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Senzani e la strage di Bologna. Paradisi: non serve raccontare la storia delle Br. Io invece penso di sì

Pronta la replica di Gabriele Paradisi di Libero Reporter al mio post di ieri su Senzani, la strage di Bologna e la pista palestinese.

Caro Ugo
Ti ringrazio della sempre gentile attenzione con cui segui il nostro lavoro di ricerca.
Come sempre mi auguro che susciti discussioni serie e costruttive. Premetto che non scenderemo in polemiche, qualora si profilasse questo pericolo, perché crediamo che non portino a nulla. Noi continuiamo a portare documenti e domande. Sta a chi non condivide certe conclusioni fare altrettanto.
Volevo comunque sottolineare solo un paio di cose.
1) Tu scrive circa il confronto tra Raisi e Bolognesi sul TG2 che noi, pur avendo preso da subito le distanze dalle sue illazioni su Di Vittorio, ci schieriamo apertamente con il deputato bolognese. Non è esatto. Quando Raisi espone la pista palestinese così come scaturì dalla Relazione su Separat, magari aggiungendo i tasselli che negli anni stiamo trovando, noi siamo assolutamente con lui. Sulle altre questioni siamo mi sembra che siamo stati già abbastanza chiari. Viceversa va puntualizzato un aspetto: noi ci schieriamo sempre e comunque contro le menzogne. Il pezzo sulle farfalline di Bolognesi evidenzia come certe persone rimandino come dischi rotti argomenti ormai confutati da anni. Col solo intento, io credo, di fare confusione e di costruire mediaticamente delle “verità” di comodo. Una vulgata che poi è molto difficile scacciare.
2) Molto interessante la tua analisi sulla storia delle Br… ma nulla toglie che quell’appunto esista e che sia olografo di Giovanni Senzani. Che in esso siano riportati i concetti che abbiamo richiamato. Che ad un certo punto si parli di attentati gravi in Europa e che si citi “BO”. Che per trent’anni, nonostante il documento sia stato trattato da molti e in molti processi, mai si sia cercato di approfondire quel passaggio. Che in esso ci sia una controprova genuina che in Italia le Br (importa quale componente?) aiutavano i palestinesi a costituire e custodire il loro arsenale tattico e strategico, che tra l’altro conteneva molti quintali di T4 di cui s’è persa traccia… Il resto, le divisioni, le diverse strategie delle varie componenti brigatiste, mi pare che abbia oggettivamente poco valore rapportato alla “pregnanza probatoria polivalente” del documento.
Grazie ancora
Gabriele
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(umt) Invece no. Il contesto in questo caso è dirimente. Perché, come giustamente sottolineato dai "quattro", il documento di Senzani è stato sia all'attenzione degli inquirenti romani che hanno processato il Partito Guerriglia sia dei magistrati bolognesi che sono arrivate a diverse conclusioni per la strage di Bologna. E' la scoperta di una pista palestinese, oramai aperta da alcuni anni grazie anche al lavoro di Paradisi e dei suoi colleghi, che arricchisce di senso l'appunto di Senzani. E quindi se argomentano la pregnanza probatoria dell'olografo sostenendo che Senzani è il capo delle Brigate rosse e l'erede dei rapporti internazionali di Moretti è lecito e opportuno confutare sulla base di dati storici ampiamente condivisi questi enunciati proprio perché, essendo gli incontri tra Senzani e il leader palestinese successivi di più di un anno alla strage è  importante stabilire se c'è continuità tra le Brigate rosse che con Moretti vanno a rifornirsi di armi in Libano da una frazione palestinese e il Partito guerriglia di Senzani. Perché ancor più che il frastagliato mondo del partito armato italiano la realtà palestinese è assai complicata. E bisognerà tornare a parlarne. Sine ira ac studio. E quindi che ferva il dibattito, franco e leale ma senza polemiche...

