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Sorpresi a lanciare molotov contro CasaPound: tre arresti a Bologna

Sono passati solo tre giorni dal corteo di sabato per la chiusura di CasaPound e qualche militante dell'area antagonista ha pensato bene di trasformare le parole in fatti. Così stanotte un commando è andato a lanciare molotov contro la sede ma sono stati sorpresi dalla Digos che teneva sotto controllo l'obiettivo sensibile. Risultato: due agenti lievemente feriti nella colluttazione, tre militanti dell'estrema sinistra arrestati. Erano stati più di 1.000 persone - secondo il giornale online Contropiano - "a partecipare, sabato pomeriggio, alla manifestazione promossa dal Coordinamento Antifascista Murri e numerose realtà cittadine contro la presenza dei neofascisti in via Malvolta. Anche Bologna ieri ha manifestato il suo antifascismo militante in città. In piu di un migliaio sono scesi in corteo da Piazza Carducci fin su lungo via Murri, vicino a dove, qualche mese fa, è stata aperta una sede di CasaPound (via Mantova 16/d). La Bologna Antifascista, “in una risposta nata dal basso, unitaria, chiara e ferma contro ogni forma di fascismo che inquina le nostre strade” ha sfilato fino a sera lungo le strade del quartiere, raccogliendo adesioni al corteo anche lungo il percorso".

"Si confermano i vigliacchi di sempre - ha dichiarato Carlo Marconcini responsabile bolognese di CasaPound - sempre pronti a colpire di notte con vili attacchi alle spalle. In ogni caso il loro stile mafioso non ci intimorisce e continueremo con le nostre battaglie come sempre. Siamo proprio curiosi di sapere ora che cosa diranno amministrazione comunale e giornali. Si tratta di un fatto gravissimo avvenuto per di più in piena zona residenziale e risultato del comportamento di chi in questi giorni, prima, durante e dopo la contromanifestazione antifascista di sabato, ha soffiato sul fuoco. Ora pretendiamo le scuse da chi era in piazza sabato, da chi ci ha dato dei violenti, da chi ci ha sempre accusato solo per sentito dire, perché è evidente a questo punto l'intolleranza e la violenza che colore politico abbiano. Ora è tempo che la sinistra tutta, dal centro ai suoi estremi, accetti che CasaPound Italia è una realtà anche a Bologna e che è qui non per metterla a ferro e fuoco, come fanno alcuni di loro, ma per contribuire a costruire una città migliore".

Non è la prima volta, del resto, che gli antifascisti bolognesi attaccano militarmente la sede CasaPound. Il precedente (vedi la foto) lo racconta Antonio Pennacchi, nel forum Anonimascrittori:
Qualche mese fa, quando s'era prospettata la possibilità di andare a presentare "Fascio e martello" a Casa Pound a Roma, alcuni amici e compagni mi avevano detto: "Ma che sei matto? Così li legittimi". Pochi giorni or sono, però, qualcuno ha "versato cinque litri di benzina sulla soglia di Casapound Bologna, questo alle quattro e tre quarti di mattina; si erano intrufolati dai vicini giardinetti, dopo aver troncato le due reti di recinzione dei vicini di casa" (G. Adinolfi).

Dentro c'erano Alex Vigliani, dirigente di Casapound Bologna, e la sua compagna Giorgia, che è incinta. Avevano spento le luci per andare a dormire da una ventina di minuti circa. Quando la tanica ha preso fuoco, Vigliani però "non dormiva ancora, si è reso subito conto dell’incendio appiccato alla porta ed è intervenuto. Memore della strage che costò la vita ai fratelli Mattei (...) ha avuto la prontezza di spirito di non aprire la porta, cosa che, come a Primavalle, avrebbe fatto divampare l’incendio e ha invece provato a spegnere il focolaio versando acqua da da sotto lo stipite (...) Visto che non riusciva a spegnerlo, si è avviato al balconcino da cui ha fatto uscire Giorgia ed è uscito quindi lui. La tanica di benzina è quasi subito esplosa. Il fuoco ha distrutto legno e plexigas provocando esalazioni di fumo che avrebbero certamente ucciso per asfissia la coppia e il bambino nel grembo di lei se solo Alex si fosse addormentato. Questo è quanto è accaduto a Bologna" e che riporto quasi testualmente da un articolo di G. Adinolfi su Il Fondo del 4 giugno 2009 (ma cfr. anche Repubblica, 5 giugno 2009, pag. 18).
Ecco, io non vorrei nemmeno, a questo punto, legittimare quelli che ancora pensano che sia giusto andare a bruciare di notte i fascisti dentro casa, e ho quindi chiesto formalmente - tramite Il Fondo di Miro Renzaglia - di andare a presentare un qualunque cazzo di mio libro a Casa Pound Roma.

1 commento:

  1. Se ipotesi, la coppia fosse rimasta vittima dell'attentato incendiario, sono certo che alla luce del precedente di Primavalle a Roma, coi fratelli Mattei arsi vivi, la canaglia antifascista, avrebbe gridato alla faida interna.Basta leggere il libro, intitolato "Primavalle incendio a porte chiuse" edizioni Savelli-la nuova sinistra"con la prefazione del defunto autorevole senatore del PSI Riccardo Lombardi, per rendersi conto di chi sono questi decerebrati.Direi dove si annidano anche i "mandanti"; costui con Umberto Terracini, Alberto Moravia,solidarizzò coi piromani romani.Il senatore socialista era solito definire i safari metropolitani milanesi, dove gli oltranzisti di sinistra, organizzavano una vera e propria caccia al fascista, godendo in pratica dell'impunità, essendo per lo più appartenenti al vitellume-bene meneghino, tale pratica criminale, come ginnastica pre-rivoluzionaria!Attenzione che le mummie imbalsamate dell'antifascismo stanno versando ettolitri di benzina sul fuoco.

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