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Roma ai romani: se l'urbe resta a secco, pronti agli espropri popolari d'acqua

L'acqua, anche nella città eterna. dovrebbe essere un bene comune e un diritto primario essenziale. Invece, secondo le associazioni a tutela dei consumatori, nella capitale la dispersione d'acqua nei quasi 6 mila chilometri di tubature e condutture che si snodano in città è quasi del 45%.
Tali sprechi accompagnati alle inefficienze della rete idrica di Roma hanno portato anche ad un considerevole aumento nelle bollette pagate dai cittadini romani.
Di fronte a questa crisi idrica la risposta data dal comune e dalla regione è quella dei rubinetti chiusi, per cui per la prima volta Roma rimane senza acqua, come già capita nelle ore notturne nei quartieri popolari.
Il coordinamento di lotta popolare Roma ai Romani ed il movimento politico Forza Nuova sono intervenuti sulla questione emergenza idrica nella città eterna, promettendo battaglia fino ad arrivare, come afferma Giuliano Castellino,  agli espropri popolari.Il primo obiettivo saranno le Lidl... Così imparano a licenziare i lavoratori italiani. Ormai lo scontro aperto. Roma non è stata mai senza acqua.
Questo è il testo del comunicato congiunto che pubblichiamo per intero.





"Rubinetti chiusi. È questa la risposta da parte di Comune e Regione alla crisi idrica che sta colpendo in questi giorni la Capitale. Una crisi dovuta alla incapacità degli organismi democratici di tenere in piedi una rete idrica degna di una metropoli. Infatti, per ogni litro di acqua prelevato dall'ambiente da Acea, la metà viene dispersa a causa della cattiva manutenzione della rete idrica. Quello che per duemila e più anni è stato il vanto di Roma, il sistema di approvvigionamento e smaltimento idrico, in poco più di settant'anni di democrazia è stato completamente reso inefficiente. E per la prima volta nella sua storia, Roma rimane senza acqua. È chiaro che la parziale privatizzazione di Acea, che oltre alla quota del Comune di Roma, è in parte di proprietà francese e in parte della famiglia Caltagirone, non ha aiutato. Anzi. Ovviamente, a pagare sono le periferie, che da settimane sono costrette a rinunciare all'acqua nelle ore notturne. Previsto a breve un sistema di razionamento ancora più rigido. Il popolo romano è chiamato alla guerra. Se entro 24 ore il governo non requisisce le fonti di acqua minerale per la distribuzione gratuita ai romani, non storna le bollette dell'acqua per il 2017 e non nomina un commissario straordinario per Acea, avviando le pratiche per la nazionalizzazione integrale della società, noi cominceremo a prelevare l'acqua minerale dai supermercati, per distribuirla gratuitamente al popolo. Un atto di forza dovuto. Siete avvisati."


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