Header Ads


Delle Chiaie story. Keoma: così andò a Valle Giulia. Giannuli: una satira profetica su Moro 2a ed.


A chiarire i termini della questione di Valle Giulia, di cui discutiamo da qualche giorno, arriva il contributo sempre puntuale del nostro amico Keoma che dà un'interpretazione plausibile della dinamica dei fatti. Ma dell'autobiografia di Delle Chiaie si occupa oggi anche Aldo Giannuli, lo storico grande esperto di stragi e terrorismo, che partendo dalla proposta di sequestrare Moro nei caldi giorni dell'estate '64 risale a un racconto satirico pubblicato nel 1966 dal fondatore del Bagaglino, Pingitore, e che in realtà contiene il piano operativo che poi sarà attuato dalle Br e si pone qualche interrogativo ...

I fasci a Valle Giulia e l'antifascismo come battaglia di retroguardia di Keoma
I fasci di Avanguardia Nazionale, della Caravella (con tutti e 4 i rappresentanti eletti un anno e mezzo prima) e i pacciardiani di Primula a Valle Giulia c'erano, non ci sono dubbi, le foto parlano chiaro.
Non erano più di una trentina, erano in fondo al corteo ma erano così conosciuti da tutti come esponenti di destra che è veramente impensabile, come invece sostiene Evangelisti, che si fossero "infiltrati di nascosto" nella manifestazione.
Certo il loro protagonismo negli scontri fu del tutto casuale, si trovarono a formare la prima fila di resistenza solo perché il corteo, dopo una scaramuccia iniziale in testa, fu attaccato da dietro dalla carica della celere sui gipponi. Ed avendo certamente allora, soprattutto gli avanguardisti, una maggiore dimestichezza con le dinamiche da scontro di piazza rispetto agli studenti compagni, furono certamente preziosi nell'opporsi alla carica e proteggere il resto dei manifestanti.
E probabilmente ad una ipotesi di scontro si erano anche un minimo preparati, visto che Merlino, quel giorno tra i fermati, si era portato una molotov, che nella foto famosa si vede nell'atto di lanciare.
Una volta detto questo, però, credo che l'episodio sia oggi di scarsissima rilevanza storica e quindi non capisco proprio perché il mio amico Oreste Scalzone, persona stimabilissima e spesso controcorrente ed anticonformista nelle sue prese di posizione, neghi ancora oggi queste circostanze, del resto già riportate, sia pure in forma un po' ambigua, nel libro "LA STRAGE DI STATO", uscito nel lontanissimo 1970.
Naturalmente il fatto che i fasci al corteo ci fossero e certamente non in forma clandestina, non vuol dire necessariamente che ci fosse stato un accordo preventivo coi compagni, questo è un altro discorso.
Vero che quella famosa scritta, almeno fino al 2008 ancora visibile sui muri di Valle Giulia, nulla c'entra con il "superamento della dicotomia destra/sinistra" ma che semplicemente indicava l'antifascismo fine a sè stesso come terreno politico arretrato e spesso molto utile al recupero istituzionale dei movimenti di massa.
Ma questa è appunto tutta un'altra storia.
-------
Fin qui Keoma. A supporto delle questioni sollevate da Giannuli mi sembra utile segnalare sia  un ulteriore quesito, avanzato da Giacomo Pacini, un giovane studioso di cui sono notoriamente fan:
E allora già che ci siamo aggiungiamoci questa, va; a fine anni sessanta il proprietario del Bagaglino era Felice Fulchignoni, fondatore dell’Adnkronos, amico di Sereno Freato (storico collaboratore di Moro) e uomo che più fonti indicano come organico ad Anello/Noto Servizio….. Tra le altre cose, Fulchignoni a inizio anni sessanta fu uno dei tramiti dei finanziamenti del Sifar al Psi e aveva fondato una “strana” agenzia di stampa chiamata “Mondo Islamico”, che risulta finanziata dal Sifar. Insomma, che fosse Noto o meno, coi Servizi Fulchignoni qualcosina aveva a che fare. Che sia stata lui la fonte di Pingitore?
A sua volta Paolo Cucchiarelli ha riesumato i vecchi dispacci dell'Ansa (5 maggio 1998: un'anticipazione in vista del ventennale dell'uccisione) in cui ricostruisce il caso (io presumo siano sua opera, essendo siglati PC):
MORO: UN 'SAGGIO PROFETICO' DI PINGITORE NEGLI ANNI '60

