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La polizia "promuove" CasaPound: "La violenza? Colpa dei centri sociali"

È una nota informativa del ministero dell'Interno inviata al tribunale di Roma, dov'è in corso una causa civile tra la figlia di Ezra Pound e il movimento di estrema destra CasaPound
Solo che la relazione della Polizia sui "fascisti del terzo millennio" sembra strizzare più volte l'occhio al gruppo, contraddistinto (si legge) per "lo stile di militanza fattivo e dinamico ma rigoroso nelle rispetto delle gerarchie interne" e che ha l’obiettivo "di sostenere una rivalutazione degli aspetti innovativi e di promozione sociale del ventennio". Il documento della direzione centrale della Polizia di prevenzione porta la data dell'11 aprile 2015, con sigla in calce del direttore centrale, il prefetto Mario Papa. La figlia di Pound contestava l'uso del nome del poeta da parte dell’organizzazione considerandolo oltraggioso della sua memoria, e così il legale di CasaPound ha chiesto al giudice di acquisire informazioni sulla natura del gruppo politico al ministero.

Ne esce fuori, come detto, una descrizione più che positiva del movimento neofascista. Uno degli obiettivi del gruppo, si spiega, è "la tutela delle fasce deboli attraverso la richiesta alle amministrazioni locali di assegnazione di immobili alle famiglie indigenti, l’occupazione di immobili in disuso, la segnalazione dello stato di degrado di strutture pubbliche per sollecitare la riqualificazione e la promozione del progetto 'Mutuo Sociale'". E poi, "l'attenzione del sodalizio è stata rivolta anche alla lotta al precariato ed alla difesa dell'occupazione attraverso l'appoggio ai lavoratori impegnati in vertenze occupazionali e le proteste contro le privatizzazioni delle aziende pubbliche". Non solo, perché CasaPound allarga i propri orizzonti per affrontare temi "in passato predominio esclusivo della contrapposta area politica, quali il sovraffollamento delle carceri, o la promozione di campagne animaliste contro la vivisezione e l’utilizzo di animali in spettacoli circensi".

Si racconta poi del collegamento tra CasaPound e la nuova Lega Nord di Matteo Salvini – "di cui si condividono le istanze di sicurezza e l’opposizione alle politiche immigratore" - attraverso la creazione del cartello elettorale denominato "Sovranità".

Il tema della violenza e del rispetto della legge viene risolto così: "Il sodalizio organizza con regolarità, sull’intero territorio nazionale, iniziative propagandistiche e manifestazioni nel rispetto della normativa vigente e senza dar luogo ad illegalità e turbative dell’ordine pubblico". E se in effetti ci sono "all’interno del movimento militano elementi inclini all’uso della violenza, intesa come strumento ordinario di confronto e di affermazione politica oltre che quale metodo per risolvere controversie di qualsiasi natura", la colpa è anche della sinistra radicale che "sotto la spinta del cosiddetto 'antifascismo militante' non riconosce il diritto alla agibilità politica" alle formazioni di estrema destra.
Sulla vicenda Sinistra Italiana ha annunciato che presenterà una interrogazione parlamentare: "E' una vicenda incredibile - dice Arturo Scotto di Sel - ed è inaccettabile che le violenze di CasaPound vengano definita una risposta all'antifascismo militante". Stessa cosa farà il deputato pd Fabio Lavagno: "Va bene che il movimento di estrema destra cerca forme di legittimazione
e visibilità continuamente, non da ultime l’adesione al Family day e le manifestazioni comuni con la Lega di Salvini, vedere però che questa descrizione sta nero su bianco in una nota della polizia al Ministero dell’interno risulta piuttosto inquietante".
(Fonte Repubblica.it)

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