Header Ads


Egidio Giuliani story. Paolo Aleandri ci scrive: ecco come e perché mi sequestrarono

La formula di rito per le richieste di precisazione è "Riceviamo e volentieri pubblichiamo". In questo caso, come è evidente da alcuni espliciti riferimenti del testo, la lettera pervenutami ieri sera è il seguito di un precedente scambio epistolare decisamente polemico. Ma, al netto di tutto, c'è il diritto di chi è oggetto di narrazione di raccontare la sua storia. In questo caso a chiedere la parola è Paolo Aleandri che racconta come è andata, secondo lui, sia lo svuotamento dell'arsenale della banda della Magliana sia il secondo sequestro di persona di cui fu vittima, di cui si parla nella parte finale del pezzo sulla storia di Egidio Giuliani ...

 S'il vous plait 

di Paolo Aleandri
Trovo oggi, in occasione dell'arresto di Giuliani, un post del suo blog che, tra l'altro, rimanda ad un vecchio testo.
Che, me ne duole, temo di non aver mai letto in precedenza.
Noto alcune inesattezze che, se vuole, può correggere. Si tratta, infatti, di fatti ampiamente accertati e documentati che non farà fatica, volesse farla, a riconsiderare.
Tenga presente che non intendo contestare alcune affermazioni, come la motivazione del ritardo con il quale ho reso dichiarazioni sul mio primo sequestro, alle quali potrei opporre soltanto la mia versione.
Intendo, invece, correggere dei fatti che, lo ripeto, se vuole può verificare di nuovo.
Nell'ordine:
a) Aldo Semerari e Fabio De Felice non prelevano armi a mia insaputa. Il primo mi rivolge la richiesta di avere delle armi da inviare a Pupetta Maresca. Io prelevo le armi personalmente e gliele consegno. Né Semerari né De Felice conoscevano la provenienza delle armi.
Dal deposito che conteneva le armi della banda della Magliana, fu soltanto Aldo Tisei a prelevare armi senza autorizzazione. Anzi, per essere corretti, a prelevare armi senza poi restituirle. Infatti, il deposito, custodito da Italo Iannilli, era accessibile a molte persone senza particolari cautele o formalità. Ovviamente, dovevano essere utilizzate e restituite, non vendute come fece Tisei.
b) Il mio sequestro, il secondo, ha a che fare con le armi della Magliana marginalmente. Ovviamente, quella vicenda non fa bene alla mia autorevolezza e cancella qualche remora.
Senza proporre una mia interpretazione, per quanto molto informata, delle motivazioni reali, individuali e collettive, che hanno provocato il mio sequestro, questo avviene in seguito ad una mia frase giudicata offensiva e motivato con due sospetti: che io fossi un confidente e che avessi rubato del denaro comune.
Vengo prelevato e legato ad un albero. Mi viene detto che sarei stato ucciso. Mi viene chiesto a chi restituire i miei effetti personali.
Non vengo ucciso immediatamente perché una parte di quelli che avrebbero dovuto condividere il crimine, non si presentano per un intero giorno. Almeno, questo è quello che ho vissuto. Forse era una recita per spaventarmi, forse avevano già deciso altrimenti. Non mi è sembrato ma posso essermi sbagliato.
Comunque, in attesa che arrivino i "ritardatari", è inevitabile che abbia modo di parlare. Chiedo mi vengano precisate le accuse e le smonto senza difficoltà perché erano soltanto il frutto di malintesi, fraintendimenti, ignoranza di alcuni fatti ed equivoci. Il tutto, condito dall'irritazione che suscitavano le mie posizioni dell'ultimo periodo (non entro nel dettaglio perché siamo nell'opinabile).
Dopo un paio di giorni di cattività en plein air, vengo portato in un appartamento dove vengo tenuto legato al letto, in attesa di decisioni.
Per quanto ne so, vengo liberato dopo una visita di Gilberto Cavallini che non apprezza come vengo trattato, se non nella sostanza almeno nei modi.
Questa è la verità. Se non ne vuole tenere conto, pazienza.
Cedo, a volte, all'impulso di scriverle soltanto perché mi spiace che la sua opera, pur attenta e scrupolosa, sia in alcune parti viziata dalla "fascinazione" che esercitano su di lei alcune persone, e le loro versioni. Capisco: sono persone e versioni che possono affascinare.
Peccato.

Nessun commento:

Powered by Blogger.