17 commenti:

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    48 minuti fa
    Una franca discussione pubblica è proprio quella che ci vuole. Grazie Gabriele, per l'attenzione e la disponibilità
    Senzani e la strage di Bologna. Paradisi: non serve raccontare la storia delle Br. Io invece penso d
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    Cieli Limpidi Caro Ugo. Grazie a te. Non ho mai detto che non serve raccontare la storia delle Br, per carità. Ma non vedo come la frantumazione dell’organizzazione che si venne a produrre in quegli anni, possa sminuire il valore oggettivo dell'olografo e soprattutto di quel passaggio in particolare che non è stato mai approfondito, tantomeno dai magistrati bolognesi. Nell'olografo ci sono molti punti in cui emerge, oserei dire l’imbarazzo di Senzani, il quale mostra di apprendere per la prima volta certi aspetti dell’accordo. Di non sapere nemmeno quale componente dell’Olp li appoggi. Quale linea da tenere nei confronti dell’Unione sovietica; apprende che forse anche le Br, il suo gruppo, potrebbe avere infiltrazioni del Kgb. Tutto molto interessante e che, se vogliamo, evidenzia proprio il fatto che Senzani fosse piombato improvvisamente nella questione dei rapporti internazionali delle Br di cui poco o nulla sapeva. Vorrei ricordare che i palestinesi appoggiavano chiunque ritenevano funzionale alla loro causa. Non esitarono, tanto per dire, ad ospitare il gruppo neonazista WSG Hoffmann (Gruppo sportivo-militare Hoffmann) nei mesi in cui si consumò la strage alla Oktoberfest di Monaco di Baviera (26 settembre 1980) e il cui esecutore aveva rapporti proprio col WSG. Ma torniamo al punto e vediamo di ricapitolare i dati oggettivi. Sappiamo che in quel momento (seconda metà del 1981) c’è un arsenale militare palestinese disseminato in territorio italiano (Montello, Monte Lula, etc…). Su questo arsenale operano come custodi brigatisti e presumibilmente emissari palestinesi. Che il referente per l’Italia dell’Fplp e garante del “lodo Moro”, Abu Anzeh Saleh, dopo aver trascorso più di un anno in carcere, sta per essere sottoposto al processo d’appello (la sentenza che lo condannerà a 5 anni è del gennaio 1982). Abbiamo potuto apprezzare grazie alle recenti interpellanze urgenti che Saleh fosse soggetto in quei mesi a un trattamento molto singolare che gli consentiva qualche anomalo e ignoto viaggio a Roma, ma la sua mobilità era indubbiamente problematica. Nel frattempo il capo delle Br che aveva preso parte con l’operazione Francis alla costituzione di quell’arsenale è in carcere. È evidente che per Ayad fosse necessario ripristinare un contatto ai massimi livelli. Perché Senzani? Bisognerebbe chiederlo a Fulvia Miglietta che fornì a lui e non ad altri il contatto telefonico segreto.

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  2. L'unico vero legame tra le "BR-Pcc" di Moretti e il successivo "partito Guerriglia" di Senzani rispetto a quelle armi palestinesi ... è il dato che quelle armi erano state trasferite quasi completamente in Sardegna da Moretti e Dura ...

    Innanzitutto perchè, visti i legami con Barbagia Rossa ed anche con molti latitanti della cosiddetta Anonima Sequestri, lì era possibile nasconderle nelle numerose, e spesso sconosciute ai più, grotte della Barbagia ... e poi perchè si ritenevano potessero essere utili per la progettata evasione di massa dall'Asinara che invece non avvenne mai ...

    Al momento della scissione tra Pcc e Partito Guerriglia capitò però che l'intera colonna sarda si schierò con Senzani e che quindi quelle armi rimanessero teoricamente nelle complete disponibilità del Partito Guerriglia ... che però in verità non le usò mai perchè erano del tutto inadatte al tipo di guerriglia brigatista ....

    Barbagia Rossa, che le aveva in custodia ( anche se il custode materiale era un latitante sardo del banditismo tradizionale, "Banne" Floris, che di un militante di Barbagia era solo fratello) le usò in due sole occasioni, nel conflitto a fuoco coi carabinieri di Sa Janna Bassa, in cui morirono due militanti appunto di Barbagia Rossa, e poi nell'azione omicida contro il brigadiere di P.S. Lanzafame.

