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A MALI ESTREMI, ESTREMA DESTRA


Andrea Fantucchio,  giovane collaboratore del quotidiano irpino Ottopagine intervista in esclusiva Fernando Raiola coordinatore regionale campano di Casa Pound, a poche ore dai tragici fatti di Roma.
Una intervista a 360 gradi, che pubblichiamo interamente, dove l'esponente tartarugato parla di militanza, coerenza ideale e politica, dei diritti Lgbt e del dramma immigrazione.





A MALI ESTREMI, ESTREMA DESTRA


Fernado Raiola, coordinatore regionale CasaPound, ci parla di militanza, coerenza e diritti LGBT. A poche ore dai tragici fatti di Roma

 
«La militanza è uno stile di vita: non significa solo partecipare alle riunioni del partito, avere la tessera per andare a votare o magari essere fedele ad un’ideologia nel tempo libero o quando le circostanze lo permettono. Militare vuol dire vivere ventiquattrore su ventiquattro secondo i principi  di abnegazione, forza di volontà, costanza e rispetto della gerarchia e della meritocrazia, che devono rappresentare il faro da seguire in qualsiasi luogo ci troviamo: dagli eventi formali alla vita quotidiana». A parlare è Ferdinando Raiola, coordinatore regionale campano di CasaPound, che ci aiuta a fa conoscere uno dei movimenti politici più discussi e controversi degli ultimi anni. Ferdinando è affiancato da Giuliano Bello, coordinatore provinciale di CasaPound.

«Oggi – continua Ferdinando – di fianco alla cattiva politica, quella che si svende e specula sulla povera gente, c’è anche il cattivo elettorato. Appartengono al gruppo dei cattivi elettori tutti quelli che si lamentano della classe dirigente ma che poi, al momento di votare, non si interrogano su cosa un personaggio o un partito può realmente fare per il Paese, pensando esclusivamente ai propri interessi personali. Se un voto vale pochi spiccioli, magari un aumento irrisorio dello stipendio, l’ennesimo specchietto per le allodole, cambiare direzione è un’impresa proibitiva. Purtroppo sono proprio i cattivi elettori una delle principali cause della pagliacciocrazia nella quale viviamo, una situazione paradossale che permette ad alcuni personaggi davvero discutibili di ricoprire importanti cariche politiche. Noi opponiamo a questi pagliacci una buona politica che miri a risollevare lo Stato italiano. Vogliamo che l’ Italia torni ad essere indipendente con un ritorno alla sovranità e un' indipendenza energetica   e che affermi un’indipendenza militare per non dover più rappresentare solo un insignificante pedone sullo scacchiere di quell'Unione Europea che fa solo e sempre l’interesse di pochi. Spingiamo inoltre per il ritorno ad una moneta sovrana che sia coniata dallo Stato e che permetta al nostro Stato di liberarsi dal giogo della Banca Europea».

Restituire un’identità nazionale, un’esigenza che  i ragazzi di CasaPound sentono molto vicina e che si manifesta nelle loro proposte sulla  gestione dell’afflusso degli immigrati che contribuiscono, a loro dire, al quadro economico disastroso della Campania: «Ci rendiamo conto che molti dei immigrati sono degli autentici disperati. Purtroppo, però, qui in Campania non abbiamo più spazio per accoglierli, ormai, per dirla tutta, non c’è più spazio neanche per i campani stessi. L’Italia, per tamponare questo fenomeno con efficacia, dovrebbe imporre dei presidi militari in Africa assicurando la formazione di centri d’accoglienza sulle coste libiche che facciano da nodi per i flussi migratori. Delle stazioni che permettano di selezionare, fra i profughi che si vogliono imbarcare, chi veramente scappa dalla guerra come eritrei e siriani, impedendo a tutti agli altri di partire. Ormai siamo il fanalino di coda dell’Unione Europea che ci tratta come una nazione da terzo mondo costringendoci a diventare terra di frontiera per questi immigrati che nessuno vuole accogliere e che tutti cacciano via sapendo che tanto c’è l’Italia come salvagente. Certo, il problema non sarebbe mai venuto fuori se in Libia ci fosse ancora un governo legittimo come quello di Gheddafi, invece della confusione e delle lotte interne alle quali si assiste in questo momento».

