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Migranti, scontri della Cassia: arrestati sei attivisti di Casapound. Iannone: colpevoli di difendere l'Italia



Sono stati arrestati alcuni esponenti di Casa Pound ritenuti responsabili degli scontri del 17 luglio scorso in seguito al trasferimento di alcuni stranieri in un centro di accoglienza a Casale San Nicola, alla periferia nord di Roma. Le misure cautelari sono state emesse dal gip Giovanni Giorgianni su richiesta del sostituto procuratore Eugenio Albamonte. Lo scorso 17 luglio a Casale San Nicola diversi militanti dell'organizzazione di estrema destra, con caschi e volti coperti, organizzarono un blocco contro il trasferimento di un gruppo di migranti nel centro d'accoglienza allestito in una ex scuola, dando vita a tensioni nel quartiere con successivi scontri con le forze dell'ordine. Nei tafferugli rimasero feriti 14 agenti e furono arrestati due manifestanti. In particolare, sarebbero otto le misure cautelari in corso di esecuzione: sei ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, anche concernenti esponenti apicali del movimento, e due obblighi di firma, per un totale di otto misure.

Così Repubblica annuncia il blitz scattato contro CasaPound per gli scontri di luglio a casale San Nicola per impedire l'arrivo di un gruppo di profughi nella ex scuola dell'insediamento della Cassia. Un blitz annunciato, in qualche misura, visto che proprio ieri, alla prima udienza del processo contro l'unico arrestato in flagranza Stefano Caradonio di Militia (per un quadro di fratelli d'Italia il gip non confermò l'arresto) la Digos ha prodotto le immegini degli scontri. Il processo è stato rinviato al 25 novembre. Tra l'altro il video di Fanpage sugli scontri smentisce la Republica: i dimostranti col casco avevano comunque i volti scoperti. 




 «Colpevoli di difendere l'Italia e gli italiani». Così il leader di CasaPound Italia Gianluca Iannone commenta con Adn Kronos le misure cautelari e parla di «arresti liberticidi che ancora una volta arrivano 'casualmentè nel momento in cui si aprono i giochi per la partita più importante per un Pd in enormi difficoltà, quella del voto per la Capitale». «Qual è la colpa di CasaPound? Aver osato difendere le donne e gli anziani del quartiere dalle manganellate della polizia? - si chiede Iannone - Le innumerevoli immagini di quel giorno dimostrano senza ombra di dubbio quello che è accaduto: cittadini inermi a fare pacificamente blocco per non far passare i pullman e poliziotti pronti alla carica. Donne trascinate via a braccia per ordine di chi ha gestito ad arte l'ordine pubblico per provocare gli scontri. Cittadini terrorizzati da chi avrebbe dovuto difenderli e invece gli urlava in faccia 'Vi ammazziamò. A Casale ci siamo schierati al fianco dei residenti sopra le cui teste sono state prese da Gabrielli, con ostinazione da dittatore, decisioni assurde. Abbiamo per tre mesi protestato pacificamente senza che il prefetto si degnasse nemmeno di ascoltare le rimostranze di chi si sarebbe poi trovato ad affrontare una vera e propria invasione di immigrati in un comprensorio dove abitano solo 250 famiglie. A Casale abbiamo difeso i diritti degli italiani, come facciamo ogni giorno nelle strade e nelle piazze di tutto il Paese. Se amare l'Italia e difenderla è un reato allora arrestateci tutti perché non ci fermeremo»
Più secco e caustico Simone Di Stefano: "Ricordate i ragazzi di CasaPound che insieme ai cittadini di Casale San Nicola si opposero all'arrivo degli immigrati? Stamattina ne hanno arrestati 6. Alfano e magistratura colpiscono chi difende gli Italiani dalla TRUFFA dei "centri d'accoglienza" e si fanno sputare in faccia da chi devasta Milano. Buzzi e tutte le cooperative "d'accoglienza" ringraziano".

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