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Caso Vattani, la Farnesina criminalizza il Fronte e scatta l'orgoglio dei reduci

La motivazione della punizione annunciata per Mario Vattani (la remota iscrizione al Fronte della Gioventù è considerato un elemento a carico) ha fatto scattare un colpo di coda di orgoglio identitario nel ceto politico postmissino del Pdl. Ne sono forte testimonianza due editoriali del Secolo d'Italia, pubblicati in rapida successione lunedì 21 e mercoledì 23 maggio, a firma di Giacomo Fragalà, che chiamano alla battaglia per la difesa della storia missina. Eccoli.

Msi fuorilegge. Non siamo negli anni Settanta, quando tentarono di tutto per cancellare il partito di Almirante dal panorama politico italiano. Non siamo neppure nell’immediato dopoguerra. Siamo solo in presenza di una vicenda che, se non fosse grave, sarebbe grottesca. Tutto ha un limite. E il limite, nello “scandalo” del console Mario Vattani, è stato superato – di molto – in un clima di colpevole silenzio. Perché il punto cruciale non è più la sua esibizione canora sul palco di Casapound ma la discriminazione di un’intera comunità politica. Vattani – prima richiamato dalla Farnesina, poi reintegrato dal Tar e ora di nuovo richiamato in Italia su decisione del Consiglio di Stato – è stato considerato “impresentabile” per la sua militanza missina negli anni Ottanta. Il capo d’accusa: aver avuto un passato nel Fronte della Gioventù, ragion per cui – come si legge nel memoriale della Farnesina – la sua permanenza all’estero sarebbe «in palese contraddizione con le alte funzioni di rappresentanza dello Stato che è chiamato a svolgere». Vattani “condannato” per essersi iscritto all’organizzazione giovanile missina nel periodo in cui il segretario era Fini. Parole che potrebbero riguardare tutti, a ogni livello. Una sorta di messa al bando a posteriori, secondo la quale – a rigor di logica – Fini non avrebbe potuto fare il presidente della Camera, La Russa il ministro della Difesa, Gasparri il capogruppo Pdl al Senato, Matteoli il ministro delle Infrastrutture, Alemanno il sindaco di Roma e la Meloni il ministro della Gioventù. Il che ha provocato la protesta di chi ha vissuto le difficili ed esaltanti stagioni della destra, da Domenico Gramazio a Enzo Raisi e Bruno Murgia. Nessuna reazione invece dal Quirinale, di solito molto loquace. C’è tempo per rimediare, meglio tardi che mai. Purché si rimedi.

Nessuno si permetta di farci le analisi del sangue. La vicenda di Mario Vattani non può passare inosservata né può essere chiusa con le battutacce sul console fascio-rock che imperversano sui giornali on line. Secondo la memoria della Farnesina, sarebbe impresentabile perché in passato era iscritto al Fronte della gioventù, come se avere avuto quella tessera fosse un peccato originale da espiare. È una messa in stato d’accusa di un’intera comunità, di un mondo che nulla ha da farsi perdonare. Anzi, che ha molto da perdonare. Tre iniziative parlamentari mettono in chiaro proprio questo. La storia della destra in Italia è complessa, è la storia di un mondo, di «ragazze e ragazzi», come amava chiamarli Giorgio Almirante, che hanno saputo scrivere pagine importanti della politica italiana in anni difficili. C’è l’interrogazione di Murgia, che affronta il nodo della discriminazione nei confronti di Vattani. C’è l’interrogazione presentata da 24 parlamentari, tutti con un passato nel Fdg (prima firmataria Giorgia Meloni), in cui si rileva il ruolo fondamentale avuto dall’organizzazione giovanile missina nella vita del Paese. E c’è l’interpellanza bipartisan (primi firmatari Raisi e Malgieri) che affronta ambedue le questioni. A questo punto qualcuno deve rispondere. Chiarire. E censurare chi ha sbagliato. Perché il silenzio è colpevole. Tertium non datur.

7 commenti:

  1. Per inciso, Fini è stato pure ministro degli esteri.

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  2. Dipende dai punti di vista.
    Se il FdG non era nulla di male (assoluto), come mai i fiuggini l'hanno sciolto per dar vita ad azione giovani ??
    Insomma i fiuggini non sono forse stati i primi censori ???
    Quindi sta sceneggiata mi sa molto di lacrime di coccodrillo.

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  3. Non dimentichiamoci mai - come questo stesso blog conferma - che le levate di scudi per difendere il passato in modo estemporaneo vanno anche bene ma poi, quando si tratta di scrivere la storia per bene, passata e recente, di un "mondo" si aspetta che lo faccia sempre qualcuno di sinistra. Salvo poi lamentarsi se dice qualche cazzata

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  4. Anonimo: va bene che è arrivato il primo caldo, ma anche con 40 gradi il buon senso logico non dovrebbe venir meno. Perché anche l'UDC non è più DC e il PD non è più PCI... si sono tutti riformati.

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  5. Anonimo gioca nel torbido, tipico degli intolleranti. Per chi nel Fdg è stato, il male è proprio Fiuggi: a Fiuggi si sono visti massoni clericali e filosionisti, dapprima in modo discreto, poi in modo sfacciato.
    Poi il tutto è tracimato fino alla casa di Montecarlo rubata ai cattivi fascisti come preda per il raggiunto livello ottimale di antifascismo da parte di Fini.
    Punto di vista anche questo? Forse, però, più rispettoso della storia di quello di Anonimo.
    Luciano

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  6. Capisco ed in parte comprendo il copo di coda di orgoglio identitario nel ceto politico post missino ora confluito nel partito degli onesti popolo delle libertà per la motivazione della punizione annunciata per Mario Vattani, colpevole di essere stato iscritto al Fronte della Gioventù. Il msi, nel corso della sua storia, non ebbe vita facile, tante volte fu chiesto addirittura di essere considerato partito fuori legge, negli ultimi venti anni, con tanti rinnegamenti e con l'abbraccio al nano di Arcore, tanti ex missini, da semplici deputati consiglieri regionali, comunali, sono diventati ministri,sottosegretari, deputati e senatori, presidenti di Regione, presidenti di Provincia, etc... graziela al genio politico,si fa per dire, del rinnegato capo, Gianfranco Fini,anche egli in gioventù, leader del fronte della gioventù.
    Gli stessi ex fdg, ritornati all'opposizione, e non più ministri come la Meloni, dopo aver partecipato allo scioglimento della loro organizzazione giovanile,approvano tutte le idee forza del rinnegato capo Fini, tranne quella del "tradimento" a Berlusconi, mica al fascimo, alla sua dottrina sociale,alla cultura della destra italiana, versano lacrime di coccodrillo, per la discriminazione compiuta nei confronti del console Vattani.
    Caro Ugo, cari lettori, la discriminazione nei confronti di Vattani, non è da imputare ad una sua adesione al fronte della gioventù di cui è stato attivo e vivace militante, ma al suo essere cantante dei sfs, che scrivono canzoni belle ed impegnate, come Repubblica e come mai,che ascolto ed apprezzo, ma che, in questa Repubblica Italiana, nata dalla resistenza, sono davvero troppo, non per altro per il ruolo istituzionale che egli assume.
    D'altronde se non fosse stato console di Italia in Giappone, non avrebbe avuto tutto questo clamore.
    Mario Menale.

    Mario Menale

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  7. non vorrei fare il dietrologo, ma a me pare che i guai per vattani siano iniziati quando diede la dimissioni dal gabinetto alemanno per motivi... di incompatibilità ideologica.

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