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Letti da noi 12/ Mussolini e il caso Sacco e Vanzetti

(G.p)E' uscito da poco, in libreria, Mussolini e il caso Sacco Vanzetti, di Claudio Tebaldo e Philip V Cannistraro, di cui consiglio una attenta ed approfondita lettura, edito da Claudiana editrice. Il testo, composto da 149 pagine, presenta in modo puntale ed approfondito l'atteggiamento avuto da Benito Mussolini nei confronti della vicenda dei due anarchici italiani uccisi sulla sedia elettrica il 23 agosto del 1927, a Boston.anche grazie alla documentazione inedita che gli autori hanno potuto consultare presso l'Archivio Storico diplomatico della Farnesina a Roma.
Non tutti sanno che lo stesso Benito Mussolini, in più occasioni, intervenne per cercare di ottenere la revisione del processo, e successivamente la grazia, per i due anarchici italiani Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, ingiustamente condannati a morte il 23 agosto del 1927 con l'accusa di omicidio.
In questi 90 anni, molti si sono interrogati su quali furono le reali ragioni per cui il duce decise di intervenire, direttamente ed indirettamente, a favore dei due anarchici italiani.
Qualcuno sostiene che l'intervento sia da imputare alle radici anarchiche e socialiste di Benito Mussolini. Basta ricordare le simpatie politiche che il duce aveva da giovane. Il suo socialismo era sempre stato venato di spirito bakuniniano e poi per Errico Malatesta, il capo degli anarchici italiani, aveva sempre conservato stima. 
Altri studiosi sostengono che il tentativo di salvare le due vite era dettato dall'opportunità politica e propagandistica del regime fascista, ma la ragion di stato non basta a spiegare perché Mussolini, che in Italia usava la mano pesante con gli anarchici mettesse a rischio il suo prestigio con appelli personali a favore di Sacco e Vanzetti.
 E ancora come diplomaticamente si mosse rispetto alla super potenza America? Con la dovuta tutela, d'altronde a Mussolini serviva un partner internazionale che accreditasse l'Italia come potenza vincente. Inghilterra e Francia avevano escluso il nostro paese dal tavolo dei grandi a Versailles, con l'America si potevano aprire nuove strade e nuovi spiragli.
La ricerca storica si era sostanzialmente divisa tra chi considera l'intervento di Mussolini in favore di Sacco e Vanzetti, di facciata, legato alla circostanza e alla convenienza politica e chi al contrario ritiene che esso fosse sincero e sentito, come dimostrano le continue pressioni sulle autorità americane, come ci racconta il saggio. Un problema era dato dalla eccessiva politicizzazione della cosa, dalle tante manifestazione anarchiche in favore dei detenuti. Proteste legittime, spesso pacifiche, tranne quella del 16 settembre 1920 quando una bomba anarchica esplose a Wall Street provocando 33 morti e 200 feriti.
In un telegramma al governatore del Massachusetts del 23 luglio 1927 cosi scriveva Mussolini: " non credo che grazia significherebbe trionfo sovversivi mentre è ormai sicuro che esecuzione Sacco Vanzetti darebbe motivo a vasta e continua agitazione sovversiva in tutto il mondo.
Ma fu tutto inutile. Il 23 agosto 1927, dopo 7 anni di udienza gli anarchici Sacco e Vanzetti morirono sulla sedia elettrica, a distanza di sette minuti l'uno dall'altro. L'unica colpa, probabilmente, fu quella di essere italiani.







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