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CasaPound, "Chi difende le Ong si schiera con i trafficanti"


“Ong infamia senza lode: no al business dell’accoglienza”. È quanto si legge sullo striscione affisso da CasaPound Italia Cremona in viale Trento e Trieste nei pressi della casa dell'accoglienza e a Gussola, in piazza Comaschi, dove "una onlus ha sfrattato una famiglia di immigrati indigenti per accasare in un appartamento privato i nuovi 'migranti', ben più redditizi".
“Finalmente – spiega Cpi Cremona - anche il governo italiano si è accorto che diverse Ong si rendono complici degli scafisti, ma invece di rallegrarsene importanti voci della nostra comunità stigmatizzano questo risveglio dello Stato. Pensiamo, per esempio, a monsignor Perego, che ha sostenuto che l’azione delle Ong va ‘lodata e non biasimata’”.
“Dunque – prosegue la nota del movimento - il fondatore della casa di accoglienza di Cremona si schiera a sostegno di chi facilita, ma forse si dovrebbe dire incentiva, gli scafisti e il loro abominevole traffico di persone. Si tratta di una posizione nefasta per l’Italia e per gli stessi migranti, moltissimi dei quali, ormai è arcinoto anche questo, sono costretti a imbarcarsi contro la loro volontà. È vero, come ha detto anche il Papa, che il Mediterraneo è diventato un cimitero, ma non è agevolando la vita ai trafficanti di uomini che la situazione cambierà. In questo modo, invece, si ingrassano solo i soggetti coinvolti nel business dell’accoglienza, un affare vergognoso che si consuma sulle vite dei migranti e sulle spalle degli italiani”.
“L’unico modo per salvare vite umane e, non meno importante, salvare il nostro Paese – sottolinea Cpi Cremona - è evitare le partenze. Quelli come monsignor Perego obiettano che in Libia i migranti sono in condizioni inumane: è vero, infatti non devono arrivare neanche in Libia. Lì sono già spacciati. E’ nei loro veri Paesi di origine che vanno aiutati. E la Chiesa, in questo senso, potrebbe fare molto”.
“Saremo lieti di dare il nostro aiuto alla Diocesi se – conclude Cpi Cremona - vorrà avviare una nuova missione in Nigeria, Guinea, Costa d'Avorio (fra i primi Paesi di provenienza secondo i dati ufficiali): con le Onlus con cui collaboriamo siamo già impegnati in un fronte come la Siria, dove aiutiamo vittime di guerra e profughi a salvarsi e resistere nella loro terra. Autofinanziandoci e senza che un solo euro, sia ben chiaro, finisca nelle nostre tasche”.

Fonte La Provincia di Cremona

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