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Il sequestro Moro ed Erri de Luca: la storia vista dal buco della serratura


Gli 007 italiani, dieci giorni dopo la strage di via Fani, avevano nel mirino Erri De Luca, il responsabile del servizo d'ordine di Lotta Continua. Lo consideravano un "elemento irregolare delle Brigate Rosse". Tirano fuori anche un elenco di esponenti del Pci, "schedati" dal Sismi perché sarebbero andati alla scuola-Kgb di Mosca. Su Moro fu scritto di tutto. Nulla sulla sua liberazione, solo un unico cenno alla loggia P2

(umt) Così Alberto Custodero, uno dei cinque giornalisti ammessi - con procedura complessa e farraginosa - a consultare le carte dei servizi segreti sul sequestro Moro riassume le sue provvisorie conclusioni di un lavoro faticoso e disagevole. A noi queste poche righe bastano per porci quelche dubbio. Perché nella primavera 1978 Lotta continua era disciolta da un anno e mezzo, Erri De Luca che nel rito catartico del congresso di Rimini era stato uno dei principali capri espiatori (per l'incidente al corteo femminista del dicembre 1975 che aveva visto il "suo" servizio d'ordine irrompere nel corteo violando la rivendicazione delle donne del diritto all'autogestione anche della presenza in piazza) si era ritirato a vita privata mentre sopravvivevano piccoli nuclei "intransigenti" (a Torino, Roma sud, Caserta, Bari i nuclei più consistenti) che si erano dati la sigla di "Lotta continua per il comunismo". Gran parte dei militanti si erano dissolti nel movimento del '77 e una serie di quadri del servizio d'ordine passavano sì alla lotta armata, ma nei ranghi di Prima linea. 

Su una cosa, invece, sono assolutamente d'accordo con Custodero: le veline dei servizi segreti sono uno strumento formidabile per la storia delle mentalità, di come cioè i sottoscala del potere percepissero la realtà, ma il loro contributo alla ricostruzione della realtà effettuale delle cose è assai scarso

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