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Rauti story/16 - I giochi di Fini e le ragioni della contestazione ai funerali

"Diciamola tutta, non v'illudete, tanta di quella gente non ha contestato Fini perché ha rinnegato il Fascismo, ma perché ha tradito Berlusconi, altrimenti non si spiega come hanno potuto presenziare tanti traditori senza essere contestati anche loro, vedete il video del Fatto Quotidiano. Poi sicuramente ci stava una fascia di camerati, ma quello è altro discorso..."

di Ugo Maria Tassinari
Lo status su Facebook di Davide Pirillo, coordinatore calabrese di Forza nuova, mette il dito nella piaga. Per il fascista medio anche Landolfi, Gasparri, La Russa sono "traditori". Ma a catalizzare tutto l'odio e la frustrazione dei militanti di base della fascisteria romana è stato solo il presidente della Camera. A cui evidentemente non si perdona non tanto l'abiura di Gerusalemme ("il fascismo male assoluto") ma lo strappo umano ed esistenziale: l'affarismo del sottobosco familiare, l'ostinata ricerca della discontinuità, l'abrogazione ostentata di riti e pratiche di culto. Non ci fosse andato, sarebbe stato lo stesso sul piano simbolico ("anvedi quel pezzo di merda, manco a dargli l'ultimo saluto è ito" sarebbe stato il commento più bonario). Ora, dopo le forche caudine a cui è stato sottoposto, arriva anche la beffa: il tam tam che gli attribuisce la raffinata intenzione di buttarsi volutamente in trappola, ben conoscendo la trinariciuteria dei cammmerati romani, per incassare il facile dividendo dell'esecrazione pubblica verso la teppa fascista e la solidarietà dovuta all'uomo delle istituzioni.
Un calcolo cinico di Fini? E' verosimile, è credibile e quindi nessuna meraviglia che scatti il dispositivo della profezia che si autoavvera. Del resto il militante di base non è molto più evoluto del tifoso antijuventino che dopo il grossolano regalo iniziale nel derby d'Italia intona il mantra "vi siete comprati la partita" e che, dopo l'evidente smentita del campo raddrizza il tiro nell'ossimoro: "siete talmente una puzza che neanche comprandovi le partite riuscite a vincerle".
Non so in Fini quanto abbia giocato il calcolo cinico e quanto il timore dell'innesco di un effetto Moretti (si nota di più se ci vado o non ci vado?). Comunque è tutta sua - un rischio calcolato, questo sì - la scelta del basso profilo: nessun preavviso, la scorta ridotta al minimo indispensabile (due poliziotti in borghese, un carabiniere in divisa). E' possibile quindi che puntasse piuttosto a cogliere di sorpresa un pubblico che sapeva in grandissima parte ostile. Del resto l'uomo non è mai stato un cuor di leone e dai camerati un paio di "sveglie" le ha beccate ai tempi della segreteria del Fronte della goventù, una per ragioni politiche, una per più banali questioni personali.
Quel che è sicuro è invece la natura spontanea - per quanto prevedibile - della contestazione. Il giudizio di un collega esperto notista politico e diretto testimone della gazzarra è impietoso: "Senza una regia, senza uno stile, senza un contesto, un ricettacolo di tutti gli animal spirit e di tutte le frustrazioni accumulate dal neofascismo italiano dal dopoguerra ad oggi. Una cosa sterile e uterina, quasi animalesca". Una manifestazione spontanea e diffusa, quindi, che ha messo insieme coatti di 30 anni e signori di 75, giovani della destra e reduci degli anni Settanta. Con qualche strappo famigliare, come nel caso dei fratelli Cochi: con Marco, apprezzato studioso di geopolitica dai trascorsi giovanili nell'ultradestra violenta che si è distinto tra i più agitati contestatori, e il minore Alessandro, consigliere comunale, al fianco di Lucarelli, il capo dello staff del sindaco, a curare la regia della cerimonia. 

Il tentativo di assalto, come si vede nel video di Dagospia, si è consumato in pochi secondi, nel supportico della chiesa: con la scorta e il portavoce che hanno fatto scudo a Fini dall'offesa della folla scatenata e si sono beccati sputi, calci e ombrellate. Sono seguiti poi, dentro e fuori la basilica, a lungo, le urla, i fischi, le offese feroci.
Una considerazione finale: il fatto che tra i trascinatori della gazzarra ci fosse Maurizio Boccacci - espulso dalla Fiamma con i camerati che poi dettero vita a Forza nuova e rientratovi dopo l'allontanamento di Rauti - e che a chiamare il Presente sia stato Bruno Di Luia (nella foto in alto, mentre chiede il silenzio prima dell'appello) è la conferma che della grande scuola ordinovista non è rimasto in giro neanche l'esecutore testamentario.

4 commenti:

  1. Un tempo questo spezzone del " neofascismo " , di cui molti di Noi hanno fatto parte, ci metteva solo tanta rabbia ....

    Oggi si prova solo una indescrivibile pena .... per tutti i protagonisti e le comparse ... sia quelli vivi sia quelli morti, sia per i duri e puri sia per i pentiti ...


    E' una specie di festival dell'accattonaggio e dell'ipocrisia in cui vincitori e vinti, morti e vivi si confondono irritualmente,
    senza avere nè ritegno, nè compassione, nè senso critico della propria storia e delle proprie enormi contraddizioni ....

    Ignoranti di Storia, ignoranti di Verità, macchiette insane della stessa inutile farsa.

    Una commedia che continuano in tanti a recitare in modo ignobile.

    Che amarezza ....

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  2. Massimo rispetto per i morti e per chi partecipa ai loro funerali.

    Ma, in effetti, se il problema fosse stato il "tradimento del fascismo", perchè non hanno cacciato pure Gasparri, Larussa, Matteoli ecc. ecc. ecc. ?

    Invece il problema è, come ha ben detto umt, il "tradimento di Berlusconi" ....


    E allora, fatalmente, tutti i salmi finiscono in gloria .... e alla fine c'è solo un anticomunismo "d'antan", un anticomunismo senza più comunisti, fatalmente piccolo/borghese, bottegaio, atlantico ....

    E' un pò la metafora dello stesso rauti, intellettuale raffinato, "gramsciano" di destra, spiritualista, "sociale", "rivoluzionario" ma per sua stessa ammissione a libro paga Cia ....

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  3. Bè l'artefice è stato fini.Gli altri solo le ultime ruote del carro. Fedeli scudieri prontamente saltati sul carro "degli affari". Se non ci fosse stato fini, non sarebbero esistiti neanche gli altri.Giusto prendere simbolicamente di mira solo lui.La lista era troppo lunga.

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  4. A me pare che, rispetto a Gasparri, il cognato del trafficante e abusivo di Monaco, abbia una repsonsbilità e una visibilità ben maggiore. Ricordiamoci che ha svenduto AN per fare il vice di Silvio l'inniminato di cologno-monzese, per poi divenire il fidanzatino di Casini e Rutelli, e finire in braghette di cachemire alle Maldive.
    Insomma, chi non gli tirerebbe due rotoli di carta igienica addosso?

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