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Fiore, leader di Forza Nuova, indagato per diffamazione. Per un post contro una coop


(G.p)Aveva già avuto un’eco nazionale dopo l’intervento di Raffaele Cantone dell’autority ant corruzione, poi in parte finendo in “Profugopoli”, libro di Mario Giordano , ex direttore Tg4, che parlava di «quelli che si riempiono le tasche con il business degli immigrati».

Ora il caso Camelot si conferma sempre più nazionale perchè si trova al centro di una nuova contesa giudiziaria, ma come vittima del reato, contro Forza Nuova, partito di estrema destra: l’inchiesta del pm Giuseppe Tittaferrante vede infatti indagato Roberto Fiore, leader nonchè fondatore del partito e il segretario ferrarese Massimo Piana («dimissionario», precisava lui ieri, non per i fatti contestati però). Piana e Fiore sono chiamati in causa perchè denunciati per diffamazione per un post del 5 ottobre 2015 sul profilo Facebook di Forza Nuova in cui si parlava, senza freni (e riscontri) sullo stato delle indagini di una «storia di ordinaria e inaccettabile corruzione».
Venivano citati gli appalti per i progetti di accoglienza, i rilievi di Cantone e l’ultimo bando, bocciato, rifatto e vinto, «proprio da Camelot - si legge ancora oggi sul post - coop inquisita, quella che non ha ancora dimostrato di essere indenne da corruzione...».
Fatti e parole ritenuti diffamatori, affermazioni discutibili, poichè parlando di corruzione in questi termini è assai arduo sostenere si tratti di «critica politica», come spiegava ieri al telefono Massimo Piana che nel post di ottobre annunciava azioni contro Camelot «affinchè nessun soldo venga più sperperato con metodi disonesti e lesivi per l’intera comunità ferrarese».
«Vorrei ribadire - aggiungeva ieri Piana - che prima di tutto esiste un diritto di critica politica innegabile, e ora i nostri avvocati hanno preso in mano la cosa: non c’è problema da parte nostra, se viene messo in discussione il diritto di critica siamo in dittatura e si se si sono mossi in quel senso (denuncia per diffamazione, ndr) vuol dire che abbiamo messo il dito nelle piaga». Adesso gli interrogatori. «Sono fissati fine maggio e spiegheremo le nostre ragioni con i nostri avvocati tra cui Stefano Fiore, il fratello del segretario nazionale»


Fonte La Nuova Ferrara

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