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Da Meloni e Salvini ultimatum a Forza Italia: stop ambiguità


Le dichiarazioni rilasciate al quotidiano torinese La Stampa da Fedele Confalonieri sulla necessità ed urgenza di rimettere in piedi un "Patto del Nazareno" hanno scosso non poco il centro destra.
Il felpato Matteo Salvini, leader indiscusso della Lega Nord per l'indipendenza della Padania e Giorgia Meloni, hanno lanciato un ultimatum a Forza Italia chiedendo al partito guidato da Silvio Berlusconi la fine delle ambiguità, altrimenti sono pronti a correre da soli alle prossime elezioni, come ci racconta il collega Carloantonio Solimene dalle colonne de Il Tempo, storico quotidiano romano.



Forza Italia abbandoni l’ambiguità altrimenti siamo pronti ad andare da soli alle elezioni». Matteo Salvini e Giorgia Meloni alzano i toni. Non sono bastate le tante prese di distanza tra gli azzurri, le parole consegnate da Fedele Confalonieri alla Stampa sulla necessità di rimettere in piedi un «patto del Nazareno» continuano a scuotere il centrodestra. E così i possibili alleati in una futura coalizione decidono di lanciare il loro ultimatum: «Il mio è un appello al centrodestra - spiega il segretario del Carroccio - se ci siete battete un colpo. Leggo di ipotesi di sostegno a Renzi, di "ni" al referendum, di "ba" e di "bi"... Patti chiari e amicizia lunga, in Italia la maggioranza è alternativa a Renzi e ai 5 stelle, però non c’è più tempo da perdere, o si viaggia tutti insieme o la Lega va da sola». Gli fa eco la leader di Fratelli d’Italia: «Se vuoi essere centrodestra non puoi essere un fiancheggiatore del centrosinistra: questa è la grande questione su cui Forza Italia deve dare una risposta definitiva per il bene di tutti e poi ognuno farà le sue scelte».

A Salvini e Meloni replica a stretto giro il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta: «Salvini e Meloni chiedono da che parte sta Forza Italia? Semplice, dalla parte opposta a quella di Renzi. All’opposizione in Parlamento e per il no al referendum». In realtà, ben prima che i leader di Lega e Fratelli d’Italia lanciassero il loro ultimatum, l’instancabile Brunetta era già intervenuto sulla questione con una piccatissima lettera a Fedele Confalonieri consegnata a Dagospia. Nella missiva, oltre a ribadire come il presidente di Mediaset parli da «lobbista aziendale» e quindi sia più interessato agli interessi del suo gruppo che a quelli del Paese, il capogruppo di Forza Italia lascia anche trapelare l’ipotesi di un esposto all’AgCom per l’eccessivo spazio dato proprio sulle reti Mediaset alle ragioni del «sì» al prossimo referendum costituzionale.

Contro l’apertura di Confalonieri a Renzi anche il presidente dei Senatori azzurri Paolo Romani: «Ho un’amicizia trentennale con Fedele e, ovviamente, rispetto la sua opinione. Ma ritengo che in questo momento Forza Italia debba mantenere fede agli impegni presi innanzitutto con il proprio elettorato e poi con gli alleati e restare sulla posizione di fermo "no" alle riforme».

A scuotere Forza Italia, oltre al dualismo tra parlamentari e «partito-azienda», è anche l’ipotesi che il brand del partito possa nuovamente cambiare. A scatenare la ridda di voci un retroscena su La Stampa che racconta di come Berlusconi starebbe valutando di «seppellire» definitivamente il nome «Forza Italia», resuscitato meno di tre anni fa al posto del Popolo delle Libertà, per dare affidare a una nuova sigla l’ennesimo tentativo di rilancio del centrodestra. Le ipotesi - da l’Altra Italia a Centrodestra Unito - sono le stesse circolate nei mesi scorsi, ma dagli azzurri piovono smentite (ancora Romani) o prese di distanza, come quella di Maurizio Gasparri che sottolinea come non sia il brand il problema da affrontare bensì quello della linea politica.

Il problema dell’«etichetta» non riguarda solo i forzisti. Nella Lega da tempo si discute di come eliminare l’accezione nordista da nome e simbolo. E anche in Fratelli d’Italia ci si starebbe interrogando su come superare un simbolo - in cui fa capolino ancora la fiamma del Movimento Sociale - per alcuni troppo ancorato al passato. A dimostrarlo sarebbe una sorta di «referendum» sottoposto via mail agli iscritti che, stando a quanto riferisce il sito isimbolidelladiscordia.it di Gabriele Maestri, presenterebbe una domanda sull’opportunità di sciogliere Fratelli d’Italia per fondare un nuovo partito.

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