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Le accuse di Laboccetta a Fini: ai Caraibi pagato dal re delle slot

(G.p) Amedeo Laboccetta, già deputato di Alleanza Nazionale, consigliere comunale a Napoli e dirigente politico di lungo corso nel Msi prima, in An poi, nel Pdl in ultimo, già fiduciario di Gianfranco Fini, nel corso del primo interrogatorio dopo l'arresto per complicità con l'imprenditore nel settore del gioco d'azzardo elettronico il catanese Francesco Corallo ha raccontato ai magistrati romani la sua verità sugli affari di famiglia del suo "Gran Capo" di un tempo.
Citando quelle dichiarazioni, infatti, il pm Barbara Sargenti scrive che «Gianfranco Fini, all’epoca vice presidente del Consiglio, aveva conosciuto Francesco Corallo proprio per il suo tramite in occasione di un viaggio-vacanza, nell’estate del 2004, sull’isola di Sint Maarten ove Fini e altre 14 persone vennero ospitati, a spese di Corallo, per due settimane». E ampi stralci di quel faccia a faccia con gli inquirenti (che a giudizio del Riesame ha fatto venir meno le esigenze di custodia cautelare per Laboccetta) sono stati ripresi dallo stesso pm per ricostruire i rapporti tra la famiglia Tulliani e il ‘catanese dei due mondi’.
Ad esempio, inquadrando in un preciso contesto storico quel soggiorno dorato in quel paradiso della terra chiamato Caraibi, Amedeo Laboccetta ha ricordato che all'epoca Atlantis/Bplus( una società di Corallo) aveva ricevuto  la concessione italiana per l’attivazione e la conduzione operativa della rete, per la gestione telematica del gioco lecito, mediante apparecchi da divertimento ed intrattenimento, nonché per le attività e le funzioni connesse». In effetti la concessione di cui si parla fu stipulata tra l’Ati, mandataria Atlantis, e l’amministrazione dello Stato il 15 luglio 2004).
«Al termine del soggiorno – sono sempre parole di Laboccetta – Fini suggellò con Corallo un’intesa che è stata utile ad Atlantis/Bplus nello svolgimento dei rapporti con l’Amministrazione dei Monopoli».
Arrivando quasi ai giorni nostri, l'ex vicesegretario regionale campano del  Popolo della Libertà contestualizza, secondo i suoi ricordi, un altro episodio, di cui la Procura riferisce nel nuovo decreto di sequestro autorizzato dal giudice per le indagini preliminari. Al festeggiamento privato per il compleanno della prima figlia di Gianfranco Fini e di Elisabetta Tulliani, tenutosi presso l'appartamento di Montecitorio riservato al presidente della Camera, ha affermato Laboccetta, parteciparono pochi parenti, qualche personaggio politico, nonché Francesco Corallo e la sua compagna.
Un assaggio, seguito dall’affondo: «A quell’epoca Giancarlo ed Elisabetta Tulliani avevano già beneficiato di molto denaro da Corallo, che aveva disposto, tramite Rudolf Baetsen, il duplice acquisto dell’appartamento di Montecarlo di proprietà di Alleanza Nazionale, di cui erano divenuti proprietari occulti. I Tulliani, dopo essersi celati dietro le società offshore per ricevere denaro di provenienza delittuosa da Corallo e per concretizzare l’acquisto dell’appartamento di Montecarlo, hanno continuato a occultare la possidenza fino a quando, con la vendita del 15 ottobre 2015, è stato realizzato il profitto corrispondente al reale valore dell’immobile, evidentemente svenduto da An l’11 luglio 2008».

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