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La strage di Brindisi e la nuova strategia della tensione: visto da destra, visto da sinistra

Partito il riflesso condizionato: fiaccolate e "mobilitazioni" in tutta italia: contro la mafia, i fascisti, lo stato. Ognuno ci va "postando" il suo nemico preferito. Allarmi, le istituzioni sono in pericolo venite parvolus la democrazia ha bisogno di voi...
(umt) Così Enrico Galmozzi rilancia la discussione sulla sua bacheca facebook. Per me che sono stato educato alla stessa scuola severa, che rifiutava alla radice le letture cospirative della storia e riconduceva tutto al rapporto di capitale e ai rapporti di forza tra le classi (e poi in una sua variabile disastrosamente unilaterale tra i loro apparati militari), questo filo rosso di ragionamento è un ancoraggio sicuro. Mi torna in mente, infatti, una commedia di Dario Fo dal titolo wertmulleriano: Tutti uniti, tutti insieme. Scusa, ma quello non è il padrone?
 Eppure, di fronte alla strage di Brindisi, la tentazione del pensiero analogico, del richiamo al biennio nero 1992-93, è fortissimo, tra crollo del sistema dei partiti, assalto della finanza internazionale al sistema Italia, allarme per la corruzione dilagante, emergenza terroristica. Gli esiti di quella crisi sono noti e ancora una volta tocca dare ragione a Galmozzi:
Paradossalmente la cosiddetta "strategia della tensione" non ha mai prodotto risultati di destra quanto piuttosto "emergenza nazionale", governi di "solidarietà nazionale" ecc. ecc. Ragionando sulla base del cui prodest si dovrebbe dire che la strategia della tensione sia stata un prodotto del PCI e delle sue ridicole continuazioni postume. Ovviamente questa è una provocazione ma anche un invito a non ragionare sulla base del togliattiano cui prodest che non è mai servito a capire un cazzo...
Il paradigma è sempre valido. Esiste infatti un uso politico delle stragi (con degli incassi più o meno immediati) che può prescindere dalla responsabilità materiale o progettuale di chi le ha eseguite. E ci sono tutti gli indizi perché il governo tecnico strumentalizzi l'emergenza terrorismo in chiave di stabilizzazione autoritaria e quindi di chiusura degli spazi per il dissenso e il malessere sociale che faticano a fare corpo ma che negli ultimi mesi cominciano a manifestarsi in maniera originali (dalla lotta anti-Equitalia, che si spinge fino alle forme - mutuato dalla cultura orientale - dell'estremo sacrificio personale, al boom elettorale del neo-poujadista Grillo).
Di diverso avviso, ovviamente, Gabriele Adinolfi che nella strage di stamane trova una significativa conferma del suo allarmismo per la "nuova strategia della tensione". Anche se gli esiti da lui attesi in gran parte coincidono con le mie aspettative più pessimistiche. Un allarme, tocca dargliene atto, lanciato in tempi non sospetti
si tratta di una strage annunciata da tempo che rafforzerà una scricchiolante unità governativa intorno a dei tecnici sceriffi sempre più impopolari, seduti sul baratro di una società dalle prospettive nerissime. Una strage che condurrà allo stato di “emergenza” e di “vigilanza” rendendo inaccettabile qualsiasi risposta politica (magari denominata antipolitica) perché, vedrete, ogni critica verrà considerata irresponsabile e cavalcabile dai terroristi.E’ una strage da schema classico consumata, come quasi tutte le precedenti, quando a dominare è la Commissione Trilateral. Suoi uomini, suoi avversari, sue componenti? Non lo sapremo facilmente. Sappiamo però che lo sceriffato ne beneficerà, che le libertà vi saranno sacrificate e che, se le cose continueranno ad andare come i dati suggeriscono, non sarà purtroppo l’ultima.

6 commenti:

  1. Come da mia bacheca, in linea di massima, d'accordo con Galmozzi.

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  2. Ugo tu dici "Per me che sono stato educato alla stessa scuola severa, che rifiutava alla radice le letture cospirative della storia e riconduceva tutto al rapporto di capitale e ai rapporti di forza tra le classi (e poi in una sua variabile disastrosamente unilaterale tra i loro apparati militari), questo filo rosso di ragionamento è un ancoraggio sicuro". Ma non c'è tutta quest'antinomia. Non c'è perché il capitale, per impersonale che sia, si affida sempre a uomini e strutture. Negri e le Br parlarono (poco importa ora quanto impropriamente) di Stato Imperialista delle Multinazionali. Insomma ci sono le dinamiche e i rapporti di forza e poi ci sono quelli che amministrano le gestioni. e spesso lo fanno seguendo dei format. E se si ripetono nel tempo con i modi vorrà pur dire qualcosa. Così come il prevedere la ripetizione di certi schemi dell'orrore non proviene da un'ossessione ma dall'osservazione della ripetizione di meccanismi e dinamiche e scenari che poi, inevitabilmente, portano a quello che portano. Perché, oltretutto, sono terribilmente prevedibili. In tutte le accezioni di quel terribilmente.

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  3. In questo momento ci sono pochi elementi a favore o contro l'ipotesi mafiosa, terrorista, internazionale, estremistica, la confusione regna sovrana....ma l'effetto immediato è che tutti o quasi si lanciano a sostegno del governo e arrivano dalle alte sfere inviti alla responsabilità, all'abbassare i toni delle proteste politiche, magari ad evitarle......ma cosa centrano le proteste sacrosante con un crimine efferato come quello commesso a Brindisi? Manteniamo l'attenzione, ma anche la calma, evitando le spiegazioni e le soluzioni troppo semplicistiche.

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  4. "Partito il riflesso condizionato:"

    Che bello sentire una voce raziocinante.

    Non sappiamo chi è stato, o perché, punto e basta.

    Il resto sono tutte proiezioni di fantasie personali.

    Questo è un paese di 60 milioni di commissari tecnici e altrettanti Sherlock Holmes.

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  5. La chiesa di San Giorgio al Velabro, sul Palatino, è uno dei meno
    conosciuti, ma più santi, luoghi sacri del mondo. NON Solo vi è conservato
    il cranio del Martire, non solo è la più antica chiesa dell'Occidente,
    (precedente persino a Santa Maria Maggiore), non solo vi sono inumati i
    crani dei condannati a morte di epoca pontificia, ma sembra che sorga
    proprio sul solco tracciato da Re Romolo. Ma pensate che i mafiosi erano a conoscenza di questi particolari? Perchè vi compirono l'attentato? Si è mai saputo nulla, oltre alla generica ipotesi di un messaggio ad un politico di nome Giorgio. Poi, chi sarebbe stato tale politico?!?

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  6. Così si spiega il complottismo:

    " x Miguel: Pittu pittu, pà! "

    Se non scorgete niente, lasciate perdere ( invece di sforzarsi s'intende...che fate prima )per il semplice fatto che state già usando le armi del nemico.
    E non dite che lavorate gratis...quante soddisfazioni si ricavano?

    daouda

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