    E quindi , se si escludono i tre mitragliatori Sterling prelevati appunto da Barbagia Rossa ... ed alcune bombe Energa che arrivarono a Torino e furono usate da Peci in modo del tutto fallimentare contro un paio di caserme dei carabinieri ... l'intero carico portato in barca da Moretti e Dura dal Libano ( tra l'altro i fornitori erano quelli della Al Fatah di Arafat e non il Fplp di Saleh ) sarà completamente ritrovato anni dopo, su indicazione, anche se un pò vaga, del pentito Savasta, nella stessa grotta dove era stato ricoverato sin dall'inizio, compreso il T4 di cui si parlava ...

    Ripeto, le Br, se si esclude il colloquio tra Senzani e Saleh che però è del 1982, due anni dopo Bologna, hanno sempre privilegiato, nei rapporti coi palestinesi, il gruppo di Arafat, Al Fatah .... erano gli autonomi romani che, da sempre, avevano invece un rapporto di collaborazione col Fplp ...

    E comunque le armi fornite da Arafat permettevano sì l'eventuale uso da parte delle Br ma soprattutto erano affidate "in custodia" e dovevano restare disponibili per eventuali operazioni palestinesi in Italia .... che però, anche per gli accordi presi col governo italiano, in Italia non furono più effettuati, nè da Al Fath nè da nessun altro gruppo palestinese ...

    Insomma, mi sembra proprio che molti che discettano su questa vicenda, la storia e le dinamiche brigatiste, non le conoscano minimamente ...

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  3. Vorrei chiedere a Keoma cosa intende per " colloquio tra Senzani e Saleh che però è del 1982". Le risulta sia avvenuto un incontro del genere o sta confondendo l'incontro Senzani Abu Ayad del dicembre 1981? Comunque tutto molto interessante e utile per capire le dinamiche brigatiste, ma il punto, irrisolto, rimane un altro: vogliamo ragionare sui contenuti di quel documento oppure no?

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  4. Comunque, oggi su "Il Manifesto" c'è questo articolo di Tommaso Fabbri sulla vicenda :

    http://www.ilmanifestobologna.it/wp/2012/11/strage-di-bologna-tra-misteri-frutto-di-ignoranza-e-spiegazioni-che-si-preferisce-non-vedere/

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  5. Quella di Senzani è una testimonianza ex post di un leader di un'organizzazione clandestina che appunta in modo criptico una conversazione ex post su fatti su cui lui non ha avuto niente a che vedere. E' quindi una testimonianza sul piano giudiziario de relato.
    Poiché i fatti di cui si intende ricostruire la dinamica riguardano i rapporti tra Brigate rosse e organizzazioni combattenti palestinesi con particolare riguardo a una logistica militare condivisa credo che tutti gli elementi che aiutano a chiarire come hanno funzionato concretamente quei rapporti (che nessuno nga: ci mancherebbe) è assolutamente pertinente al tema sollevato da Paradisi. Proverò appena ho un attimo di respiro a sistematizzare le obiezioni sul rapporto Br- "Olp" che da più fonti mi pervengono...
    Ma sono abbastanza incasinato sukl lavoro.

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  6. Una domanda semplice semplice a Tommaso Fabbri (o a Keoma se volesse esprimere una sua opinione) il quale, par di capire, è mosso da una logica ferrea e sapiente. Come mai negli atti del p.p. sulla strage di Bologna (344/80), nell'ambito del quale il consigliere aggiunto Aldo Gentile fece la richiesta al Tribunale dell'Aquila di esentare Abu Anzeh Saleh dall'obbligo di residenza e di firma per un periodo decisamente lungo, non vi è alcuna traccia dell'esito di quel viaggio (dove è andato esattamente, con chi ha parlato, cosa gli è stato chiesto, cosa ha risposto, etc…), qualunque ne fosse stato il motivo? Questa mancanza di un qualsivoglia riscontro è prassi normale nelle inchieste giudiziarie?

