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Dopo Acca Larentia, Adinolfi aveva avvvertito: sta per arrivare la grandinata

(umt) In un lungo post, pubblicato sul suo profilo facebook il giorno dopo l'anniversario della strage di Acca Larentia e poi ripreso da VivaMafarka, Gabriele Adinolfi, oltre a rilanciare la sua polemica contro i fascio-web (sulla cui perniciosità, in questo caso, avrei anch'io qualche responsabilità avendo allentato in quei giorni la moderazione dei commenti sul blog), ricostruisce abbastanza dettagliatamente l'intera vicenda "corteo sì corteo no", spiegando che in realtà tra i diversi soggetti interessati dopo la strage di Firenze l'accordo era unanime "sul piano formale" per rinunciare al corteo dati i rischi di provocazione e conclude l'intervento annunciando l'arrivo di un'imminente "grandinata".

Per Adinolfi "si è manifestata un'immagine schizofrenica: da un lato quella vera, vissuta, militante; dall'altro quella dell'insolenza scomposta di fascioconsumatori, di anonimi, nei nick name come nella vita, di irriducibili guerriglieri virtuali delle guerriglie degli altri, di avventurieri che hanno sì e no passato qualche volta un semaforo rosso (...) Essi sanno solo insultare e individuare in questo o quel “capo”, in questo o quel gruppo, il responsabile del loro non aver ruolo nella vita. Perché, si sa, è sempre colpa degli altri lo squallore della propria esistenza quando non si è abituati a prendersi le responsabilità e ad affrontare le avversità. Per causa loro e di quei giornalisti che hanno veicolato senza criterio e senza selettività le loro esternazioni l'immagine fornita è quella di una sconfitta. Perché? Perché i Presente sono stati suddivisi per clan e tribu? Ma questo è oramai endemico e non è vero che sia un segno dei tempi".  Adinolfi ricorda che negli anni settanta furono molti i camerati caduti sotto fuoco “amico” ma "neppur questo impedì un'unità di fondo sull'essenziale. Ovvero su quanto lega sentimentalmente, simbolicamente e sacralmente, come abbiamo provato finora a dimostrare con iniziative che abbiamo tenuto insieme a Francesco Bianco. Altri tipi di unità non solo sono impossibili, ma non sono neppure auspicabili. E in ogni caso chi le sogna dal di fuori, una volta che s'immerge in queste acque, al massimo divide ancor più ma non unisce mai ciò che non può essere unito. Eppure proprio di questo si è parlato di questa “fallita unità” perseguita non si sa bene da chi. E si è completamente mistificato tutto quanto è stato detto e fatto nei mesi precedenti il 7 gennaio fino ad ipotizzare una guerra tra Casa Pound e Forza Nuova così campata in aria e infondata da indurre a sbellicarsi dalle risa una volta ripresisi dallo sbigottimento".