«Oggi – continua Ferdinando – è in atto l’ennesimo piano di supporto per gli immigrati, l’ennesimo afflusso di denaro sui quali speculeranno i soliti noti, lucrando sulla pelle degli immigrati ed impoverendo ulteriormente la nostra regione. L’arrivo di stranieri affamati e disperati, privi dei permessi necessari a lavorare regolarmente, favorisce un competizione lavorativa al ribasso che penalizza gli Italiani. Come diciamo da sempre, non ci sono lavori che gli italiani non vogliono più fare ma ci sono salari che gli italiani non possono più accettare. Mi chiedo come è che in questi anni non ci sia mai stato un piano di supporto per i tanti disoccupati che vivono in condizioni disperate, soprattutto qui al Sud».

Un altro tema caldo che non risparmia la Campania è la questione legata al riconoscimento dei diritti agli LGBT( Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) in particolar modo per quanto riguarda il diritto di adozione e il riconoscimento civile delle coppie omosessuali: «Sull’orientamento sessuale crediamo che ognuno sia libero di seguire la sua natura, gli omosessuali esistono dall’inizio dei tempi e noi non abbiamo alcun problema con loro purché vivano la propria libertà sessuale all’interno dei limiti della decenza, senza ostentazioni carnevalesche come può essere, a mio avviso, il Gay Pride. E' giusto un riconoscimento civile delle coppie di fatto, di coloro cioè che condividono la propria vita, mentre siamo assolutamente contrari all'adozione da parte di coppie non eterosessuali . Combattiamo l’ideologia gender, in quanto teoria di appiattimento sociale che vorrebbe disintegrare le specificità che ci contraddistinguono, a partire dalla distinzione di genere. I bambini non devono essere vittime inconsapevoli di giochi che di educativo non hanno nulla e che contribuiscono esclusivamente a disorientarli minando le loro gracili certezze. Questa follia va combattuta ad ogni costo».

«Per quanto riguarda l’Irpinia – dice Giuliano Bello -  noi giovani sentiamo particolarmente vicini i temi del degrado urbano, penso ad Avellino con le sue scatole vuote e i suoi cantieri. E siamo fieri oppositori delle estrazioni petrolifere, non per ragioni di principio che animano altri schieramenti, ma perché riteniamo il petrolio una risorsa non conciliabile con la storia e le risorse naturalistiche di questa provincia. Altre sono le ricchezze dell’Irpinia: dalle risorse rinnovabili, passando per le eccellenze enogastronomiche, fino ad arrivare all’ingente patrimonio naturalistico che ci caratterizza. Inoltre il petrolio, seppure ci fosse, farebbe esclusivamente gli interessi delle multinazionali, così come già accaduto in altre regioni, penso ad esempio alla Basilicata, lasciando noi Irpini confinati nella povertà più assoluta e con un ambiente compromesso per sempre. Infine ci tengo a ribadire quanto già detto da Ferdinando: la politica sia vicina alle tante famiglie irpine, spesso senza un tetto, che sono costrette a mendicare. Prima aiutiamo i nostri figli, poi gli altri».

La chiusura di Ferdinando è sull’utilizzo improprio della violenza che spesso si attribuisce a Casa Pound: «Siamo contro l’uso indiscriminato della violenza. Noi non attacchiamo per il gusto di farlo, ma ci riserviamo il diritto di difenderci se qualcuno ci fa un torto. Un principio che vale anche nella vita di tutti i giorni: se ci attaccano è ovvio che non porgiamo l’altra guancia».
 
Per poter vedere ed ascoltare l'intervista a Nando Raiola, coordinatore regionale di Casa Pound basta andare sull' App gratuita del quotidiano irpino Ottopagine( https://itunes.apple.com/us/app/ottopagine/id998356544?mt=8
 
 

 

 
 

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