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Arrestato in Francia Lele Macchi: era fuggito dopo la revoca degli arresti domiciliari

La Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con l'Interpol e con la polizia francese, ha arrestato ieri a Port Camargue (Montpellier), in Francia, il 58enne Emanuele Macchi Di Cellere, ex terrorista di destra divenuto narcotrafficante. L'uomo era destinatario di un mandato di arresto europeo della Corte d'Appello di Genova in ripristino della custodia cautelare in carcere per traffico internazionale di stupefacenti. Macchi Di Cellere era evaso dagli arresti domiciliari in Italia ed è stato rintracciato nel porto francese a bordo di un'imbarcazione.
Così il Messaggero in poche righe, ieri sera. Una coincidenza significativa: l'arresto, infatti, è contemporaneo a quello del suo amico e sodale di una vita di lotta e di prigione, Egidio Giuliani. Ancora una volta, si conferma il mio giudizio di merito: Giovanni Bianconi è il numero 1 dei crouisti di giudiziaria in Italia. Nel pezzo uscito ieri sul Corriere  che 'presenta l'ambiente di Egidio Giuliani, un paragrafo è dedicato a "Lele":
Nel 1989 Giuliani si trovava in carcere a Roma, e i carabinieri scoprirono un piano per farlo evadere ideato proprio da lui: dalla sua cella acquistava gigantesche torte profiteroles, nelle quali alcuni suoi amici dovevano nascondere lame ed esplosivo da utilizzare per scappare da Rebibbia. Tra le persone che dovevano contribuire alla fallita evasione c’era Antonio D’Inzillo, coinvolto nel 1979 (ancora minorenne) nell’omicidio politico di un giovane scambiato per un avvocato che doveva «pagare» l’arresto del killer nero Pierluigi Concutelli, e nel 1991 in quello di malavita di «Renatino» De Pedis, boss della banda della Magliana. Un altro esempio di salto (mortale, nel caso di D’Inzillo, visto che le cronache hanno riferito del suo decesso in Kenya qualche anno fa) da un genere di criminalità all’altro. Al tempo in cui tentava di scappare Giuliani era coimputato di Emanuele Macchi di Cellere, qualche quarto di nobiltà sacrificato alla militanza nelle sigle armate neofasciste che gli valse sedici anni trascorsi dietro le sbarre. Tornato in libertà, Macchi ha preferito definirsi anarchico ma senza rinnegare il legame con Concutelli del quale si prese cura nel 2011 quando il terrorista nero (assassino del magistrato Vittorio Occorsio, nonché dei camerati Buzzi e Palladino strangolati in galera) ottenne la sospensione della pena. In quell’occasione tornò in contatto con Giuliani, che pure contribuì ad assistere Concutelli. L’anno successivo però, Macchi finì nuovamente in cella, arrestato nell’ambito di un’operazione antidroga della Procura di Genova che portò al sequestro di oltre un quintale di cocaina. E ieri è toccato al suo vecchio amico Egidio. 
Quell'arresto, secondo "Lele", era una trappola in cui si era andato a infilare. E in effetti, pochi mesi dopo una seconda maxioperazione antidroga, connessa alla prima, evidenziò la presenza di un infiltrato nell'organizzazione di narcotrafficanti (attività per altro lecita...). 











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