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Gli inciuci della destra nelle primarie campane del Pd: e Paolucci sbatte la porta sdegnato


di Giuseppe Parente
Dopo solo quattro rinvii, alla fine domenica 1 marzo gli elettori campani di centro sinistra potranno liberamente votare alle primarie, indicando il loro candidato governatore alle prossime elezioni regionali previste per la fine di maggio, in 602 seggi, sparsi nelle cinque provincie. Certificato elettorale, documento di identità e contributo di due euro (per i non iscritti al partito). I candidati sono cinque, ma a lottare per la vittoria sono due: Andrea Cozzolino, eurodeputato, storico pilastro del bassolinismo e Vincenzo De Luca, sindaco decaduto di Salerno (e subito reintegrato dal Tar) già candidato governatore per la coalizione di centro sinistra alle elezioni regionale del 2010, pesantemente sconfitto dal candidato di centro destra, Stefano Caldoro.
Ed era proprio questo scontro che il gruppone anti primarie voleva impedire e superare con la candidatura di un terzo super partes individuato nella figura di Gino Nicolais. Il tentativo è miseramente fallito per cui uno dei due sarà il candidato governatore per la coalizione di centro sinistra.  Andrea Cozzolino, ad onore del vero, fu già protagonista di primarie indecenti nel 2011, per la scelta dei candidato sindaco. Un voto annullato grazie ad un cocktail davvero letale composto dai seguenti ingredienti: brogli, soccorso azzurro, eccessivo ricorso al voto di immigrati di varia etnia, inquinamento criminale.
L’incognita De Luca, al momento, sembra la più rischiosa. La sua condanna, per abuso d’ufficio, potrebbe azzopparlo subito, qualora dovesse diventare governatore della Campania, grazie agli effetti della legge Severino: ma la Serracchiani ha già annunciato che si correrà ai ripari, con un intervento di modifica della norma antisindaci. Il bacino elettorale di De Luca è la città di Salerno, la sua immensa e variegata provincia, ma sono molti i sindaci dell’avellinese e del napoletano che fanno campagna elettorale per lui.  Cozzolino gode invece dell’appoggio dei giovani turchi di Orlando e di Orfini, oltre che di una importante rete di relazioni sul territorio, come hanno dimostrato le ultime elezioni europee, dove è stato il candidato più votato a Napoli. Buon terzo posto per l’ex delfino di Fausto Bertinotti, da poco approdato nel Pd, Gennaro Migliore su cui potrebbero confluire voti di elettori tendenzialmente renziani. La cinquina degli aspiranti governatori è completata dal socialista di osservanza bassoliniana Marco Di Lello e da Nello Di Nardo, candidato dell’Italia dei valori, orfana del suo leader storico Antonio Di Pietro.
L’amara verità è un’altra. Matteo Renzi non ha fortuna con le primarie al sud, in Calabria il suo candidato ha clamorosamente perso, in Puglia ha subito lo sceriffo Emiliano e probabilmente subirà anche in Campania?
Secondo alcune indiscrezioni, provenienti da un noto politico campano del pd : negli elenchi degli elettori iscritti ci sarebbero centinaia di nomi di stranieri. Questo è il reale pericolo, per cui nella giornata di lunedì 2 marzo, uno dei due sconfitti, Cozzolino o De Luca ma anche lo stesso Renzi potrebbero chiedere l’annullamento del voto per le truppe cammellate di migranti. Uno storico elettore del pd, simpaticamente mi ha parlato di rom-dem.  La sceneggiata potrebbe essere ancora lunga, ed ha avuto una nuova puntata nella giornata di mercoledì 25 febbraio, con il clamoroso addio dell’eurodeputato Massimo Paolucci al Pd. Un addio polemico, ad alta voce, con una nota diffusa alla stampa che riporto integralmente.
 “Tutti vedono le fotografie riportate dai giornali. Tanti, navigando sulla rete, hanno "scoperto" fotografie imbarazzanti. Tanti sanno che le nostre prossime primarie saranno un replay peggiore di quelle svolte nel 2011. Tanti sanno che si va incontro a un disastro annunciato. Tanti, sanno che sotto gli occhi di tutti, si stanno spendendo montagne di soldi. Tanti sanno che sotto i nostri occhi si definiscono accordi con interi settori del centrodestra, con i protagonisti della stagione cosentiniana". 
 "Tutti, tanti, sanno ma nessuno interviene. Un clamoroso scaricabarile. Alla pochezza e alla miseria campana - continua Paolucci - si somma una sconcertante irresponsabilità del Pd nazionale, che da mesi si ostina a lasciare incancrenire una situazione divenuta ormai insostenibile. Una cosa è sostenere l'autonomia del partito locale, altro è girare la testa dall'altra parte".
"Io non posso nè voglio tacere. Non posso accettare  che il prossimo presidente della Regione Campania sia scelto con il voto determinante del centrodestra. Non posso accettare la perdita di autonomia politica del mio partito".

Accuse davvero pesanti, quelle lanciate dall’eurodeputato Massimo Paolucci che, per amore della verità, nei mesi scorsi si era battuto, come un leone, per il superamento delle primarie e per l’imposizione di un candidato unico, capace di fare sintesi, tra le diverse anime del Partito Democratico e le diverse forze del centro sinistra. Un candidato che doveva essere prima l’ex deputato di Sinistra Ecologia  e Libertà, poi “leopoldino” Gennaro Migliore, infine Gino Nicolais, ex assessore con Bassolino, poi ministro e ora presidente del Cnr. 
E del resto di ingaggi di quadri storici della destra con i contendenti del centrosinistra c'è abbondante traccia nelle polemiche di questi mesi: dal lavorio del consigliere regionale Carlo Aveta (eletto nella lista della Destra di Storace e passato al gruppo misto: vedi foto) per dare vita a una lista di supporto a De Luca al sostegno annunciato per il sindaco di Salerno di una frangia del meridionalismo radicale, quella che fa capo a Nando Dicé, 'dominus' di Insorgenza. Quanto alla "denuncia" di Paolucci, il riferimento esplicito è a imbarazzanti supporter di Cozzolino (vedi foto).

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