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Gli antifa irpini e l'ossessione di Casa Pound

"Viva Avellino", "Fratelli d’Italia", "Primavera Irpinia", il "Movimento Nazionale per la Sovranità" e "Casa Pound" si ritrovano ad Avellino all’ingresso del cantiere e invitano la città a riflettere sulle responsabilità. Da Giovanni D’Ercole la proposta di una commissione d’inchiesta che in un anno «smascheri i responsabili di un’opera inutile che non avrà mai il collaudo, come ci racconta con un interessante articolo, il collega Luigi Salviati pubblicato sulle  pagine virtuali di Orticalab.

L'unica pecca di questo articolo è il considerare aderente all'iniziativa delle forze politiche del centro destra irpino il movimento politico Casa Pound Italia i cui responsabili provinciali e cittadino ed i suoi militanti non erano in piazza. Sapere chi partecipa ad una qualsiasi manifestazione politico culturale, al fine di informare correttamente i propri lettori, dovrebbe essere la regola per ogni operatore dell'informazione.

Sulla questione è intervenuto Giuliano Bello, chiamato in causa, a sua insaputa, come partecipante ad una manifestazione della "destra avellinese" che dalla sua pagina Facebook ha dichiarato: I soliti pennivendoli, vedono CPI( Casa Pound Italia) anche dove non c'è.







L’Associazione civica "Viva Avellino", "Fratelli d’Italia", "Primavera Irpinia", il "Movimento Nazionale per la Sovranità" e "Casa Pound" celebrano i dieci anni dall’avvio dei cantieri del tunnel cittadino. Una data nefasta che le forze di destra della città hanno voluto celebrare per rinfrescare la memoria ai cittadini che tra meno di un anno saranno chiamati alle urne per il rinnovo del Consiglio Comunale.
Promotore dell’iniziativa, l’ex consigliere comunale Giovanni D’Ercole che, per l’occasione è stato affiancato dagli amici Arturo Meo, Maria Paola De Stefano, Ettore Freda, Edoardo Fiore, Franco Di Cecilia, Sabino Morano ed Ettore de Conciliis. Tra i presenti, ma più nascosto rispetto agli altri, anche Franco D’Ercole, padre di Giovanni ed ex presidente dell’Alto Calore Servizi.
«Negli anni - ha detto Giovanni D’Ercole - i nostri percorsi politici hanno preso strade differenti, ma fa piacere ritrovarsi sui grandi temi della città. Tra le altre cose siamo gli unici che oggi possiamo ritrovarci qui perché siamo gli unici da sempre contrari ad un’opera inutile».
Raduno presso l’esercizio commerciale “Punto Contabile” di Piazza Garibaldi e conferenza stampa all’ingresso del tunnel. «E’ un giorno nefasto per la città di Avellino - ha spiegato D’Ercole - ma è obbligatorio celebrarlo. Siamo qui all’ingresso di una delle ferite più grandi della nostra comunità. Parliamo di un’opera che sarebbe dovuta durare 12 mesi e invece dopo 10 anni ancora non se ne vede la fine. Ci rendiamo conto che per il tunnel della Manica sono stati necessari 8 anni, per quello più lungo del mondo che si trova in Norvegia, cinque, per un ponte lunghissimo costruito in Cina, sei mentre qui parliamo di 900 metri e ancora non sappiamo quando vedremo la luce».
Ma l’analisi di D’Ercole parte da lontano, da quando lui, giovane consigliere comunale, insieme al suo gruppo, provò a convincere l’allora sindaco Giuseppe Galasso e la sua Giunta dell’inutilità dell’opera: «Era tutto scritto fin dall’inizio ma nessuno ci ha dato ascolto. Addirittura una sentenza del Tar ci diede torto. Siamo stati testimoni impotenti di un’opera inutile resa ancora più inutile dall’eliminazione, dal progetto, del parcheggio interrato. Per questa decisione l’amministrazione comunale sta pagando 500mila euro di sanzione alla ditta che si era aggiudicata il lavoro. La città deve sapere che dei 27 milioni di euro che servivano per la realizzazione dell’opera 13 sono stati buttati nel gabinetto Mercatone, altro scempio cittadino, e in tutti questi anni, con le almeno venti varianti di progetto, siamo arrivati ad una cifra che raggiunge quasi il doppio di quella iniziale».
D’Ercole poi sottolinea che se da un lato l’opera deve per forza di cose essere completata altrimenti l’Europa chiederà il conto, dall’altro Vigili del fuoco e Genio Civile non daranno mail l’ok all’apertura a causa dei problemi che si registrano tra Palazzo Ercolino e Banco di Napoli. In conclusione la proposta del presidente dell’Associazione "Viva Avellino" è semplice: «Chiediamo a tutte le forze politiche che lo ritenessero giusto di istituire una commissione di inchiesta che nel giro di un anno renda pubblici e sanzioni i responsabili di questo scempio. Consiglieri, Giunta, tecnici e magistrati. La città deve sapere».
Per Morano siamo di fronte ad un «Teatro dell’assurdo». Per de Conciliis il tunnel deve essere lo spunto per «Aprire una nuova stagione di responsabilità politica». Per Fiore parte delle responsabilità vanno ascritte ai cittadini che hanno votato il loro amministratori, mentre Meo si chiede come mai Foti costringa ancora Avellino a questa agonia.

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