(ANSA) - ROMA, 5 MAG - Un divertissement rivelatosi profetico? Il ritorno di attenzione sul caso Moro ha riportatato in luce un curioso 'saggio' di Pierfrancesco Pingitore, ''Dio salvi il presidente'', pubblicato negli anni '60. Pingitore, autore teatrale, tra i fondatori del teatro ''Il bagaglino'', oggi noto come autore di fortunate trasmissioni Tv, pubblico' allora in questo saggio una sorta di reportage che analizzava dettagliatamente, minuto per minuto, il tragitto che compiva Aldo Moro tra casa e il 'Palazzo', ipotizzando modi e luoghi in cui lo statista Dc correva di piu' il rischio di essere colpito da un attentato.
Nel sottotitolo del saggio (13 pagine oggi reperibili solo da librai antiquari) si sottolineava che 15 uomini vegliavano sulla vita di Moro: ''ma sarebbero sufficienti - vi si legge - a difenderlo contro un Oswald italiano?''. Il saggio analizzava le carenze e le lacune del servizio di sicurezza intorno a Moro:
''il presidente Moro, da quell'uomo ordinato e metodico che e', ha una giornata rigorosamente organizzata. Cio', se depone a favore dell'equilibrio interno del presidente, lo rende purtroppo maggiormente vulnerabile. La prudenza consiglierebbe infatti una piu' larga varieta' di movimenti''. ''Il momento piu' pericoloso
della giornata dell'on. Moro e' l'uscita del mattino''. Il saggio - citato tra l' altro anche nel libro sul caso Moro di Sergio Flamigni presentato ieri - a questo punto traccia varie ipotesi di teorici attacchi alla macchina di
Moro. Si descrive il tragitto mattutino fino alla chiesa di San Francesco a Monte Mario. Possibile autore dell' attentato dinanzi alla chiesa un cecchino. Altro punto di attacco ipotizzabile e' quello dove via del Forte Trionfale incrocia via Trionfale. Una macchina potrebbe affiancare quella di Moro, lasciando rotolare sotto l'auto del presidente ''per esempio una bomba a mano''. Altre ipotesi sono decisamente piu' 'fantasiose'' sino alle ''puntine velenose'' sui banchi della chiesa oppure all' uso di un lanciafiamme. Nel saggio, tra le vie del percorso, viene citata anche via Mario Fani (che poi sara' il luogo dell' agguato delle Brigate Rosse). 
MORO: PINGITORE, ERA SOLO 'SATIRA SERIOSA'
(V. 'MOTO: UN 'SAGGIO PROFETICO' ...' DELLE 18 CIRCA)
(ANSA) - ROMA, 5 MAG - Solo ''satira seriosa'': cosi' Pierfrancesco Pingitore definisce trent' anni dopo il contenuto del testo, inserito in un opuscolo che accompagnava gli spettacoli del gruppo del Bagaglino, di ''Dio salvi il presidente'', in cui si ipotizza con dovizia di dettagli il rapimento dell' allora presidente del Consiglio Aldo Moro.
''Mi rendo conto - dice oggi Pingitore - che rileggendolo ora il testo non fa lo stesso effetto di allora. Ma nel '66, e non nel '68 come scrive Sergio Flamigni nel suo 'Convergenze parallele', i tempi del terrorismo e della contestazione violenta erano molto lontani. L' idea che Moro fosse protetto da quindici uomini ci sembrava un' esagerazione. Tanto e' vero che nel testo si scherzava su questo, lasciando intendere che quindici persone
o erano troppe perche' in realta' a nessuno sarebbe mai venuto in mente di rapire Moro o erano poche se veramente si dava credito a questa eventualita'''.
L' opuscolo, ricorda Pingitore, fu pubblicato nel '66 per ''celebrare'' lo spettacolo d' esordio del gruppo avvenuto nel novembre 1965 al teatrino delle Campanelle. ''Ma la 'scoperta' - conclude l' autore e regista - non e' inedita: uno o due anni dopo il delitto Moro, quel testo fu pubblicato dai quotidiani 'Il tempo' e 'L' Unita'''. (ANSA).

3 commenti:

  1. Tutti a negare la possibilità che si potesse inaugurare, nel 1968 a Valle Giulia, una nuova fase di lotta politica che superasse i vecchi ed obsoleti steccati destra-sinistra, all'insegna dell'unità generazionale. Tale strategia teorizzata in Italia da Freda e a livello internazionale da Thiriart con la sua Giovane Europa, fu l'elaborazione teorica strategica, di una nuova fase politica di lotta al sistema nato dagli accordi di Yalta.Sarà bene ricordare gli incontri di Thiriart con il primo ministro cinese e con alcuni leader arabi in funzione anti USA. Dati di fatto innegabili, mistificati, sottaciuti, negati dai giornalisti e storici di sinistra, altrimenti le loro note interpretazioni di neofascisti infiltrati e manovrati, svanirebbero come neve al sole.Esorto tutti a comprare e a leggere Massimiliano Griner e il suo recente saggio sul mito della strategia della tensione.

    RispondiElimina
  2. Etv ogni orologio rotto suona due volte al giorno l'ora giusta. Il tuo disco incantato, invece, va sempre fuori tempo. A rompere l'unità generazionale ci pensò il Msi il 16 marzo (con il raid che si concluse spezzando la schiena di Scalzone) e nell'occasione gli avanguardisti, alla resa dei conti, si schierarono con la reazione ...

    RispondiElimina
  3. Ha ragione UMT, Avanguardia Nazionale perse definitivamente l'opportunità di provare la sua identità rivoluzionaria e non esistono seconde occasioni...

    Massimo (Monza)

    RispondiElimina

Powered by Blogger.