Quindi Adinolfi entra nel merito della questione del "corteo unitario [che] smise di essere possibile il 7 novembre perché Forza Nuova ritenne di non parteciparvi. Da allora si mantenne l'ipotesi di un corteo massiccio e strutturato, affidato all'organizzazione di Casa Pound, disposta a sfilare senza bandiere, senza nome e senza medaglie in un corteo più ampio benché in esso ci sarebbero stati anche quelli che brindarono ad ogni disavventura di CPI. Fu solo il 14 dicembre che gli organizzatori, in un'unanimità quantomeno formale, decisero di non fare più il corteo. E non per motivi di clan ma perché le provocazioni che avevano affiancato quel coacervo trasversale erano diventate preoccupanti. Dopo la gambizzazione di Andrea Antonini ci fu, infatti, l'inquietante strage fiorentina preceduta da un teorema inquisitorio che confezionava un'organizzazione virtuale di grandi vecchi. Solo gli irresponsabili non si potevano essere resi conto di quale fosse il genere di gioco in cui venivano attratti".
Del resto già prima del duplice omicidio di Firenze, all'insediamento del governo Monti Adinolfi aveva lanciato l'allarme sui rischi di provocazioni ai danni dell'area militante. 
Perciò, "e ci si fosse attenuti alla decisione comune non ci sarebbero state le sucessive polemiche sterili e le valanghe di calunnie che le hanno accompagnate. Qualcuno però pensò di provare a mantenere in piedi un corteo per un corteo; un corteo di soli “cani sciolti”, cosa che si verificò sempre più ardua da organizzare e da gestire. Finché non venne meno anche questa possibilità. (...) Se ne poteva tenere un surrogato proprio volendolo, ma non si capisce, o forse si capisce troppo bene, perché a quel punto, e da gente che non si era mai sentita prima, sia intervenuta la polemica con chi – ovvero con la stragrande maggioranza degli organizzatori rigorosamente trasversali – aveva ritenuto opportuno fare altrimenti. Non si capisce neppure l'ossessione del corteo proprio ora. Da quando sono tornato in Italia di cortei per Acca Larentia ce ne sono stati solo due (2007 e 2008) e neanche unitari perché Forza Nuova non vi ha mai aderito. Ma chi ha mai proibito ai vari corteo-a-tutti-i-costi di organizzarlo nel 2009, nel 2010, nel 2011? Perché si svegliano solo per il 2012 e quando i responsabili – in quanto in possesso di senso di responsabilità oltre che di elementi che ad altri mancano – hanno ritenuto opportuno fare altrimenti? Che non significa non onorare i Caduti, tutt'altro, ma non rischiare di fare un circo che non li onora. Il sospetto è che questa polemica sia dovuta a fattori non propriamente sani. Cogliere al volo l'occasione per accusare e infangare chi si sta facendo strada seriamente, in modo da cercare di sminuirne il consenso, è un movente fantastico per i gelosi e per gli invidiosi".
Il lungo intervento di Adinolfi si conclude appunto con un durissimo attacco ai fascio-web e con la facile previsione di una fase di più intensa repressione: "Da questi incroci è scaturito il veleno informatico che ha prodotto quella realtà assolutamente falsa che si è sovrapposta all'autentica. Fu allora che si spalancarono le botole e che vennero a galla gli anonimi, i nick name, le sigle fantasma di gruppi esistenti solo su net che trovarono tribune facili, stavolta anche presso Ugo Maria Tassinari che non se l'è sentita di non dare spazio ai post e persino ai comunicati dei nessuno- per-tutta-la-vita che, tra anonimati e gruppi da tastiera, strepitano costruendo stati illusori e artificiali. E che poi in piazza, se ci arrivano, se le mogli ce li lasciano andare, sono pochissimi e ci vanno solo per esibirsi perché non fanno assolutamente niente nella vita. E se li multano si spaventano. Ma spingono gli altri, dalla tastiera, a fare gli scontri e le insurrezioni e insultano gli altri se non si gettano a capofitto in galera. Ebbene, sono stati questi anonimi, questi nick name, questi avventurieri da semaforo rosso, questi guerriglieri da tastiera, questi movimenti informatici da psicoanlaista a fare tutta quella gazzarra che i media hanno colpevolmente enfatizzato. La realtà, fortunatamente, si è dimostrata diversa.  La piazza non è scaduta ai livelli di questa bava. Ed ora che siamo riusciti a non infangare i nostri Caduti, malgrado quella gente, ora pensiamo a mettere un freno alle provocazioni, anche sanguinose, che si susseguono e di cui i protagonisti degli war game per interposta persona ovviamente non si sono accorti. (...) L'unica fortuna dell'addensarsi delle nubi è che presto, non appena comincerà a gocciolare, tutti questi censori e procuratori del ciufolo scompariranno, come hanno sempre fatto. Noi però sappiamo che non gocciolerà soltanto e che dobbiamo attrezzarci per affrontare la grandine. Che ha il grande merito di toglierci di torno tutti i pupazzi urlanti e chattanti".

5 commenti:

  1. Ma quale grandinata, stanno a fa tutto da soli.
    Quello che succede a loro è quello che succede da decenni ai movimenti della sinistra extraparlamentare.
    Benvenuti in Italia.

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  2. credo sia raro uno spiegamento simile di forze dell'ordine per prendere un computer. se i capi di casa pound non avessero avuto la testa sulle spalle, la situazione sarebbe potuta degenerare e portare a consegueze ben peggiori.
    berto

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  3. non riconoscere i due pesi e le due misure delle manovre respressive significa mentire sapendo farlo.
    Massimo

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  4. certo che tra i fascioweb bisogna arruolare a pieno titolo il capo di CP,che con il suo commento sulla morte del giudice non ha dimostrato un grande acume,soprattutto dopo la stucchevole lettera a Napolitano.
    non si fa il corteo per non alimentare il cosiddetto complotto e poi si usa fb per scrivere delle stronzate(politicamente parlando),sapendo che ti aspettano al varco..
    mah???

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  5. Il commento è maligno ma non stupido. Ci tornerò sopra domani perché questa vicenda ha degli aspetti clamorosamente contraddittori e grotteschi.

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