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Senzani e la strage di Bologna: dopo rue Copernic gli ebrei ce l'avevano con Barre non con Mitterrand

Riceviamo e pubblichiamo, dal nostro lettore dal sottosuolo...
Monsieur Ugò,
je m'adresse à vous directement pour la première fois. dans une replique Monsieur Enrix ha scritto:
Caro Tassinari, il "potenziale euristico" di quel documento è oggettivo. Senzani appunta in tempo reale, in un manoscritto vergato di proprio pugno e custodito nel suo portafoglio da dove è stato sequestrato contestualmente al suo arresto, le parole del capo dei servizi palestinesi. Parole rese in camera chiusa e confidenzialmente riservate ad una platea ristretta di rappresentati di organizzazioni terroristiche sodali. Senzani capisce perfettamente ciò che scrive, abbrevia i termini che ritiene non debbano essere espliciti, e dota di punto di domanda un termine non trovandolo evidentemente coerente con il contesto. A sua volta il capo dei servizi palestinesi elenca e circoscrive storicamente e politicamente tre attentati, uno dei quali si configura effettivamente come incoerente con le circostanze esposte, ma come ho detto si tratta di una sola parola, nome di città, sulla quale un lapsus, nel corso di una conferenza, è fatto normalissimo. Ma l'inquadramento politico e storico è esatto, coerente, pacifico. Il fatto che Mitterand non fosse ancora presidente, è irrilevante e fuorviante (a proposito: lei conosce l'etimologia della parola "diavolo"?) se si considera il ruolo politico e di potere che comunque l'uomo rivestiva. Il suo amico Lucifero degli inferni provi a domandare magari a qualcuno dei 10.000 manifestanti convenuti in Rue Copernic subito dopo l'attentato alla Sinagoga, la ragione per cui essi quel giorno scandivano lo slogan "Arafat assassino, Mitterand complice", nonostante ai vertici della Repubblica ci fossero ancora Pompidou e Giscard D’Estaing.

http://www.highbeam.com/doc/1G1-7752623.html

Or Dans L'Express j'ai trouvé cet article concernant l'histoire de cris contre François Mitterand.
Bien, il ne s'agit pas de l'attentat à la rue Copernic, quand premier ministre étaiat Raimon Barre, mais de l'attentat de à la rue des Rosiers de 1982....

De l'attentat rue Copernic à l'affaire Merah, comment le pouvoir réagit-il face au terrorisme?
Par , publié le 08/10/2012 à 16:05, mis à jour à 17:05
1980: La bourde de Raymond Barre rue CopernicLe 3 octobre 1980, une bombe tue trois personnes devant la synagogue de la rue Copernic, à Paris. Dans les heures qui suivent, le gouvernement de Raymond Barre va alors multiplier les erreurs. Sur le perron de Matignon, le Premier ministre évoque d'abord un "attentat odieux qui voulait frapper des Israélites qui se rendaient à la synagogue et qui a frappé des Français innocents qui traversaient la rue Copernic". Une phrase ambigüe qui lui sera reprochée jusqu'à la fin de sa carrière politique. Dites moi comment il est possible d'éviter des actes comme ceux de ce soir. Interrogé sur un possible manque de fermeté du gouvernement à l'égard des néo-nazis -la piste d'extrême-droite était alors évoquée- Raymond Barre botte aussi en touche: "Dites moi comment il est possible d'éviter des actes comme ceux de ce soir. Si vous me donnez la recette je serai très heureux de la connaître", se contente-t-il de répondre, un aveu d'impuissance difficile à imaginer aujourd'hui. Sa réaction lui vaut d'ailleurs des reproches dans son propre camp: l'ex-ministre Simone Veil dit regretter la "relative discrétion du gouvernement" après l'attentat. Le PS exige lui la démission du ministre de l'Intérieur Christian Bonnet. A un an de son élection, son premier secrétaire d'alors, François Mitterrand, se garde bien de rentrer dans la polémique: rue Copernic le soir même, il se déclare seulement "l'ami, comme le Parti socialiste, de la communauté juive".
1982: Mitterrand hué rue des Rosiers
Deux ans plus tard, le 9 août, des hommes armés tuent six personnes chez Goldenberg, restaurant du quartier juif parisien du Marais. Le soir même, à la demande de la communauté juive, François Mitterrand -cette fois président- assiste à un office accompagné par son ministre Gaston Defferre. A la sortie, le président impassible s'exprime sous les cris de "Mitterrand assassin", provoqués par ses contacts récents avec Yasser Arafat, le leader de l'Organisation de libération de la Palestine (OLP): "Je suis l'ami de la communauté juive de France, je suis venu m'associer à sa douleur comme je l'ai toujours fait. (...) Je dis que ce fanatisme là me trouvera devant lui."
La réplique est alors surtout judiciaire, avec l'ouverture d'une enquête par le juge anti-terroriste Jean-Louis Bruguière. Elle aura toutefois des conséquences politiques à long terme: c'est à cette occasion qu'est mise en place la cellule des écoutes de l'Elysée, censée servir à la lutte anti-terrorisme.