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  7. Caro Ugo. Dall’olografo e dal verbale di Buzzatti, documenti che il giudice Rosario Priore inoltrò a Bologna, sembra emergere un dato: Giovanni Senzani da due fonti diverse (Abu Ayad e un misterioso uomo del Kgb, tale Santini) sembra essere stato messo al corrente di cosa accadde alla stazione di Bologna il 2 agosto. Nessuno può mettere in dubbio la genuinità del documento trovatogli nel portafoglio il giorno del suo arresto; le parole di Buzzatti possono eventualmente essere messe in dubbio, ma il silenzio di Senzani in merito, davanti ai magistrati bolognesi, è un elemento da non trascurare. Io vorrei ragionare su questi aspetti. Non che non sia importante approfondire le divisioni in seno alle Br o quali furono esattamente e come si concretizzarono nel tempo i rapporti tra i brigatisti (di quale gruppo?) e i palestinesi, ma mi sembrano altri filoni, rispetto all’argomento che abbiamo introdotto nella discussione col nostro ultimo articolo. Tra l’altro, a proposito del fatto che sia proprio Senzani a riallacciare i rapporti internazionali delle Br e non altri, è lo stesso Buzzatti a illuminarci quando il 7 marzo 1982 dice “dopo l’arresto di Moretti anzi in estate e in prospettiva dell’inevitabile spaccatura [Senzani] decise di riprendere tutti i contatti intenzionali e convogliarli nell’ottica nuova del partito guerriglia sostituendosi nei rapporti internazionali appunto nei rapporti già gestiti dal Comitato Esecutivo nella persona di Moretti” (Commissione Moro 58 pp. 195-202)

    Tornando al punto chiedo: quella sigla “BO” nell’olografo che significato ha? Qualcuno vuole dare una spiegazione plausibile, motivandola possibilmente, diversa da quella a cui siamo giunti noi?
    A volte, per capire appieno la portata di un fatto, potrebbe essere molto utile fare il gioco del ribaltamento. Prova a immaginare se in tutti i documenti, i materiali che abbiamo trovato in questi anni, i nomi dei protagonisti fossero scambiati. Al posto di Kram e della Frohlich ad esempio metti Fioravanti e la Mambro; al posto della Stasi metti la Cia o qualche “circolo atlantico”… è un giochino divertente… Pensa cosa significherebbe, ad esempio, se fosse provato documentalmente che Fioravanti il 5 agosto 1980, tre giorni dopo la più grave strage avvenuta in Europa dal dopoguerra, anziché andare a rapinare un’armeria di Roma, fosse stato segnalato a Langley?
    Oppure immagina se esistesse un documento olografo di qualche capo di una delle rissosissime organizzazioni di estrema destra (come sappiamo era una galassia di gruppi divisi e diversi) in cui fosse riportata, ex post, una conversazione con un qualche emissario di un servizio (ovviamente deviato) o di una qualche loggia massonica e fosse indicata una misteriosa sigla “BO” come sede di un recente grave attentato? Cosa avrebbe scritto secondo te il manifesto?

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  8. Chiariamo una questione di fondo. Voi vi siete assunti l'onere di individuare, sulla base di un lungo lavorio anche istituzionale, una nuova pista disponendo dell'accesso a documenti e fonti riservate. Nel momento in cui la esponente sul piano mediatico accettate le regole del gioco. E cioè che chiunque può estrapolarne un pezzo - sempre nel rispetto delle regole di correttezza intellettuale, di reciprocità ecc. - e non è tenuto all'obbligo di confutazione globale che afferiscono, ad esempio, al terreno della dialettica processuale.
    Purtroppo hai sbagliato esempio: almeno dal 1988 sia io che il Manifesto siamo sempre stati innocentisti su Mambro e Fioravanti...
    Il fatto che Senzani abbia taciuto con i giudici bolognesi per me non significa proprio niente. Normalmente i brigatisti non parlano mai. Fosse stato uno fluviale come Vinciguerra certo che la cosa avrebbe assunto un diverso carattere.
    Comunque ripeto: Senzani che riprende i rapporti internazionali dopo la scissione è un testimone de relato e tra l'altro non si capisce bene neanche che cosa ha scritto.
    Io personalmente tendo a non appassionarmi ai misteri d'Italia proprio perché mi irrita la sensazione di impotenza e frustrazione che mi genera la ricerca in materia. Che scopri una cosa e ti accorgi che non ne sai tre.
    Comunque tutti gli elementi certi che ho sui rapporti tra Br e palestinesi contraddicono le vostre conclusioni. Appena ho un'ora di tempo per buttare giù quaranta righe elencherò in un post le obiezioni che mi sono pervenute e che ho verificato essere esatte...

