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Torpignattara: il pakistano fu massacrato nell'indifferenza generale. Quella del ragazzino fu violenza razziale

Il murale degli amici di Daniele con tanto di simbolo antifascista (Foto La Repubblica)
Chi ha visto Shahzad morire per la furia acerba di un ragazzino di 17 anni non parla di sputi. Né di spintoni o provocazioni da parte del pakistano ucciso. Chi lo ha visto morire su un marciapiede di Tor Pignattara sporco del suo stesso sangue senza che nessuno dei presenti lo abbia ritenuto degno di un tentativo di soccorso, racconta la notte del 18 settembre scorso per quella che è stata. Un pestaggio a freddo. Istigato, forse, da chi avrebbe dovuto e potuto fermarlo.

Così Fabio Tonacci su "la Repubblica" conferma che l'omicidio di Torpignattara è un delitto a sfondo razziale, con un ragazzino che massacra un innocuo pakistano. A prendere per buone numerose testimonianze, il 17enne sarebbe stato fomentato dal padre che dal balcone avrebbe strillato: "E mo fammi vedere che sei capace di fare". Ora attendiamo la rituale indignazione contro quanti hanno espresso solidarietà verso il giovanissimo assassino (erano in centinaia al corteo), avallando la sua calunniosa linea di difesa. Ma temiamo che il dispositivo scattato per il rione Traiano non valga per Roma est.

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