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Fecero il saluto romano per Ramelli: assolti in Appello. Anpi beffata


(G.p)Anche in appello, i militanti della "destra" milanese che fecero il saluto romano in occasione del presente in ricordo di Sergio Ramelli sono stati assolti. I giudici di secondo grado, hanno confermato quanto già stabilito dai colleghi della prima istanza per cui quella manifestazione, in ricordo di un ragazzo vittima della violenza politica non costituisce apologia di fascismo, come ci racconta con un interessante articolo, la collega Valeria Gelsi dalle colonne de Il Secolo d'Italia, quotidiano on line della fondazione Alleanza Nazionale.




Sono stati assolti anche in appello i militanti della destra milanese che fecero il saluto romano al Presente di Sergio Ramelli. I giudici di secondo grado, dunque, hanno confermato quanto già stabilito dai colleghi della prima istanza: quella manifestazione non costituisce apologia di fascismo.

Deluse le richieste dell’Anpi

Il secondo grado di giudizio era stato fortemente sollecitato dall’Anpi, che si era da subito costituita parte civile. Con l’occasione, l’associazione partigiani aveva anche innalzato la richiesta di risarcimento da parte di ciascuno dei due imputati da 10mila a 50mila euro. E un inasprimento della richiesta era giunto anche dalla pubblica accusa, che in primo grado aveva chiesto una condanna a 2 mesi di reclusione e in secondo grado si era spinta a chiedere 6 mesi senza condizionale, ovvero da scontare effettivamente in carcere.
Confermato il giudizio di primo grado
In attesa di leggere le motivazioni, che dovrebbero essere disponibili in un paio di settimane, è facile supporre che la terza sezione penale della Corte d’Appello di Milano abbia condiviso le motivazioni del primo grado, riscontrando che nella commemorazione di un morto, in questo caso di un ragazzo innocente ucciso a sprangate, non vi sia alcun intento apologetico o propagandistico.

Sul saluto romano una assoluzione di merito

Per altri sette militanti indagati per la stessa vicenda, il Presente del 2014, c’era stato, invece, un non luogo a procedere. Anche in quel caso il Pm impugnò, ma la Cassazione (direttamente interessata in questi casi) confermò la decisione del Gip. I due militanti assolti in queste ore, Marco Clemente e Matteo Ardolino, entrambi di CasaPound Italia, erano ancora a processo perché, non essendoci elementi probatori da portare, avevano scelto la formula del rito abbreviato. Un altro procedimento, dunque, che a differenza del primo è entrato nel merito, di fatto consentendo di aggiungere un altro tassello alla giurisprudenza. E chiarendo che la Legge Scelba ha confini ben precisi, che non sono stabiliti dall’Anpi.

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