Bien à vous votre fidèle lecteur, Lucifero Inferni

7 commenti:

  1. Questa storia sta francamente diventando una barzelletta.

    E, sempre a scanso di equivoci, lo dico da convinto sostenitore dell'estraneità di Fioravanti e c. rispetto alla strage di Bologna.

    Ma, cribbio, lo scritto "olografo" di Senzani è del 1982, due anni dopo Bologna, ha un linguaggio a dir poco criptico, non c'è alcuna certezza che sia una "relazione" dopo l'incontro con un rappresentante di Fatah, indica almeno una cosa ( Trieste ) lontana nel tempo di almeno 10 anni ( e venitemi a dire che è così normale confondere, parlando, Trieste con Monaco ), analizza in poche parole un quadro politico internazionale, i riferimenti alla governance francese, del 1982 e non del 1980 .... non c'è alcuna certezza che "Bo" voglia dire Bologna, potrebbe persino essere una riflessione di Senzani rispetto all'incongruenza dei dati ( per intenderci un "boh" ... ).

    E comunque, anche a dare importanza decisiva all'appunto di Senzani ( e trovo strano, in questo caso, che un "superclandestino" ultraricercato come Senzani si porti nel portafoglio un appunto simile ) per Bologna cambierebbe interamente il quadro rispetto a quello che dice Raisi.

    C'entrerebbe Fatah e non il Fplp di Saleh, e Kram, tanto per fare un nome, non ha mai lavorato per Fatah ...

    E non vi sarebbe più alcun legame con la vicenda delle armi trasportate dagli autonomi romani ( con allegata l'allucinante ipotesi/calunnia contro Di Vittorio ), ma la eventuale ragione dell'attentato sarebbe invece determinata tutta dagli assetti geo-politici internazionali.

    E chi l'ha detto che la "R." dell'appunto di Senzani sia certamente "la Russia" e non invece più semplicemente "la Resistenza" ( palestinese ) ?

    Insomma, come mi è già capitato di dire, mi sembra che si stiano affastellando alla rinfusa improbabili "indizi", anche assai tra loro contradditori e contrastanti, così come pari pari innegabilmente è avvenuto nei processi a Fioravanti e c.

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  2. Per chi non conosce il francese, ecco un articolo in italiano su quella strage:

    http://segretidistato.liberoreporter.eu/index.php/home/primo-piano/primo-piano/180-strage-alla-sinagoga-di-parigi-la-francia-preme-per-lestradizione-del-presunto-attentatore.html

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  3. Keoma, lei può anche ridere, ma il documento di Senzani resta, come resta l'imbarazzo che esso crea in tante persone.

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  4. Si, ma con l' "imbarazzo" da solo, almeno su un terreno come questo, non si va da nessuna parte ...

    E sinceramente non mi sembra ci sia, come fatti accertati, molto di più ...

    Senza contare che il giudizio generale diffuso su Senzani ( che pure io francamente non condivido ) è quello che è, di un provocatore al soldo di questo e di quell'altro ... cioè una specie di Affatigato "de sinistra" e che può quindi "prestarsi", anche indirettamente facendosi trovare un appunto nel portafogli, ad ogni tipo di interesse ...

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  5. Keoma, lei vorrebbe sostenere che Senzani si teneva una velina depistante nel portafoglio nella speranza di farsi arrestare?
    Ecco, vede cosa intendo quando parlo di "imbarazzo"?
    Cari signori qui bisogna avere il coraggio di confrontarsi coi documenti e con la storia. Poi si può sempre decidere che i documenti sono "irrilevanti" e che la storia è quella che piace e che fa comodo ma non ha nulla a che vedere con quella reale.
    A me pare che sia solo una questione di onestà intellettuale.

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  6. Personalmente ( e mi sembra che l'avessi chiarito ) non penso affatto che Senzani fosse un provocatore.

    Ma è innegabile che, quasi universalmente, come tale viene spesso descritto sia da sinistra che da destra e financo dagli altri ambienti lottarmatisti.

    E di certo c'è comunque che viene spesso considerato ( e su questo sono d'accordo anche io ) come certamente non un "genio" dal punto di vista politico, militare, strategico e tattico.

    Un appunto criptico, con dati chiaramente tra loro incongruenti e di una persona che appunto viene considerata in un certo modo quale elemento decisivo può essere ? E parlo in termini giuridici o quantomeno di seria storiografia, non di sensazioni, suggestioni o "imbarazzi"...

    E rimane comunque il dato che, se consideriamo serio e decisivo l'appunto di Senzani, l'attenzione si sposta su Fatah e cadono tutte le tesi e le connessioni che fa Raisi ...

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