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L'annunciata scissione del Pdl : una lettura di lungo periodo di Murelli

(umt) Paola Frassinetti, nonostante il periodo di notevole stress che vive (fare la parlamentare del Pdl in Lombardia di questi tempi non è propriamente una passeggiata di salute), resta persona garbata e in modo civilissimo critica - sulla mia bacheca Facebook -  il pezzo sulla scissione annunciata nel Pdl come eccessivamente semplicistico:
Ma io che vivo questa situazione da dentro vi garantisco che non è solo un fatto verticistico ma ogni giorno molte persone di tutto i tipi mi dicono che avrebbero voglia di impegnarsi in un soggetto nuovo. Secondo me non si tratta di essere ingrati ma se Berlusconi da Forza Italia mette chi non ne faceva parte nelle condizioni di andarsene.... 
Il problema, però, è che i protagonisti dell'iniziativa, i Dioscuri Gasparri & La Russa, sono in genere individuati come le punte di diamante dei Berluscones post-missini e quindi è legittimo il sospetto che si tratti di una separazione consensualissima. I due soggetti, però, non sono soltanto i Guardiani del Tempio di Arcore: nella loro carriera di vertice hanno sempre saputo mantenere legami profondi con la base. E' leggendario il rapporto che Gasparri ha con il telefonino e l'agenda mentre di La Russa sono noti i legami che ha saputo coltivare anche con un certo extraparlamentarismo (vedi gli intrecci, seppure intermittenti, con Lino Guaglianone). E allora è forse il caso di allargare il cerchio. In questo cambio di prospettiva ci aiuta uno che la destra milanese la conosce bene, anche se non ne ha mai frequentato i Palazzi, Maurizio Murelli:
Non ne verranno fuori, Ugo.... non ne verranno fuori. Hanno commesso un errore bestiale a metà degli anni '80 e non hanno possibilità di riprendere quota. Per nessuna ragione. In pratica il passaggio è stato questo (resto al Nord le cui dinamiche ben conosco direttamente o indirettamente): la parola d'Ordine "Tutto nello stato niente fuori dallo stato" di fascistissima memoria è stata applicata al partito "Tutto nel partito niente fuori dal partito" in modo molto fanatico sopra tutto da La Russa. Questo ha implicato una "guerra" non dichiarata e non manifesta con tutta l'area. Nemmeno Almirante nella sua cocciutaggine aveva azzardato tanto. Il secondo passaggio, sull'onda dell' innamoramento di Berlusconi (portato al MSI da Servello) è stato di diventare più berlusconiani di Berlusconi. Per cui il MSI prima di diventare AN è stato trasformato da partito di milizia in partito di opinione. La militanza non aveva più senso in quanto quel che importava era il consenso che doveva essere gestito dalla leadership. Terzo passaggio: l'investitura di Fini a 2duce" indiscusso da parte dei cosiddetti colonnelli. Per far fuori le correnti "di sinistra". Fini era indiscutibile, intoccabile e chi ci provava veniva centrifugato (ricordo i i vari Staiti, Ceraso....). Quando Fini nella sua insipienza ha cominciato a dare segni di squilibrio mentale e politico non hanno saputo trovare una valida soluzione se non quella di far quadrato attorno al Cavaliere del Bunga-Bunga. Così alla fine si sono messi nell'angolo, perchè si sono giocati l'area, l'immaginario, la storia, la tradizione, il patrimonio. Ora dovrebbero divorziare da Berlusconi con una guida diarchica Gasparri La Russa e il terzo incomodo Alemanno che per altri versi si è alienato ogni residua simpatia. Mi spieghi dove vanno? E ovviamente questo non è tutto. Le uniche carte che avrebbero da giocare NON LE VEDONO e non le giocheranno mai..

3 commenti:

  1. Dice bene Murelli hanno trasformato un partito di milizia coi suoi valori radicali, che lo rendevano immune dalla corruzione, perché chi vi veniva sapeva di essere un discriminato,perseguitato,reietto,senza nessuna raccomandazione,con uno scopo di mera testimonianza, in un partito azienda, ma però quella di Berlusconi.Che fare per rifondare un nuovo MSI? Semplice tornare al clima degli anni di piombo; quando a Milano il vitellume-bene della alta borghesia rossa, nel fine settimana organizzava impunemente dei safari di caccia grossa al sanbabilino; quando a Roma si bruciavano i figli sottoproletari del MSI e i giornalisti scrivevano che era una faida interna; quando scoppiava un petardo e immediatamente dopo tutti in coro:"sono stati i fascisti...sono stati i fascisti". Così solo così rinascerà il MSI duro e puro come a bei tempi. Peste lo colga chi lo ha sdoganato, penso a Berlusconi e soprattutto a Fini!

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  2. Murelli dice alcune cose giuste, ma bisogna dire di più, perché quello che è accaduto nel 1993/94 non si spiega solo con il berlusconismo.
    Per corrompere persone come la Frassinetti la Perina o anche un Buontempo, c'è voluto qualcosa oltre Berlusconi.
    Il sistema antifascista ha polverizzato tutte le componenti missine: è stato peggio di un colpo di stato.
    Non ho citato a caso la Frassinetti e la Perina: a Sorrento, nel 1987, stavano dietro di me a scagliare maledizioni contro Fini, per poi, pochi anni dopo seguirlo nei vari tradimenti.
    C'è voluto un fiume di denaro, minacce, ricatti: come si può cambiare così e guardarsi allo specchio. Io non sono cambiato non perché nonn si possa cambiare, ma dall'oggi al domani si era visto solo con l'antifascismo di comodo del 43/45, con gli americani in casa.
    Nel 1993/94 chi c'era in casa: gli americani, i massoni, i clericali, i mafiosi, i camorristi?
    Ma dal 1946 al 1994 come aveva fatto a reggere l'ambiente multiforme del Msi ( pugni e pedate camerateschi non mancavano)e poi chiudere tutto in pochi mesi ?
    Ci vollero gli angloamericani, sempre con l'aiuto dei mafiosi, a fare diventare antifscisti un po' di italiani.
    Chi ha fatto diventare antifascisti i fascisti del MSI nel 1993, comprese le Frassinetti e le Perina ?

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  3. Ma dove voletene che vadano gli ex AN, oramai valgono poco anche elettoralmente. Tutti i sondaggi danno il PDL in caduta libera al 15%. Gli ex AN rappresentano il 30% del partito ma, tolti Fini e Fli, Alemanno e Matteoli, il restante gruppo Gasparri-LaRussa-Meloni, vale un decimo del PDL, ovvero, elettoralmente, poco più dell'1,5%, meno de La Destra di Storace, con la quale, dovrebbero forzatamente allearsi. Fino ad ora, in realtà, gli ex AN hanno cercato solo di alzare il prezzo con Berlusconi, per ottenere il maggior numero di candidature sicure alle prossime elezioni politiche. Ma il Cavaliere non riescirà nemmeno a sistemare tutti i suoi ed al gruppo "Destra Protagonista" non può che concedere più di dieci posti fra camera e senato. Ora, senza potere, senza posti da distribuire e con Ligresti in crisi, l'impero larussiano, basato, oramai, sopratutto, sui "clientes" e non più sui legionari missini, è destinato a franare. E perchè dovremmo salvarlo proprio noi? Se crede e vuole veramente la ricostruzione della destra italiana, lo aspettiamo ad Itaca ma, prima, faccia mea culpa, poi elimini la zavorra che si è portato dietro in questi ultimi anni ed infine presenti facce nuove e gente meritevole.

    Destra per Milano-Progetto Itaca

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