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Giannuli: dopo il flop sulla #strage di #Brescia parliamo di crisi della #giustizia

(umt) Nel dibattito aperto sulla sentenza di Brescia che rappresenta una sorta di pietra tombale giudiziaria sulla vicenda delle stragi italiane negli anni di piombo (1969-1980) interviene lo storico Aldo Giannuli che nel processo è parte in causa (come consulente della Procura) ma che, chiarito l'embeddement, si impegna in una riflessione a tutto campo sul fallimento giudiziario delle inchieste per stragi e da questa ovvietà ricava una più profonda analisi sull'emergenza giudiziaria in Italia, un fatto che resta anche dopo la marginalizzazione di Silvio Berlusconi. E' un ragionamento complesso da cui io estrapolo uno spicchio, che in qualche modo risponde ad alcune obiezioni che ho ricevuto nei giorni scorsi:

qui ci limitiamo ad osservare alcune linee generali, considerando come casi di strage: piazza Fontana, Gioia Tauro, Fatebenefratelli, Brescia, Italicus, Savona, Bologna. Non consideriamo né i casi per così dire “remoti” (Portella e quelli di banditismo siciliano o Malga sasso e quelli legati al terrorismo altoatesino) né quelli più “recenti” (904, Capaci, via D’Amelio, Gergofili, via Palestro, ecc.). Questo perché il gruppo “centrale” presenta caratteristiche comuni e punti di contatto reciproci, mentre i casi “remoti” e quelli “recenti” appaiono meno omogenei fra loro ed assai diversi da quelli del gruppo considerato. Non abbiamo incluso Peteano in quanto, come già abbiamo detto, non è corretto considerarlo come un caso di strage, mancando il carattere indiscriminato che è caratteristico delle stragi, essendo piuttosto un attentato “mirato” contro i carabinieri, dunque più inquadrabile nella fattispecie penale dell’omicidio plurimo. I casi indicati hanno queste costanti:
a - gli indiziati giunti a dibattimento sono sempre stati militanti di organizzazioni estrema destra (Avanguardia Nazionale per Gioia Tauro e Piazza Fontana, Nuclei Armati Rivoluzionari per Bologna, Ordine Nuovo per P. Fontana, Fatebenefratelli, Brescia, Italcus). Eccezioni: piazza Fontana, dove a giudizio furono rinviati anche anarchici (poi assolti) insieme a quelli di On e la prima istruttoria per Gioia Tauro che vide imputati 4 dipendenti delle Ffss anche essi assolti.
b - in tutti i casi (salvo Savona) sono risultati implicati uomini dei servizi segreti o dei corpi di polizia o come correi o favoreggiatori, o per successivi depistaggi.

4 commenti:

  1. Lo storico Giannuli, opera dei distinguo territoriali e d'epoca arbitrari,che non risolvono le questioni indagate.Ignorare che a Milano in piazza Fontana, vi è ubicato l'Arcivescovado,che fu obiettivo di ripetuti attentati (in un caso anche con un morto) a distanza di pochi decenni l'uno dall'altro, mi sembra deplorevole. Ignorare che nell'attigua piazza Beccaria, vi era il vecchio Tribunale di Milano,obiettivo di altri attentati, è sempre biasimevole.Ignorare che la Fiera di Milano,fu teatro di una strage,come di un altro successivo attentato, ove gli anarchici arrestati da Calabresi,furono prosciolti dalle accuse per l'alibi fornito loro da Giangiacomo Feltrinelli,è doppiamente deplorevole. Per concludere piazza Fontana per gli oltranzisti di sinistra milanesi di tutte le epoche e di tutte le risme, è ciò che San Babila lo è per quegli di destra. Temistocle Vaccarella.

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  2. Temistocle sai come è i processi si dovrebbero basare su delle prove o almeno degli indizi, non su similitudini o precedenti se no allora uno potrebbe dire il camerata Azzi ha tentato di far saltare un treno quindi tutte le bombe nei treni e nelle stazioni sono state piazzate da fascisti oppure a brescia Ferrari è saltato in aria mentre trasportava una bomba quindi la strage di piazza della loggia è fascista.
    Insomma evitiamo certi semplicismi beceri.

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  3. E' lo storico Giannuli che opera dei distinguo in base a scelte personalissime. Se lui suddivide gli attentati in "remoti" e "recenti" escludendo ed includendo, quello che a suo esclusivo parere, sono "omogenei con caratteristiche comuni e punti di contatto reciproci" a prescindere dagli esiti processuali e alle prove raccolte,non vedo perché non lo possono fare anche altri storici autorevoli,non io, che sono giunti a conclusioni diverse dalle sue, tanto da collegare gli attentati avvenuti in piazza Fontana in epoche diverse, ad unico filone storico.Ovviamente se si parte dal dogma teologico imposto dai soliti noti, del "male assoluto", non si fa opera di storico e si finisce con la solita minestrina rancida e riscaldata, per spiegare il tutto, vale a dire il niente,ma soprattutto con le rituali immancabili assoluzioni.Temistocle Vaccarella.

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  4. VORREI DARE UNO SPUNTO.....IN TUTTE QUESTE VICENDE NON MI SEMBRA SIA STATO SOLLEVATO IL PROBLEMA DEL SEGRETO DI STATO. SEGRETO CHE VIENE MANTENUTO ANCORA SU TUTTO. SONO CAMBIATI MOLTI GOVERNI, VARI COLORI ,TUTTI SI SONO IMPEGNATI A TOGLIERE I VARI SEGRETI MA NON MI PARE CI SIANO STATI APPREZZABILI CAMBIAMENTI....

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