggiti dall'Africa.
Che c'entra l'immigrazione?
Davanti alla Valle dei Templi, il più grande centro archeologico del mondo, c'è un centro d'accoglienza. Il gestore si è presentato dicendomi: io non sono un volontario, sono un imprenditore. E mi ha raccontato che aveva una un albergo a cinque stelle, ma quando le cose sono iniziate ad andare a male, l'ha riconvertito in un centro per la cura dei disagi alimentari, che in Sicilia non esiste.
Bene, mi ha raccontato che i dirigenti regionali non l'hanno neppure voluto incontrare. Mentre, quando ha deciso di fare il Cara, gli stessi funzionari l'hanno convocato il giorno prima che presentasse il progetto.
La morale?
Che non è possibile che la politica faccia dell'immigrazione un business e non si preoccupi delle attività economiche. Prendiamo l'agricoltura: a Vittoria non raccolgono più il Pachino perché la grande distribuzione paga 20 centesimi al chilo e lo vende alle imprese conserviere o alla Gdo a un euro. Poi c'è tutto la questione dell'olio di oliva da difendere dalla concorrenza del Maghreb, l'Europa che ci chiede di eradicare anche gli alberi non affetti da xylella o di fare formaggi con il latte in polvere e non con il caglio. Senza dimenticare la vergogna dell'accordo Ceta, che ci costringerà a comprare grano con il glisofato, da noi considerato cancerogeno, o il parmesan. E perché lo si fa?
Perchè?

Perché i nostri prodotti sono migliori dei nostri concorrenti internazionali e si vuole livellare la qualità. Queste sono questioni che riguardano tutto il Meridione, non solo la Sicilia. Anzi sono problematiche del paese, che si rilancia se si danno al sud le stesse opportunità e gli stessi diritti del Nord.
Le altre vostre proposte per il Sud?
Alle feste di Atreju, non a caso intitolata Tempi di patrioti, vogliono ragionare sulle tante spinte centrifughe nel paese, rappresentate al Nord come al Sud, dai referendum autonomisti. Noi invece guardiano più al presidenzialismo per garantire l'unità nazionale e un percorso di rivisitazione delle autonomie. L'otto settembre poi saremo a Termini Imerese, luogo dell'industrializzazione e delle deindustrializzazione dell'area, per discutere di turismo, di lavoro, di innovazione, di diversa tassazione dell'imprese.
Per esempio vogliamo agevolare chi, in base al fatturato, ha il più alto rapporto di occupati. E in una fase di denatalità fortissima al Sud vogliamo introdurre il redditto dell'infanzia, la nostra risposta al demagogico reddito di cittadinanza grillo: 400 euro al mese per i figli dagli 0 ai 3 anni.



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