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  9. Solo una puntiualizzazione. Noi non abbiamo "accesso a documenti e fonti riservate". Gli atti dei procedimenti penali sono documenti pubblici e basta fare regolare istanza ai presidenti dei tribunali, andare sul posto, cercare e fotocopiare. Gli atti di diverse commissioni parlamentari (la Moro ad esempio) sono pubblici. I documenti della Stasi possono essere richisti al BStU di Berlino pagando le spese di cancelleria e spedizione... Dunque nulla di segreto e riservato...

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  10. Nessuno ha parlato di segreti. La formulazione esatta e' quindi di documenti di non facile e non gratuita reperibilità (tra l' altro per chiedere un documento di archivio della stasi bisogna esserci arrivati sfogliandolo prima, immagino, quindi con un soggiorno berlinese di una certa durata)

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  11. Quanto alle fonti riservate credo che ci sia poco da obiettare. Almeno per uno di voi e' un dovere deontologico...

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  12. Si capisce perfettamente che cosa ha scritto Senzani, sul capitolo.
    Ha scritto "C’è un asse Mitterand – Kresky per il controllo politico del Medio O. e la R. tenta in ogni modo di far saltare questa politica europea. Gli ultimi attentati gravi in Europa (Sinagoga, Bo e Trieste (?)) possono essere letti in questa chiave internazionale – [A. pensa così]"

    Quindi: Senzani nel documento scrive "per esteso", salvo alcune parole di cui appone solo le iniziali non per ragioni di sintesi, ma di prudenza: si tratta di termini che evidentemente, per volontà conscia o inconscia, egli non ha inteso scrivere per intero ed esplicitamente. Non un problema di sintesi, come ho detto, perchè lunghe parole non altrettanto "delicate", come ad es. "internazionale" sono sempre scritte per esteso anzichè abbreviate. Ora, vengono elencati ed assimilati ad un comune denominatore, di seguito, tre attentati: Sinagoga, "Bo" e Trieste. Gli attentati alla Sinagoga e Trieste sono dunque identificabili direttamente e non "criptati" con le sole iniziali: non ce n'era bisogno. Erano attentati noti o sui quali c'era comunque poco da nascondere, e Senzani lo sapeva, mentre appuntava. Su "Bo" VICEVERSA Senzani ha invece sentito l'esigenza, nonostante fosse un documento personale ed assolutamente riservato, di "criptare", cioè di non scrivere per esteso il termine, come aveva invece fatto tranquillamente per gli altri due, ritenendolo "non scrivibile", (come già altri termini, come ad esempio "R.").

    Quindi si sanno con certezza almeno 3 cose: 1) le letterine "Bo" indicano un attentato coevo al periodo di stesura dell'olografo. 2) Lo scrivente ha voluto evitare di descrivere in quell'elenco l'attentato "Bo" con la parola completa, come ha fatto per gli altri due, VOLENDONE OCCULTARE PER QUALCHE RAGIONE L'EFFETTIVA IDENTITA'. 3) All'attentato "Bo", viene assegnata una chiave di lettura coincidente con quello a Trieste e quello alla Sinagoga. Se Bo quindi sta per Bologna, allora IL DATO CENTRALE è che quell'attentato, in quella stanza dove si trovava Senzani mentre prendeva appunti, era considerato (non da Senzani, ma dai relatori le cui parole venivano appuntate dal Senzani) come qualcosa che nulla pareva avere a che fare con le italiche ricostruzioni giudiziarie e processuali o con le matrici fasciste o neofasciste nostrane. E ciò, del tutto indipendentemente dalla biografia di Senzani e dal fatto che egli fosse un dirigente di Pastorizia Armata piuttosto che non delle Brigate Rosse.

