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Skinheads contro Pd e Caritas, sei indagati tra Reggio Emilia e Mantova.



La Digos di Reggio Emilia ha condotto in queste ore una serie di perquisizioni nei confronti del Veneto Fronte Skinheads a cavallo di tre province.
Sono sei le perquisizioni eseguite in queste ore dalla Polizia di Reggio Emilia nei confronti di simpatizzanti e militanti dell’associazione Veneto Fronte Skinheads nelle province di Reggio, Mantova e Verona. Gli interessati sono un 39enne e un 41enne di Reggiolo, un 32enne di Verona, due ragazzi di 26 e 27 di San Benedetto Po, un 22enne di Borgo Virgilio e rispondono per concorso in minacce gravi. Tutti frequentano raramente Reggio Emilia e solo uno di loro, del Mantovano, ha precedenti di polizia per reati commessi in ambito politico, tra cui l’apologia del fascismo. Sono tutti impiegati o operai, definiti come perfettamente integrati nel loro contesto sociale.

Le indagini coordinate dal pm Maria Rita Pantani e condotte dalla Digos con i colleghi di Mantova e Verona, hanno riguardato l’iniziativa rivendicata dalla formazione, che aveva affisso a Reggio Emilia, nelle prime ore del 25 novembre, sagome di cartone con la forma di un uomo dipinto con i colori della bandiera nazionale e volantini- necrologio con le scritte ‘Falsa carità sociale: business criminale e ‘Ius soli e immigrazione: avete ucciso la nazione’. Nel mirino la sede della Caritas e le sedi Pd di Reggio Emilia e di Correggio. Il blitz aveva interessato anche altre città del Nord. La Caritas, in particolare, subiva pesanti critiche nella rivendicazione. Già il 28 ottobre un’azione simile era stata compiuta anche a Mantova e Suzzara davanti alle sedi Caritas e Pd. Ai 6 la Polizia è arrivata partendo dalla conoscenza di alcuni militanti; poi, ricostruendo i loro contatti e analizzando i filmati del sistema di videosorveglianza della sede del Pd reggiano, è stato ricostruito il gruppo.

Negli smartphone e in alcuni pc avevano conservato alcune immagini di ‘azioni’ compiute. Durante le indagini sono emersi anche elementi a carico di due perquisiti, uno reggiano e l’altro mantovano, che fa sì che siano sospettati di essere gli autori dell’affissione dei manifesti formato A4 con scritta ‘Resistenza? infami’, tracciata su una fotografia che ritrae un gruppo di partigiani con una prigioniera, lo scorso 16 settembre sulla bacheca delle sedi dello Spi/Cgil di Rolo, sulle porte delle sedi di Rifondazione Comunista di Reggiolo e ‘Anpi di Fabbrico. I due sono stati denunciati quindi anche per diffamazione. Per la Digos alcuni militanti perquisiti il 4 novembre hanno partecipato anche all’affissione di striscioni trovati anche sulla rete di recinzione della cooperativa sociale ‘Dimora di Abramo’. La struttura per l’accoglienza di immigrati finì al centro di polemiche per un progetto d’integrazione che aveva portato profughi come volontari alla Festa dell’Unità di Reggio.
(Fonte Telesanterno.com)





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