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  13. A scanso di equivoci anche io sono profondamente convinto dell'innocenza di Fioravanti, Mambro e Ciavardini per Bologna o quantomeno del fatto che non è mai uscita fuori qualche prova certa contro di loro.

    E del fatto che su Bologna si siano voluti trovare a tutti i costi dei "colpevoli purchessia" approfittando anche del fatto che la pletora di ergastoli collezionati dai primi due per altri reati ( Ciavardini nell'inchiesta è arrivato dopo ) faceva sì che, nella sostanza, nulla cambiasse per questi "colpevoli purchessia".

    La stessa larghezza di manica nei confronti di Mambro e Fioravanti in termini di concessione di benefici carcerari ed i tempi relativamente brevi in questa concessione di benefici mi sono sempre sembrati una specie di "riparazione" e di "pessima coscienza" rispetto al quel processo che ho difficoltà a definire anche "indiziario" ...

    Una volta detto questo, però, mi sembra che nella costruzione di questa nuova presunta pista, quella cosiddetta "palestinese" in tutte le sue molte varianti, si stia procedendo sostanzialmente nello stesso modo ...

    Pure tutta questa importanza attribuita ad una annotazione, il "BO", di Senzani mi sembra francamente un qualcosa di molto vivino alla totale inconsistenza ...

    Senzani poi, fatta la tara di qualche sospetto di ambiguità sul personaggio in termini più generali, è comunque un "irriducibile totale" e quindi appunto coerentemente con questa imposizione non ha mai parlato di nulla, mica solo di quell'annotazione ...

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  14. No Ugo, non sono mai stato a Berlino. Si fa tutto via email, indicando i nomi per i quali ti interessa ricevere documenti...
    Stesso discorso vale per qualsiasi archivio. Anche quello della CIA tanto per dire, sulla base del FOIA. Peccato che i docu su Saleh negli States siano ancora secretati...
    Dunque a parte l'attività istituzionale di Pelizzaro quando ha lavorato in Commissione Stragi e poi in Mitrokhin, tutte le scoperte fatte dal 2007 ad oggi sono state fatte su materiale pubblico accessibile a chicchessia. Occorre solo passione e costanza.

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  15. Gabriele, per carità. La questione è irrilevante nel merito e insignificante ma giochiamo a capirci.
    Per sapere che il documento XYZK583kll (cifrario del tutto capriccioso) contiene informazioni sulla presenza di Kram nel santuario di Separat ci sono due possibilità:
    o qualcuno vi ha detto che c'era (e possiamo chiamarla fonte riservata)
    o avete sfogliato l'intero dossier su separat o sue consistenti parti e per farlo qualcuno ha dovuto soggiornare a Berlino.
    Dopo di che chiudiamola con la tua replica (se vorrai farla) e riprendiamo la discussione di merito.

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  16. Allora ribadisco. A Berlino non è andato nessuno di noi. Io, dopo uno scambio di email con il BStU per capire le modalità e le procedure, ho fatto richiesta del materiale relativo a Kram della pratica Separat. Nessun indizio specifico, nessuna soffiata. Mi sono arrivate centinaia di carte e su quelle piano piano si è lavorato. La burocrazia (tedesca e comunista) ha fatto sì che abbiano annotato tutto nei minimi dettagli e si possono scoprire nelle pieghe cose impensabili. Tutti i faldoni, vedi quelli del 344/80 su Bologna, riservano sorprese tanto che qualcuno sostiene che la verità su tante vicende in realtà sia già scritta e basti solo cercarla. Dunque, per chiudere, nessun aiuto esterno, nessun input. Solo olio di gomito, pazienza e forse fortuna.

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